Coordinate: 44°19′03.58″N 7°56′24.4″E

Monasterolo Casotto

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Monasterolo Casotto
comune
Monasterolo Casotto – Stemma
Monasterolo Casotto – Veduta
Monasterolo Casotto – Veduta
Localizzazione
StatoItalia (bandiera) Italia
Regione Piemonte
Provincia Cuneo
Amministrazione
SindacoMichele Borgna (lista civica) dal 9-6-2024
Territorio
Coordinate44°19′03.58″N 7°56′24.4″E
Altitudine726 (min 519 - max 1,066) m s.l.m.
Superficie7,68 km²
Abitanti87[1] (30-4-2024)
Densità11,33 ab./km²
FrazioniCiotti
Sottodivisioni ulterioriBorgata Sottana, Borgata Cravena, Borgata Soprana, Borgata Case Scuole, Borgata Garassini
Comuni confinantiLisio, Mombasiglio, Pamparato, San Michele Mondovì, Scagnello, Torre Mondovì, Viola
Altre informazioni
Cod. postale12080
Prefisso0174
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT004127
Cod. catastaleF329
TargaCN
Cl. sismicazona 3 (sismicità bassa)[2]
Cl. climaticazona F, 3 110 GG[3]
Nome abitantimonasterolesi
Patronosan Giacomo
Giorno festivo25 luglio
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
Monasterolo Casotto
Monasterolo Casotto
Monasterolo Casotto – Mappa
Monasterolo Casotto – Mappa
Posizione di Monasterolo Casotto nella provincia di Cuneo
Sito istituzionale

Monasterolo Casotto (Mostaireu nella varietà alto-monregalese locale, Monasteireu in piemontese[4]) è un comune italiano di 87 abitanti della provincia di Cuneo in Piemonte.

Geografia fisica e antropica

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Monasterolo Casotto si trova su un territorio interamente montagnoso, ad un'altitudine compresa tra i 750 e i 950 m s.l.m.

Monasterolo è diviso in varie Borgate. Le principali sono: Borgata Sottana (Sotan-na), Borgata Case Scuole (Cà dëř Scòre), Borgata Cravena (Cravaina), Borgata Soprana (Sovran-na) e Borgata Garassini (Garascé-n).

È classificato nella zona sismica 3A (sismicità bassa).

Il comune è stato inserito nella zona climatica F ed ha un fabbisogno termico di 3110 gradi giorno. La normativa attuale non pone limiti all'accensione degli impianti di riscaldamento.

Lapide ai caduti
La parrocchiale

Un'antica iscrizione ritrovata presso il santuario di San Colombano attribuisce origini romane al piccolo comune di Monasterolo Casotto, il cui nome va comunque attribuito ad un monastero di Benedettini che qui si insediarono successivamente intorno al 1000[5], ma che vedeva già in epoca longobarda la presenza di un antico monastero di monache benedettine collegato con il convento di Pogliola di Morozzo.

L'aggiunta di “Casotto”, dal nome del torrente che ne solca la valle, risale al 1862, quando un Regio decreto concesse ai Comuni della Provincia di Cuneo la facoltà di adottare un nuovo nome.

In quell'occasione venne anche adottato un nuovo stemma che raffigura una chiesa addossata ad un monastero su cui si erge una torre bianca, contornati da due rami di agrifoglio.

La storia di Monasterolo Casotto vede passarne la proprietà dal Conte di Bredolo a quello di Alba ed al Marchese di Ceva (su disposizione del Marchese Bonifacio di Savona che aveva diviso gli stati nel 1142). I Signori di Monasterolo abitarono il Castello, ormai distrutto, presso il torrente Feia (Faja nel dialetto locale), castello che fu sede di dazio e di giustizia durante le sanguinose “Guerre del Sale” svoltesi tra il 1680 e il 1699.

I territori furono contesi fra il Marchese di Ceva e la corte Sabauda, dopodiché anche gli abitanti di Monasterolo furono coinvolti nelle varie guerre che interessarono il Piemonte prima (in particolare le sanguinose Guerre del sale) e l'Italia in seguito con i conflitti mondiali. Monasterolo fu luogo d'azione di numerose brigate partigiane, in particolare la "FAM Valcasotto", tra il 1943 e il 1945, poi coinvolte nella battaglia della Val Casotto nel 1944 e della tragedia dei rastrellamenti nazifascisti.

