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Provincia di Caserta

Coordinate: 41°10′N 14°13′E
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Provincia di Caserta
provincia
Provincia di Caserta – Stemma
Provincia di Caserta – Bandiera
Provincia di Caserta – Veduta
Provincia di Caserta – Veduta
Vista panoramica del parco della Reggia di Caserta.
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Campania
Amministrazione
Capoluogo Caserta
PresidenteMarcello De Rosa (vicepresidente f.f)[1]
Data di istituzione1º settembre 1945
Territorio
Coordinate
del capoluogo
41°10′N 14°13′E
Superficie2 651,35 km²
Abitanti906 401[3] (30-04-2024)
Densità341,86 ab./km²
Comuni104 comuni
Province confinantiBenevento, Campobasso (Molise), Frosinone (Lazio), Isernia (Molise), Latina (Lazio), Città metropolitana di Napoli
Altre informazioni
Cod. postale81100, 81010-81059
Prefisso0823, 081
Fuso orarioUTC+1
ISO 3166-2IT-CE
Codice ISTAT061
TargaCE
PIL(nominale) 16 444,63 mln [2](2021)
PIL procapite(nominale) 18 170 [2](2021)
Cartografia
Provincia di Caserta – Localizzazione
Provincia di Caserta – Localizzazione
Provincia di Caserta – Mappa
Provincia di Caserta – Mappa
Sito istituzionale

La provincia di Caserta è una provincia italiana della Campania di 906 401 abitanti[3]. Il suo capoluogo è Caserta. Terza provincia campana per numero di abitanti e quindicesima in Italia, il territorio coincide in parte con quello dell'antica provincia di Terra di Lavoro, dalla quale l'odierna circoscrizione provinciale ha ereditato il proprio stemma. Il suo litorale costiero, lungo circa 45 km, si affaccia interamente sul mare del Golfo di Gaeta.

Età antica e medioevo

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Lo stesso argomento in dettaglio: Campania felix e Terra di Lavoro.

La provincia di Caserta si estende in un'area in quella che in età antica era nota anche come Liburia, termine che deriva da un'antica popolazione denominata Leporini oppure Leborini, che includeva il territorio compreso tra il Tirreno con le isole Ponza e Ventotene, gli Appennini e la fascia meridionale della valle Roveto. Secondo altre fonti, invece, i Leporini, o Leborini, erano stanziati prevalentemente nel territorio oggi occupato dalle città di Giugliano e Aversa.

La Liburia in epoca medievale è diventata Terra di Lavoro, probabilmente per un fenomeno linguistico che ha trasformato la locuzione Terra Liboris (terra di Liborio, o di Liburn) ovvero Terra Liborīs (Terra dei Leborini) in Terra Laboris. Non tutta la Terra di Lavoro, però, ricade nella provincia di Caserta. Alcune tra le maggiori città di questa regione storico-geografica ricadono nella città metropolitana di Napoli; alcuni centri, come Chiaiano e Secondigliano, addirittura sono divenuti quartieri di Napoli. Il cassinate (ex circondario di Sora) e l'ex circondario di Gaeta ricadono rispettivamente nelle province di Frosinone e Latina, afferenti alla regione Lazio.

La Terra di Lavoro, durante l'età romana anche nota come Campania felix, successivamente divenne una divisione amministrativa del Regno di Napoli, chiamata Provincia di Terra di Lavoro e precedentemente Intendenza di Terra di Lavoro (anche Giustizierato di Terra di Lavoro, a seconda delle epoche storiche). Tale circoscrizione amministrativa al momento della sua massima estensione è arrivata a comprendere l'intera Terra di Lavoro dal Liri al Sele, più alcune zone del Sannio.

Il periodo della dinastia dei Borbone di Napoli e il Regno delle Due Sicilie

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Lo stesso argomento in dettaglio: Provincia di Terra di Lavoro (1806-1860) e Reggia di Caserta.

