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Tratturo L'Aquila-Foggia

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Mappa dei principali tratturi con evidenziato il regio tratturo L'Aquila-Foggia.

Il regio tratturo L'Aquila-Foggia, chiamato anche tratturo del Re o tratturo Magno, con i suoi 244 km è il più lungo e il più importante tra i tratturi italiani.

Il passaggio della transumanza nei pressi del santuario della Madonna d'Appari, in Abruzzo, nel 1875.

Il percorso dall'alto Aterno fino al Tavoliere delle Puglie è documentato essere utilizzato dai vestini cismontani sin dal VII secolo a.C.,[1] presumibilmente con partenza da Amiternum e passaggio attraverso i centri di Peltuinum e Aufinum. L'asse viario venne consolidato nel 47 d.C. con la creazione della via Claudia Nova che ricalcava il percorso iniziale del tratturo fino alla Chiesa di Santa Maria dei Cintorelli.[1]

Alla caduta dell'impero romano, la strada continuò a essere percorsa con origine da Forcona o Aveia;[2] infine, con la fondazione dell'Aquila nel XIII secolo, il tratturo trovò definitivamente la sua partenza in corrispondenza della basilica di Santa Maria di Collemaggio, che ancora oggi presenta un vasto sagrato in erba dedicato al raduno degli ovini in occasione della transumanza. La stessa città federiciana dovette gran parte del suo prestigio acquisito nel XIV e XV secolo alla pastorizia e la congregazione dell'Arte aquilana della Lana finanziò gran parte dei monumenti cittadini, compreso il mausoleo di Celestino V situato proprio a Collemaggio.[3]

Grande rilievo svolgevano in quest'epoca anche i numerosi castelli e torri di avvistamento disseminate lungo il percorso, in special modo nell'area aquilana; queste fortificazioni erano sorte in epoca longobarda o normanna con funzione difensiva ma vennero successivamente adibite a punti di sorveglianza dei percorsi delle greggi. Tra di essi, le fortificazioni più note sono Rocca Calascio, al margine di Campo Imperatore, e la torre di Forca di Penne in corrispondenza dell'omonimo valico; entrambi erano controllati dalla baronia di Carapelle.

Lo sviluppo del tratturo si verificò soprattutto nella seconda metà del XV secolo grazie agli Aragonesi. In particolare re Alfonso V d'Aragona, nel 1447, regolamentò i percorsi della transumanza, individuando le cinque tratte principali che presero poi il nome di «regi tratturi» o «tratturi alfonsini». Contemporaneamente, fu istituita la regia dogana della mena delle pecore di Puglia (con sede dapprima a Lucera, ben presto trasferita a Foggia) per la riscossione dei pedaggi. Nel secolo seguente fu istituita inoltre, per distaccamento dalla regia dogana, la Doganella d'Abruzzo per la regolamentazione della «piccola transumanza», ossia quella limitata ai confini abruzzesi. Le dogane vennero poi abolite nel 1806 contemporaneamente alla riforma relativa all'eversione della feudalità.

Nel XIX secolo il punto di ritrovo del foro boario si individuò presso il piazzale del Forte spagnolo, all'epoca privo dell'attuale parco.

A partire dagli anni Sessanta il fenomeno della transumanza andò progressivamente scemando, e con esso il percorso del tratturo Magno. Negli ultimi decenni si è valutato di convertire il tratturo in un percorso ciclopedonale con funzione storico-culturale.[4]

Borgo di San Pio delle Camere, lungo il percorso

Il tratturo magno ha origine dalla basilica di Santa Maria di Collemaggio all'Aquila; la tradizionale partenza della transumanza dal sagrato della basilica, storicamente accertata sin dalla fine del XIII secolo, fu poi codificata dai regolamenti alfonsini del XV secolo.

Dal capoluogo abruzzese, l'itinerario storico segue poi il corso dell'Aterno attraversando le frazioni di fondovalle di Sant'Elia, Bazzano, Onna e San Gregorio;[5] una variante al percorso, passante per la chiesa di Santa Maria del Soccorso, attraversa invece i centri di Tempera e Paganica per ricongiungersi poi al tragitto principale. Superato Poggio Picenze il percorso si discosta dall'Aterno per risalire verso Prata d'Ansidonia, costeggiando i resti dell'antica città di Peltuinum, giungendo quindi sull'altopiano di Navelli.[6]

Si attraversa la piana sino alla chiesa di Santa Maria dei Cintorelli presso Caporciano. Da questo punto si distacca un secondo tratturo regio, il tratturo Centurelle-Montesecco che si sviluppa quasi parallelamente al tratturo L'Aquila-Foggia. La prima parte del percorso fino a Cintorelli ricalca la strada d'età romana denominata via Claudia Nova e sostituita, in età contemporanea, dalla strada statale 17 dell'Appennino Abruzzese ed Appulo-Sannitico.

