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Pagina:Da Vinci - Frammenti letterari e filosofici.djvu/372

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324 i paesi e le figure.


quanti navili rotti negli scogli! Quivi si potrebbero vedere innumerabili navili, chi è rotto e mezzo coperto dall’arena, chi si mostra da poppa e chi da prua, chi da carena e chi da costa, — e parrà a similitudine d’un Giudizio, che voglia risuscitare navili morti, tant’è la somma di quelli, che copre tutto il lito settentrionale. Quivi i venti d’aquilone, resonando, fan vari e paurosi soniti.


IL VIAGGIO IN ORIENTE.


divisione del libro.1

La predica e persuasione di fede.

La súbita inondazione insino al fine suo.

La ruina della città.

La morte del popolo e disperazione.

La caccia del predicatore e la sua liberazione e benivolenza.

Il danno ch’ella fece.

Ruine di neve.

Trovata del profeta.

La profezia sua.


  1. La questione del viaggio di Leonardo in Oriente, aperta dal Richter nella Zeitscrift für bildende Kunst. Vienna, 1881, vol. XVI, e esaminata a fondo dal Douglas Freshfield nei Proceedings of the Royal Geographical Society. Londra, 1884 Vol. VI, pag. 323 e segg.; può dirsi, non che risoluta, neppure proposta nei suoi veri termini. Se da una parte la Divisione del Libro suggerisce l’idea di una narrazione fantastica, sia pure condotta con tutta la maggiore precisione storica e geografica propria del genio di Leonardo; resta sempre a spiegarsi l’origine di certe notizie; la ragione di certi schizzi, grossolani e accurati nello stesso tempo, che riproducono uomini e cose asiatiche; il senso di certe espressioni più vaghe su personaggi e costumi orientali, che spuntano inaspettatamente nei manoscritti, come rimembranze di cose vedute, poste ad esempio di principi prospettici o idraulici. La stessa notizia dello splendore notturno del Tauro, può dirsi, piuttosto che una riproduzione dai Libri meteorologici di Aristotele, una rettifica del testo aristotelico, fatta con argomenti tratti dalla diretta conoscenza dei luoghi.