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la morale. | 207 |
ste, nelle cose appartenenti alla vera cognizione di tutte le figure, ch’hanno le opere di Natura, e, con sollecitudine, s’ingegnano d’acquistare la cognizione di quelle, quanto a loro sia possibile.
Ma tacciano tali reprensori, questo è ’l modo di conoscere l’Operatore di tante mirabili cose, e quest’è ’l modo d’amare un tanto Inventore! Che ’nvero il grande amore nasce dalla gran cognizione della cosa, che si ama: e se tu non la conoscerai, poco o nulla la potrai amare; e se tu l’ami per il bene, che t’aspetti da lei, e non per la somma sua virtù, tu fai come ’l cane, che mena la coda, e fa festa, alzandosi verso colui, che li po’ dare un osso. Ma se conoscesse la virtù di tale omo, l’amarebbe assai più — se tal virtù fussi al suo proposito.
XLIV. — preghiera.
Io t’ubbidisco, Signore, prima per l’amore, che ragionevolmente portare ti debbo, secondariamente, che tu sai abbreviare o prolungare la vita alli omini.
XLV. — orazione.
Tu, o Iddio, ci vendi tutti li beni per prezzo di fatica.