Durante il governo dei sovrani della dinastia dei Borbone di Napoli fu costruita la Reggia di Caserta nella omonima città, e con essa i giardini reali. Furono altresì realizzate opere di bonifica e irrigazione, nonché l'acquedotto carolino. La città di Caserta all'epoca non ancora esisteva. Essa era prevista nel progetto vanvitelliano come città di fondazione, allo scopo di decongestionare la Capitale decongestionandone alcune attività amministrative. Il nome fu scelto da Casa Hirta, nome con cui era noto un piccolo villaggio situato sui monti Tifatini, attuale Casertavecchia. Il comune di Caserta sarebbe poi istituito, insieme con il comune di San Nicola la Strada e altri, nel 1799, anno della rivoluzione napoletana.[La città di Caserta esisteva benissimo, essendo una città di casali con una propria diocesi e un proprio signore locale. La zona del centro, all'epoca chiamata "Torre" e che ospitava il palazzo feudale, è stata semmai rifondata, dopo l'acquisizione da parte della Corona borbonica]

Durante il primo Impero francese con legge 8 agosto 1806, n. 132 circa la suddivisione amministrativa del Regno di Napoli, Giuseppe Bonaparte riformò la ripartizione territoriale del Regno di Napoli sulla base del modello francese. Negli anni successivi (tra il 1806 e il 1811), una serie di regi decreti completò il percorso d'istituzione delle province con la specifica dei comuni che in esse rientravano e la definizione dei limiti territoriali e delle denominazioni di distretti e circondari in cui veniva suddivisa ciascuna provincia. La riforma napoleonica comportò per la provincia di Terra di Lavoro un ridimensionamento territoriale, derivante dall'istituzione della provincia di Napoli, comprendente la capitale del Regno, precedentemente avente uno status peculiare.

La provincia comprendeva importanti centri come Nola, Gaeta (compresa la frazione Mola, attuale Formia), Minturno Castelforte, Sora, Teano, Isola del Liri, Aversa, Venafro, Fondi, San Germano e il capoluogo, Capua (comprendente sia l'attuale comune omonimo sia Sant'Angelo in Formis e Santa Maria, nota come Santa Maria di Capua, quest'ultima divenuta comune a sé acquisendo dapprima la denominazione di Santa Maria Maggiore e poi quella di Santa Maria Capua Vetere); nel 1818 Caserta divenne il nuovo capoluogo del dipartimento, sostituendo Capua.

L'unità d'Italia, il ventennio fascista e la soppressione

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Lo stesso argomento in dettaglio: Provincia di Terra di Lavoro (1860-1927).

Alla fine del 1860, con le modifiche alla legge Rattazzi conseguenti all'annessione del sud al Regno di Sardegna, che nel marzo 1861 mutò la propria denominazione in Regno d'Italia, fu scorporata dalla provincia di Terra di Lavoro anche la parte dell'alta valle del Volturno, aggregata alla provincia di Campobasso (nel 1970 alcuni di quei comuni, tra cui Isernia e Venafro, furono trasferiti alla nuova provincia di Isernia). La Valle Caudina fu invece suddivisa fra la neonata provincia di Benevento e la provincia di Avellino, che inglobò il vallo di Lauro e Baianese.

Nel 1927 il governo Mussolini decise di sopprimere la provincia di Terra di Lavoro,[4] in conseguenza di ciò la parte della provincia da Castelforte in su, cioè il circondario di Sora e il circondario di Gaeta, compresa l'isola di Ponza, passò alla provincia di Roma, mentre la parte da Sessa Aurunca in giù, comprensiva di Caserta, Capua, Marcianise, l'area atellana, l'agro nolano (ad eccezione delle parti ricadenti nella provincia di Avellino), Maddaloni, Arienzo - San Felice e l'agro aversano, passò alla provincia di Napoli.

Alcuni comuni del massiccio del Matese furono ripartiti tra le province di Benevento e Campobasso (alcuni di questi ultimi sarebbero poi passati più tardi alla provincia di Isernia). Pochi mesi più tardi, con l'istituzione della provincia di Frosinone, quasi tutti i comuni della provincia passati alla provincia di Roma confluirono nella nuova provincia. L'ex circondario di Gaeta, compresi i comuni che nel frattempo erano passati alla provincia di Roma, passò poi, nel 1934, alla provincia di Littoria, come pure Ventotene, che sino ad allora aveva fatto parte della provincia di Napoli (circondario di Pozzuoli).

L'occupazione tedesca durante la seconda guerra mondiale

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Lo stesso argomento in dettaglio: Battaglia di Montelungo e Resa di Caserta.

