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Pagina:Da Vinci - Frammenti letterari e filosofici.djvu/152

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104 i pensieri.


sarai mezzo tuo, e tanto meno, quanto sarà maggiore la indescrizione della tua pratica; e se sarai con più caderai in più simile inconveniente. E se tu volessi dire: — io farò a mio modo, io mi tirerò in parte, per potere meglio speculare le forme delle cose naturali —; dico questo potersi mal fare, perchè non potresti fare, ch’assa’1 spesso non prestassi orecchi alle loro ciancie, e, non si potendo servire a due signori, tu faresti male l’uffizio della compagnia e peggio 4 effetto della speculazione dell’arte; e se tu dirai: — io mi tirerò tanto in parte, che le loro parole non perveniranno e non mi daranno impaccio—; io in questa parte ti dico, che tu sarai tenuto matto; ma vedi che, così facendo, tu saresti pur solo?

LXXXVI. — consigli al pittore.

Lo ingegno del pittore vol essere a similitudine dello specchio, il quale sempre si trasmuta nel colore di quella cosa, che ha per obbietto, e di tante similitudini s’empie quante sono le cose, che li sono contrapposte.

Adunque conoscendo tu, pittore, non po-

  1. assai.