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la morale. | 219 |
manco ingegnoso e di lochi manco capaci a ricevere la virtù de’ sensi.
Ho veduto nella spezie leonina il senso dell’odorato avere parte della sustanzia del celabro, e discendere le narici, capace riccettaculo contro al senso dello odorato, il quale entra infra gran numero di saccoli cartilaginosi, con assai vie, contro all’avvenimento del predetto celabro. Li occhi della spezie leonina hanno gran parte della lor testa per lor ricettacolo, e li nervi ottici, immediate congiugnersi col celabro; il che alli omini si vede in contrario, perchè le casse delli occhi sono una piccola parte del capo, e li nervi ottici sono sottili e lunghi, e deboli, e, per debole operazione, si vede poco il dì e peggio la notte, e li predetti animali vedono (più) in nella notte che ’l giorno; e ’l segno se ne vede, perche predano di notte e dormono il giorno, come fanno ancora li uccelli notturni.
LX. — sua inferiorità etica.1
Come tu hai descritto il Re delli animali — ma io meglio direi dicendo Re delle bestie, essendo tu la maggiore, — perchè non li hai uccisi, acciò che possino poi darti li lor figlioli in benefizio della tua gola, colla
- ↑ Le notizie su queste costumanze dei selvaggi sono state tratte dal Mandavilla, Tractato de le più maravigliose cosse e più notabili che si trovano in le parti del mondo. Milano, 1480, folio 1 4 r°: «e se sono grassi di subito li mangiano, e se sono magri li fano ingrassare.» L’opera del Platina qui citata è il De la honesta voluptate et valetudine et de li obsonij. Venezia, 1487, ricordata nel Codice Atlantico con le parole: De onesta voluptà, folio 207 r°.