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Pagina:Da Vinci - Frammenti letterari e filosofici.djvu/238

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190 i pensieri.

trice della stolta moltitudine, la quale al continuo testimonia, collo abbaiamento, l’infiniti effetti di tale arte; e vanno empiuti i libri, affermando che l’incanti e spiriti adoperino, e sanza lingua parlino, e sanza strumenti organici, sanza i quali parlar non si può, parlino, e portino gravissimi pesi, faccino tempestare e piovere, e che li omini si convertino in gatti, lupi e altre bestie, benchè in bestia prima entran quelli, che tal cosa affermano.

E certo se tale Negromanzia fusse in essere, come dalli bassi ingegni è creduto, nessuna cosa è sopra la terra, che al danno e servizio dell’omo fusse di tanta valetudine: perchè, se fusse vero che in tale arte si avesse potenza di far turbare la tranquilla serenità dell’aria, convertendo quella in notturno aspetto, e far le corruscazioni o venti, con spaventevoli toni e folgori scorrenti infrale teneb re, e con impetuosi venti ruinare li alti edilizi, e diradicare le selve, e con quelle percuotere li eserciti, e quelli rompendo e atterrando, e oltr’a questo le dannose tempeste privando li cultori del premio delle lor fatiche: — o qual modo di guerra può essere, che con tanto danno possa offendere il suo nemico di aver po-