Entra in un mondo di storie
«Ero l'Arminuta, la ritornata. Parlavo un'altra lingua e non sapevo piú a chi appartenere. La parola mamma si era annidata nella mia gola come un rospo. Oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza».
- Ma la tua mamma qual è? - mi ha domandato scoraggiata. - Ne ho due. Una è tua madre.
Ci sono romanzi che toccano corde cosí profonde, originarie, che sembrano chiamarci per nome. È quello che accade con L'Arminuta fin dalla prima pagina, quando la protagonista, con una valigia in mano e una sacca di scarpe nell'altra, suona a una porta sconosciuta. Ad aprirle, sua sorella Adriana, gli occhi stropicciati, le trecce sfatte: non si sono mai viste prima. Inizia cosí questa storia dirompente e ammaliatrice: con una ragazzina che da un giorno all'altro perde tutto - una casa confortevole, le amiche piú care, l'affetto incondizionato dei genitori. O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori. Per «l'Arminuta» (la ritornata), come la chiamano i compagni, comincia una nuova e diversissima vita. La casa è piccola, buia, ci sono fratelli dappertutto e poco cibo sul tavolo. Ma c'è Adriana, che condivide il letto con lei. E c'è Vincenzo, che la guarda come fosse già una donna. E in quello sguardo irrequieto, smaliziato, lei può forse perdersi per cominciare a ritrovarsi. L'accettazione di un doppio abbandono è possibile solo tornando alla fonte a se stessi. Donatella Di Pietrantonio conosce le parole per dirlo, e affronta il tema della maternità, della responsabilità e della cura, da una prospettiva originale e con una rara intensità espressiva. Le basta dare ascolto alla sua terra, a quell'Abruzzo poco conosciuto, ruvido e aspro, che improvvisamente si accende col riflesso del mare.
© 2020 Einaudi (Audiolibro): 9788858490136
Data di uscita
Audiolibro: 25 marzo 2020
«Ero l'Arminuta, la ritornata. Parlavo un'altra lingua e non sapevo piú a chi appartenere. La parola mamma si era annidata nella mia gola come un rospo. Oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza».
- Ma la tua mamma qual è? - mi ha domandato scoraggiata. - Ne ho due. Una è tua madre.
Ci sono romanzi che toccano corde cosí profonde, originarie, che sembrano chiamarci per nome. È quello che accade con L'Arminuta fin dalla prima pagina, quando la protagonista, con una valigia in mano e una sacca di scarpe nell'altra, suona a una porta sconosciuta. Ad aprirle, sua sorella Adriana, gli occhi stropicciati, le trecce sfatte: non si sono mai viste prima. Inizia cosí questa storia dirompente e ammaliatrice: con una ragazzina che da un giorno all'altro perde tutto - una casa confortevole, le amiche piú care, l'affetto incondizionato dei genitori. O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori. Per «l'Arminuta» (la ritornata), come la chiamano i compagni, comincia una nuova e diversissima vita. La casa è piccola, buia, ci sono fratelli dappertutto e poco cibo sul tavolo. Ma c'è Adriana, che condivide il letto con lei. E c'è Vincenzo, che la guarda come fosse già una donna. E in quello sguardo irrequieto, smaliziato, lei può forse perdersi per cominciare a ritrovarsi. L'accettazione di un doppio abbandono è possibile solo tornando alla fonte a se stessi. Donatella Di Pietrantonio conosce le parole per dirlo, e affronta il tema della maternità, della responsabilità e della cura, da una prospettiva originale e con una rara intensità espressiva. Le basta dare ascolto alla sua terra, a quell'Abruzzo poco conosciuto, ruvido e aspro, che improvvisamente si accende col riflesso del mare.
© 2020 Einaudi (Audiolibro): 9788858490136
Data di uscita
Audiolibro: 25 marzo 2020
Basato su 1976 valutazioni
Commovente
Coinvolgente
Riflessivo
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Leggi 10 di 1976
Maria Altomare
8 giu 2020
Più che un romanzo sembra una storia vera, tocca l'intimo in profondità restituendo coraggio.
Roberta
16 mag 2020
Meravigliso. Bellissima scrittura, diretta e schietta, abbinata a una perfetta voce narrante.
Tania
15 feb 2021
Bello e scorrevole. La voce di Jasmin Trinca, anche se lei è innegabilmente brava, mi è sembrata forse troppo profonda e lenta. Avrei preferito una voce più dinamica per una storia così. Anche se può ricordare un po' il genere 'Ferrante', la protagonista ha qui un'autonomia e una maturità diverse. Coraggioso e malinconico il finale. Mi è piaciuto molto e leggerò senz'altro anche 'Borgo sud'.
Mara
31 gen 2021
Ci sono libri che non deludono. E l’Arminuta di … Donatella Di Pietrantonio è uno di questi. Storia di una tredicenne “restituita” alla famiglia di sangue che si adatta a un nuovo stile di vita e che trova, nel pur difficile inserimento in un contesto nuovo e diverso da quello della sua prima formazione, la forza per emergere e per distinguersi dagli altri. C’è tanta ingenuità in lei … quella che la porta ad immaginare i motivi della dalla famiglia con la quale è cresciuta sin dalla nascita, per giustificare il suo essere “spostata” da un nucleo familiare ad un altro. Ma anche tanta forza, tanta determinazione, che la porteranno a farsi avanti e a domandare, lei per prima – e non chi realmente avrebbe dovuto fornirle risposte – le ragioni di comportamenti assurdi ed incomprensibili, soprattutto agli occhi di un’adolescente che ancora non conosce le “storture” della Vita. Un bel romanzo che vale la pena leggere per avvicinarsi ad una terra sospesa tra mare e monti come l’Abruzzo❤️
Carmen
23 apr 2022
Un libro che merita di essere citato tra i classici per la bellezza della scrittura e della storia. Molti hanno criticato la lettrice, io ho invece trovato il suo tono piatto e malinconico adatto alla voce narrante della protagonista.
Rossella
1 mag 2021
Cambiare lettrice, pesante e soporifera e fa perdere la profondità della storia
Daria
1 giu 2020
Una grande scrittriceI suoi libri ti rimangono dentro
Manuela
25 apr 2021
Lettura di Jasmine Trinca monocorde e deprimente
Simonetta
2 lug 2020
Ottimo spunto narrativo, che regge bene lungo tutta la trama del libro. Chi, come me, ha una conoscenza diretta delle asprezze paesane dell’entroterra abruzzese, apprezzerà le descrizioni precise, a volte brutali; riconoscerà l’affetto inespresso, eppure presente, di certi rapporti familiari. Commovente, duro, veritiero. La voce di Jasmine Trinca, un po’ roca e velata, si adatta benissimo alla narrazione
Diana
17 feb 2022
Mi ha sorpreso perché non pensavo mi sarebbe piaciuto e invece mi sono trovata ad amarlo.
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