Da Cintorelli, il tratturo entra quindi nei territori dell'antica baronia di Carapelle, risalendo le propaggini sud-orientali del Gran Sasso d'Italia ed entrando nella valle del Tirino nei pressi della città vestina di Aufinum, tra Ofena e Capestrano.[6] Dopo aver costeggiato il lago di Capodacqua, si attraversa il valico di Forca di Penne e, passati i borghi di Brittoli e Corvara si entra in val Pescara.

Quindi si dirige verso Lanciano per raggiungere la costa adriatica in prossimità della foce del fiume Osento. Si interna di nuovo nella pianura di Vasto per costeggiare di nuovo la costa alla foce del fiume Trigno entra nel Molise. Da qui iniziava a raccogliere le greggi del Molise, attraversava il fiume Fortore nei pressi di Civitate, costeggiava la ferrovia Foggia-San Severo per poi raggiungere Foggia, città sede della Dogana delle pecore, con lo stesso punto di arrivo del Tratturo Celano-Foggia presso la Chiesa delle Croci ed il monumento dell'Epitaffio.

Lungo il percorso ancora oggi si osservano numerose chiese campestri o chiese tratturali per il riparo e il conforto dei pastori; ad esempio la chiesa di San Paolo di Peltuinum e la chiesa di Santa Maria dei Cintorelli, da dove si separa il Tratturo Centurelle-Montesecco.

Peltuinum

I comuni attraversati dal tratturo[7] sono:

Palazzo Dogana a Foggia

Monumenti e luoghi d'interesse

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Chiesa di San Felice martire di Poggio Picenze
Il castello Piccolomini di Capestrano
Chiesa di San Nicola a Lanciano
La Cattedrale di Termoli
Monumento dell'Epitaffio, punto di arrivo del tratturo a Foggia
  1. ^ a b Rosanna Tuteri, Strade e storie amiternine: persistenze e discontinuità, in Letizia Ermini Pani (a cura di), Abruzzo sul Tratturo Magno, Roma, Exòrma Edizioni, 2015, ISBN 9788895688480.
  2. ^ Rosanna Tuteri, Dalla città di Aveia a Forcona, in Letizia Ermini Pani (a cura di), Abruzzo sul Tratturo Magno, Roma, Exòrma Edizioni, 2015, ISBN 9788895688480.
  3. ^ Orlando Antonini, Santa Maria di Collemaggio, in Architettura religiosa aquilana, I, Todi (PG), Tau Editrice, 2010.
  4. ^ L'antico tratturo diventerà ciclovia: percorso in bici dall'Abruzzo alla Puglia lungo il sentiero della transumanza, su Repubblica.it, 15 febbraio 2019. URL consultato il 15 febbraio 2019.
  5. ^ Tratturo Magno, Copia archiviata, su tratturomagno.it, 26 giugno 2020. URL consultato il 26 giugno 2020 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2020).
  6. ^ a b Tratturo Magno, Copia archiviata, su tratturomagno.it, 26 giugno 2020. URL consultato il 26 giugno 2020 (archiviato dall'url originale l'11 agosto 2020).
  7. ^ Astrid Pellicano, Geografia e storia dei tratturi del Mezzogiorno: ipotesi di recupero funzionale di una risorsa antica, Aracne, 2007 pp. 84-86
  • (a cura di Pierluigi Imperiale), Prima guida al Tratturo Magno, Consiglio regionale dell'Abruzzo, Collana di studi abruzzesi, Editrice Cerbone, Caivano, luglio 2008;
  • Raffaele Colapietra, Gli itinerari della transumanza: presupposti storico-culturali per una politica di intervento ambientale, in Studi Storici Meridionali, nn. 2-3, 1984;
  • (a cura di Marialuce Latini), Abruzzo: le vie della Transumanza, testi di Franco Battistella, Marialuce Latini, Edoardo Micati, Anna Severini, Giovanni Tavano, Carsa Edizioni, Pescara, 2000, p. 26;

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