Il territorio della provincia di Caserta fu teatro di guerra da settembre a dicembre 1943, nell'ambito della Campagna d'Italia alleata[5]. Nel complesso in Terra di Lavoro si contarono 2772 caduti civili, di cui 2302 dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943[6]. Vi furono numerosi bombardamenti da parte degli alleati, 109 nel casertano[6], tra cui quello di Capua (1062 morti tra civili e militari[7]), quello di Caserta (circa 300 morti), quello di Caiazzo (circa 300 morti civili), quello di Alife (circa 80 vittime)[6]. I tedeschi, durante la loro progressiva ritirata, compirono diversi massacri, tra cui quello di Bellona (54 vittime), quello di Caiazzo (22 vittime), quello di Sparanise (almeno 27 vittime), quello di Campagnola di Marzano Appio (6 vittime) e quello di Conca della Campania (39 vittime); causando nel complesso circa 800 morti tra i civili[7]. Nella Reggia di Caserta, il 29 aprile 1945, venne firmata la resa incondizionata delle forze nazifasciste in Italia.

Il dopoguerra e la ricostituzione

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Dopo la fine della seconda guerra mondiale, con l'emanazione del decreto legislativo luogotenenziale 11 giugno 1945, n. 373[8], venne istituita la provincia di Caserta, secondo l'attuale configurazione, che comprende circa la metà dell'originaria provincia di Terra di Lavoro. A partire dagli anni 1960 coi primi insediamenti industriali, locati principalmente a sud di Caserta, in particolare a Marcianise, nonché nell'agro aversano, il territorio ha conosciuto un certo sviluppo economico e urbano, agevolato anche in parte dalla nascita, nel 1991, della Seconda Università degli studi di Napoli, oggi chiamata Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli.

Geografia fisica

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Il territorio è occupato a nord del massiccio montuoso degli Appennini formato dal Matese, al centro da monti di modesta altura e da colline e al sud e ad ovest da pianure di diversa tipologia.

Confina a nord con il Lazio (provincia di Latina e provincia di Frosinone) e con il Molise (provincia di Isernia e provincia di Campobasso), a est con la provincia di Benevento, a sud con la città metropolitana di Napoli, a sud-ovest con il mar Tirreno.

Il fiume più importante è il Volturno, che origina però in Molise ed è uno dei fiumi col corso più esteso del sud Italia.

Il massiccio del Matese è composto da montagne di relativa altezza, comunque le più alte della Campania. La massima altezza viene toccata col Monte Miletto (2.050 m) diviso tra Campania e Molise.

Il massiccio è carsico, ricco di acque, anche termali e minerali (come la Lete), di grotte e di laghi di montagna.

La zona centro-settentrionale è separata dalle montagne dell'Appennino dal fiume Volturno. Il fiume scorre nella zona centrale, fino ad aprirsi nella Pianura Campana. Mentre, le alture meridionali, si trovano al confine con la Provincia di Benevento.

Rilevanti sono tre zone montuose:

  • Monte Santa Croce, con il vulcano spento di Roccamonfina, al confine con il Lazio;
  • Monti Trebulani, nel centro-nord della provincia con la vetta principale di Monte Maggiore (1036 m);
  • Monti Tifatini, nel sud della provincia, dove sorge il capoluogo Caserta.

Pianura Campana

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La vasta pianura campana comprende due aree del casertano:

  • Versante settentrionale: la piana del Volturno, di natura prettamente alluvionale, in precedenza paludosa fino all'avvento del regime fascista, ma bonificata in buona parte e dedicata attualmente all'allevamento semibrado dei bufali, soprattutto per la produzione di latte e di mozzarelle.
  • Versante meridionale: agro aversano, area prettamente rurale, un tempo paludosa e bonificata grazie ai Regi Lagni, voluti dai Borbone.

Litorale domizio

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La provincia ha ad ovest uno sbocco sul mare del Golfo di Gaeta composto da una costa bassa e sabbiosa che si estende per circa 45 km. Tre fiumi sfociano sulle sue coste: il Volturno, il Savone e il Garigliano. Il nome deriva dalla via Domiziana, voluta dall'imperatore romano omonimo. Inizia dal fiume Garigliano arrivando fino a Pozzuoli. Un tempo era un'area selvaggia e incontaminata caratterizzata da folte e ampie pinete e da ampie spiagge ricche di macchia mediterranea, area preferita sulla rotta degli uccelli migratori, perché ricca di laghetti e aree umide.

Negli anni '60 e '70 si iniziò ad urbanizzare in modo disordinato, come avvenne ad esempio a Castel Volturno e a Baia Domizia, anche per finalità turistiche. Tra gli anni '80 e '90 questo territorio, in particolar modo i comuni di Castel Volturno e Mondragone, vissero un improvviso incremento demografico e una urbanizzazione selvaggia, troppo spesso illegale. I flussi migratori furono inizialmente alimentati dal trasferimento di molti abitanti in seguito al terremoto del 1980.

