Emanuelle in America
Emanuelle in America è un film del 1976, diretto da Joe D'Amato.
Terzo film della serie Emanuelle nera e secondo con la regia di D'Amato, Emanuelle in America è probabilmente il più efferato della serie, per via dello snuff movie mostrato alla metà del film a pezzetti e, intero, verso la fine.[1]
La pellicola, come abitudine di D'Amato, che contamina vari generi quali l'erotico, il porno, l'avventuroso, il thriller e l'horror, uscì in Italia in versione soft, ma circolò all'estero in versione hard. Tale versione fu girata dagli attori Christiane Minutelli, Marina Frajese e Rick Martino (più un altro attore non identificato).[1][2] Nel 2004 è uscita anche in Italia questa versione, in DVD.[1]
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Emanuelle è una fotoreporter che lavora per un giornale scandalistico. Il suo direttore la manda in giro per il mondo in cerca di scoop. Ritornata a New York, riesce a entrare a fare parte dell'harem della villa del miliardario Van Darren, per un servizio di rara importanza. Il colpo fotografico riesce e, dopo gli elogi del suo direttore, Emanuelle viene invitata a Venezia, nel palazzo di un duca, amico di Van Darren che l'ha aiutata a fuggire dalla villa, dove fotografa una festa molto particolare durante la quale a ognuno degli invitati viene offerta una fetta di torta: chi vi troverà un confetto d'oro riceverà un premio speciale.
Finito il divertimento, la protagonista deve ripartire per un reportage in un club su un'isola dei Caraibi. Qui inizia a scattare di nascosto preziose foto sugli strani personaggi e sugli strani riti che animano il club, scoprendo un postribolo per donne facoltose; quindi in Sudamerica fa la sua scoperta più sconvolgente, assistendo a una serie di snuff movies che mostrano le torture di un gruppo di militari ai danni di un gruppo di ragazze, le quali vengono filmate e guardate da un politico sadico. La sua identità di fotoreporter viene però scoperta e, sotto la minaccia di essere tenuta prigioniera, deve restituire il prezioso rullino.
Tornata a New York, Emanuelle nota su un giornale la foto di una donna scomparsa: certa di averla vista al club dei Caraibi, si servirà dell'aiuto di un ex poliziotto e di tutti i suoi "mezzi" per riuscire a risolvere il caso. Alla fine, la ragazza si reca in Africa, dove partecipa a una festa e viene scelta da un principe come sua sposa. Prima del matrimonio, però, Emanuelle fugge verso nuove avventure.
Produzione
[modifica | modifica wikitesto]Il film fu girato a Venezia, Roma, New York e Washington. La lussuosa villa che si vede nel film (nella finzione vicino a New York) è la famosa villa dell'Olgiata a Roma, molto utilizzata nel cinema italiano durante gli anni '70, '80 e '90, in oltre sessanta film.
Sceneggiatura
[modifica | modifica wikitesto]Il soggetto e la sceneggiatura del film portano la firma del regista Piero Vivarelli e di Maria Pia Fusco, in seguito nota giornalista de la Repubblica. I due sceneggiarono anche altri capitoli della serie Emanuelle nera.
Regia
[modifica | modifica wikitesto]Dopo Emanuelle nera - Orient Reportage, Joe D'Amato diresse il suo secondo film della serie Emanuelle nera, imponendo il suo stile fatto di contaminazioni di generi vari e caratterizzando definitivamente Emanuelle come una donna libera, coraggiosa e disinibita.[1]
Le scene hard furono girate per volere dei distributori francesi e olandesi, e furono girate quasi per caso.[1] Mentre si stava simulando una scena di sesso un attore ebbe un'erezione e D'Amato iniziò a stuzzicare l'attrice[non chiaro] che doveva girare la scena, tanto che ella praticò una vera fellatio all'attore. Quando il produttore vide quella scena, decise di inserire scene hard.[1] Per questo fu chiamata sul set Marina Frajese, che già aveva avuto esperienze nel porno.[1] Tra le scene più forti, da segnalare quella zooerastica, in cui una donna masturba un cavallo.
