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l'arte | 241 |
popoli, con infervorati voti, a ricercare li simulacri delli Iddii, e non a vedere le opere de’ poeti, che con parole figurino li medesimi Iddii; con questa si ingannano li animali. Già vid’io una pittura, che ingannava il cane, mediante la similitudine del suo padrone, alla quale esso cane faceva grandissima festa; e similmente ho visto i cani baiare e voler mordere i cani dipinti; e una scimmia fare infinite pazzie contro ad un’altra scimmia dipinta; ho veduto le rondini volare e posarsi sopra li ferri dipinti, che sportano fuori delle finestre de li edilìzi.
X. — potenza espressiva della pittura.
Non vede l’imaginazione cotal eccellenza, qual vede l’occhio, perchè l’occhio riceve le spezie overo similitudini delli obbietti, e dalli alla imprensiva, e da essa imprensiva al senso comune, e lì è giudicata. Ma la imaginazione non esce fuori da esso senso comune, se non in quanto essa va alla memoria, e lì si ferma e muore, se la cosa imaginata, non è di molta eccellenza. E in questo caso si ritrova la Poesia nella mente overo imaginativa del poeta, il quale finge le medesime cose del pittore, per le quali finzioni egli vuole equi-