Lo stesso argomento in dettaglio: Armoriale dei comuni della provincia di Caserta.
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Comuni della provincia di Caserta
Il gonfalone della provincia

Appartengono alla provincia di Caserta i seguenti 104 comuni:

Comuni più popolosi

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Nella tabella i comuni della provincia di Caserta con più di 17.000 abitanti.[9]

Pos. Stemma Comune Popolazione
(31/08/2022)
Superficie
(km²)
Caserta 72.921 53,91
Aversa 49.784 8,73
Marcianise 38.343 30,00
Maddaloni 36.758 36,53
Santa Maria Capua Vetere 31.899 15,76
Mondragone 28.449 54,00
Castel Volturno 27.907 72,23
Orta di Atella 27.173 10,70
San Nicola la Strada 21.977 4,70
10° Casal di Principe 21.102 23,00
11° Trentola Ducenta 20.200 6,00
12° Sessa Aurunca 20.157 163,00
13° Capua 17.463 48,63

Etnie e minoranze straniere

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Secondo i dati ISTAT, al 1º gennaio 2014 gli stranieri residenti in provincia erano 38.765.

I maggiori gruppi sono quelli di:

Tra il 1999 e il 2000 ha conosciuto un certo sviluppo economico con le esportazioni aumentate del 22%. Sebbene presenti tassi di sviluppo eterogenei, i ritmi di industrializzazione si avvicinano sempre più a quelli della media nazionale. Il valore aggiunto dell'agricoltura tocca il 9,3%, contro il 5,6% del Mezzogiorno e il 3,3% dell'Italia; quello dell'industria è del 24,5%, contro il 20,3% del mezzogiorno d'Italia.

La provincia è leader in Italia nella produzione della mozzarella di bufala campana, prodotto tipico riconosciuto DOC e DOP dal 1993. Qui si concentra, infatti, l'80% del patrimonio bufalino nazionale. Particolarmente significative sono le produzioni di paste alimentari, acque minerali, vino e olio. Rilevante è anche la produzione del tabacco, con il 60% della quota nazionale per la varietà Burley.

Nel territorio vi sono diverse aree industriali e i poli produttivi di eccellenza: high technology (Marcianise - Maddaloni), tessile (S. Leucio), calzaturiero (Aversa) ed anche uno dedicato all'oreficeria, il TARÌ di Marcianise.

La provincia è attraversata da flussi turistici nazionali e internazionali, con 42 km di costa. Tra i luoghi più famosi vi è senza dubbio la reggia di Caserta, voluta da Re Carlo III e progettata dall'architetto Luigi Vanvitelli, sito di elevata rilevanza storica e culturale.

Le attrattive turistiche più famose sono il parco regionale di Roccamonfina-Foce Garigliano e Baia Domizia, meta di turismo a livello nazionale e internazionale.

Trasporti e vie di comunicazione

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Linee ferroviarie

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Nella provincia ci sono un gran numero di linee ferroviarie:

Linee stradali

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Due sono le autostrade che attraversano il territorio:

Strade statali e provinciali

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SS7bis

Sono presenti due scali aerei di rilievo nazionale, ossia l'aeroporto di Caserta-Grazzanise e l'aeroporto di Capua, ambedue aeroporti militari, ma aperti anche al traffico civile.

Metropolitana Regionale

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Lo stesso argomento in dettaglio: Ferrovia Alifana e Linea Napoli-Giugliano-Aversa.

La linea Napoli-Giugliano-Aversa, detta anche linea Arcobaleno (per i colori delle sue stazioni)[10], è una linea gestita da Ente Autonomo Volturno[11] ed è parte del sistema metropolitano regionale campano[12], costituisce la ricostruzione e la riconversione in metropolitana pesante, dell'Alifana bassa, una linea ferroviaria a scartamento ridotto (950 mm) dismessa nel 1976.

Con il suo tracciato suburbano totalmente sotterraneo è la prima metropolitana interprovinciale[13] costruita in Italia, poiché collega il capoluogo campano con il resto della conurbazione a nord della città attraversando l'hinterland napoletano e casertano.

Amministrazione

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Elenco dei presidenti

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Lo stesso argomento in dettaglio: Presidenti della Provincia di Caserta.