Riprese
[modifica | modifica wikitesto]Per realizzare le sequenze degli snuff fu chiamato il celebre truccatore ed effettista Giannetto De Rossi. Gli effetti speciali da lui realizzati furono così credibili da far scambiare a molti le sequenze realizzate per veri snuff.[1] Anche una delle ragazze che interpretarono le sequenze, quando si rivide sul grande schermo rimase così scioccata da far causa alla produzione, perdendola.[3]
Le torture che i militari infliggono alle donne loro prigioniere riguardano ganci attaccati alle mammelle, olio bollente fatto ingurgitare a forza con un imbuto, falli di ferro forniti di lame su cui vengono sedute le vittime e una museruola che squarcia il volto di una donna stuprata.
D'Amato girò le sequenze riguardanti gli snuff con la macchina a mano, graffiando e sovraesponendo la pellicola e inserendo le tipiche "sfiammate" di fine rullo.[1]
Colonna sonora
[modifica | modifica wikitesto]Nella colonna sonora del film vi sono due canzoni, Emanuelle in America e Naked Emanuelle, scritte da Nico Fidenco ed eseguite dal gruppo romano degli Armonium[4].
Censura
[modifica | modifica wikitesto]Alla sua uscita il film fu sequestrato dal Tribunale di Avellino e giudicato «pellicola offensiva del comune senso del pudore».[3]
Accoglienza
[modifica | modifica wikitesto]Incassi
[modifica | modifica wikitesto]Il film incassò in Italia complessivamente 630 072 695 lire.[3]
Critica
[modifica | modifica wikitesto]All'epoca della sua uscita, il film non fu gradito dalla critica cinematografica italiana. Claudio G. Fava scrisse sul Corriere Mercantile: «Indefinibile "collage" di frammenti erotici e pseudoerotici, smozzicato dai tagli di censura che hanno tranciato gli amplessi (umani o zooerastici, a scelta), i quali rappresentavano l'unica ragione d'essere del filmetto, questo Emanuelle ha l'aria, volontaria o involontaria che sia, d'una parodia di un porno fumetto».[5]
In tempi più recenti il film è stato rivalutato da molte riviste di genere come Nocturno, che scrive: «Al di là della struttura fumettistica che Emanuelle in America ha introdotto nella serie, il film è giustamente da considerarsi un'opera cardine nella vita e nella filmografia di Joe D'Amato, e non soltanto perché rappresenta il cosiddetto punto di non ritorno verso una cinematografia, quella erotica, che occupa il novanta per cento della sua produzione, ma anche e soprattutto perché per la prima volta il regista crea quella contaminazione di generi capace di dar vita a pellicole curiose e irriverenti, che lo hanno sempre distinto nel panorama italiano dell'epoca».[1]
Collegamenti ad altre pellicole
[modifica | modifica wikitesto]- Una scena di zoofilia è presente anche in Caligola - La storia mai raccontata, diretto da D'Amato nel 1982.
Titoli per l'estero
[modifica | modifica wikitesto]Il film uscì in Francia come Black Emanuelle en Amérique, in Germania Ovest come Black Emanuelle - Stunden wilder Lust.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e f g h i j Autori vari, Dossier Nocturno n.35. Al tropico del sesso, Milano, Nocturno Cinema, novembre 2005.
- ^ Davide Pulici, I misteri delle Emanuelle nere, su nocturno.it.
- ^ a b c Marco Giusti, Stracult. Dizionario dei film italiani, Roma, Frassinelli, 2004, ISBN 88-7684-813-4.
- ^ Davide Motta Fré, Promesse d'amore, 2006; alla voce Armonium, pagg. 21-22
- ^ Claudio G. Fava, Corriere Mercantile, 1976.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- EMANUELLE IN AMERICA, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
- Emanuelle in America, su ANICA, Archiviodelcinemaitaliano.it.
- (EN) Emanuelle in America, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) Emanuelle in America, su AllMovie, All Media Network.
- (EN, ES) Emanuelle in America, su FilmAffinity.
- (EN) Emanuelle in America, su Box Office Mojo, IMDb.com.
- (EN) Emanuelle in America, su BFI Film & TV Database, British Film Institute (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2018).
- (EN) Emanuelle in America, su Internet Adult Film Database.
- (EN) Emanuelle in America, su Discogs, Zink Media.
- (EN) Emanuelle in America, su Soundtrack Collector.