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Pagina:Da Vinci - Frammenti letterari e filosofici.djvu/151

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la scienza. 103


Come fece Giustino, abbreviatone delle Storie scritte da Trogo Pompeo, — il quale scrisse ornatamente tutti li eccellenti fatti delli sua antichi, li quali eran pieni di mirabilissimi ornamenti; — e’ compose una cosa ignuda, ma sol degna d’ingegni impazienti, li quali pare lor perder tanto di tempo, quanto quello è, che è adoperato utilmente, cioè neìli studi delle opere di natura e delle cose umane.

Ma stieno questi tali in compagnia delle bestie; nelli lor cortigiani, sieno cani e altri animali pien di rapina e accompagnansi con loro correndo sempre dietro! e seguitino l’innocenti animali, che, con la fame, alli tempi delle gran nevi, ti vengono alle case, dimandandoti limosina, come a lor tutore!

LXXXV. — della vita del pittore nel suo studio.

Acciò che la prosperità del corpo non guasti quella dello ingegno, il pittore overo disegnatore debbe essere solitario, e massime quando è intento alle ispeculazioni e considerazioni, che, continuamente apparendo dinanzi agli occhi, dànno materia alla memoria, d’esser bene riservate.

E se tu sarai solo tu sarai tutto tuo, e so sarai accompagnato da un solo compagno