Qualità della vita

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Anno Qualità della Vita (Sole 24 Ore)
2008 94º (-2)
2009 103º (-9)
2010 105º (-2)
2011 104º (+1)
2012 98º (+6)
2013 103º (-5)
2014 104º (-1)
2015 108º (-4)
2016 108° (0)
2017 110° (-2)
2018 101° (+9)

Nella consueta indagine annuale sulla "Qualità della vita", relativa all'anno 2017, pubblicata dal quotidiano Il Sole 24 Ore[14] (che prende in considerazione una serie di dati statistici che vanno dal reddito all'occupazione, dalla natalità alla sanità, dai reati alle opportunità per il tempo libero) la provincia di Caserta si è classificata al 107 posto su 107 province, ultima in Italia.

Dati economici

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  • PIL pro-capite (1999) Euro 9.051
  • Imprese attive (2000) 62.270
  • Tasso crescita aziendale (1997/2000) + 6,55%
  • Incremento export (1999/2000) + 22%
  • Valore esportazioni (2000) Euro 1,156 mil
  • Propensione all'export (1999) 11,9

I dati e le informazioni sono estratti dal progetto di marketing territoriale elaborato dal gruppo Valet (Medicacamere scrl - coordinamento; Istituto G.Tagliacarne; Mondimpresa Scpa).

La provincia è tra gli enti decorati al valor militare per la guerra di liberazione, insignita della medaglia di bronzo al valor militare per i sacrifici delle sue popolazioni e per l'attività nella lotta partigiana durante la seconda guerra mondiale[15]:

Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«La provincia di Caserta, pur nel breve periodo dall'armistizio alla sua liberazione, ebbe a subire elevati sacrifici di sangue e vessazioni, internamenti e distruzioni, ad opera di fanatiche unità naziste in ritirata e di devastanti bombardamenti. A Bellona, Caiazzo, Sparanise, Mondragone, Capua ed in altri centri della Provincia, militari sbandati e coraggiosi civili diedero origine a spontanei gruppi partigiani che reagirono eroicamente ai soprusi dell'occupatore con atti di sabotaggio e di ribellione, ai quali dovevano far seguito barbare rappresaglie, che non risparmiarono neppure ministri del clero. Esse, tuttavia, non valsero a fiaccare la indomita volontà di questa nobile Terra di Lavoro, ansiosa di riconquistare il bene supremo della libertà. Caserta a provincia, settembre-ottobre 1943»
— 17 maggio 1996[16]
  1. ^ https://www.casertanews.it/attualita/provincia-caserta-tar-accolto-ricorso-de-rosa-presidente.html
  2. ^ a b Eurostat, Gross domestic product (GDP) at current market prices by NUTS 3 regions, su ec.europa.eu. URL consultato il 26 maggio 2024.
  3. ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2022 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  4. ^ Alberto Perconte Licatese, La soppressione della provincia di Caserta Il provvedimento fascista rimane ancora inspiegabile, su albertoperconte.it, 26 marzo 2011.
  5. ^ La guerra nel settore del Medio Volturno, 1943-44, documentata dai cineoperatori e dai fotografi americani, su academia.edu.
  6. ^ a b c comunedipignataro.it, https://www.comunedipignataro.it/?p=27516.
  7. ^ a b Il calvario di Capua dal bombardamento del 9 settembre alla liberazione, su capuaonline.com. URL consultato l'11 febbraio 2020 (archiviato dall'url originale il 29 dicembre 2019).
  8. ^ Decreto legislativo luogotenenziale 11 giugno 1945, n. 373, in materia di "Ricostruzione della provincia di Caserta."
  9. ^ Bilancio demografico mensile, su demo.istat.it. URL consultato il 17 novembre 2022.
  10. ^ Augusto Cracco e Alessandro Lutri, Sottoterra da Aversa a Napoli, in I Treni, n. 316, 2009, p. 30.
  11. ^ Ente Autonomo Volturno, su eavcampania.it. URL consultato il 28 novembre 2016 (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2013).
  12. ^ Metropolitana Regionale linea arcobaleno (PDF), su metrocampanianordest.it, MetroCampania NordEst. URL consultato il 31 agosto 2011 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2012).
  13. ^ Linea arcobaleno, presentazione (PDF), su docs.google.com, MetroCampania NordEst. URL consultato il 26 maggio 2012.
  14. ^ Dossier Qualità della vita 2010 - Il Sole24Ore, su ilsole24ore.com. URL consultato il 7 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 1º dicembre 2017).
  15. ^ http://www.istitutonastroazzurro.it/istituzionidecoratemedagliaargentovalormilitare.html
  16. ^ [1]

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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