Il Comune fu annesso a quello di San Michele Mondovì durante il regime fascista, più precisamente dal 1928 fino al 1947, anno in cui gli fu nuovamente riconosciuta l'autonomia.

Attualmente il paese è diviso in due borgate principali, la Sottana a 735 m di quota e la Soprana a 824 m. A metà strada sorge la chiesa parrocchiale costruita all'inizio del Novecento per unificare le due precedenti parrocchie: quella di San Bernardo in borgata Soprana e quella di S. Antonio in Borgata Sottana. È dedicata ai Santi Giacomo e Giovanni e mantiene la campana che era stata della chiesa di San Bernardo.

Monumenti religiosi e civili e luoghi d'interesse

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Architetture religiose

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  • Santuario di San Colombano: posto su un'altura oltre la borgata Soprana, figura nello stemma comunale e fu costruito intorno all'anno 1000 dai monaci benedettini che lo dedicarono a questo santo di origine irlandese, fondatore della vita monastica nel regno di Francia nel VII secolo. Nelle Valli Monregalesi San Colombano era raffigurato come un soldato romano, forse per simboleggiare il forte legame tra azione religiosa e politica dei monasteri. La chiesa attuale è formata da due corpi di epoca differente: uno longitudinale più antico ma di datazione incerta, con campanile incorporato e uno a pianta quadrata, barocco (datato al 1645). Nel corso degli anni sono state apportate alcune modifiche alla struttura, in ultimo, nel 1884, fu rifatto il porticato con tetto a vista dell'attuale facciata. All'interno sono ancora visibili quadretti ex voto a testimonianza della devozione al Santo, mentre all'esterno vi è l'antica Arbi (termine del dialetto locale per indicare le vasche e le conche), una pietra con incavo dove si racconta che si raccogliesse un liquido oleoso dalle proprietà miracolose[6];
  • Chiesa di San Bernardo: chiesa posta al centro di Borgata Soprana, costituiva fino a inizio XX secolo una delle due parrocchiali del paese insieme alla Chiesa di Sant'Antonio, posta in Borgata Sottana;
  • Chiesa di Sant'Antonio: attualmente sconsacrata, è posta all'inizio di Borgata Sottana di fronte al municipio e costituiva fino a inizio Novecento una delle due parrocchiali del paese insieme alla Chiesa di Bernardo, posta in Borgata Soprana. La piazza antistante a essa e al municipio è attualmente oggetto di riqualificazione[7];
  • Chiesa di San Giacomo: chiesa parrocchiale costruita all’inizio del 1900 per unificare le due precedenti parrocchie: quella di San Bernardo in borgata Soprana e quella di S. Antonio in borgata Sottana. È dedicata ai Santi Giacomo e Giovanni e mantiene la campana che era stata della chiesa di San Bernardo.

Architetture civili

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  • Complesso fortificato del Castello Medievale del Marchesato di Ceva: presente all'uscita dal paese (Borgata Sottana), costituisce sito archeologico nel quale rimane visibile parte della cinta muraria e la Torre, esplorabile all'interno mediante una scala di recente costruzione che permette di raggiungerne la cima e di godere della vista panoramica sull'intera valle circostante[8]. La fine del castello viene attribuita ad Amedeo VIII di Savoia che nel 1414 lo distrusse assieme a quello di Pamparato. Oggi sono ancora visibili alcuni spezzoni del muro ed è leggibile il tessuto perimetrale assieme alla torre che, ancora pressoché integra, sfida il tempo[6]. Il complesso fortificato dell'antico castello è stato oggetto di restauro e valorizzazione storico-archeologica in anni recenti[9] da parte dell'Università di Torino[10] e, sul sito del Fai[11], nella sezione "Luoghi del cuore", è possibile votare la torre;
  • Panchina Gigante, dal caratteristico colore arancione, dalla quale è possibile ammirare il vasto panorama delle montagne circostanti e della pianura monregalese sottostante. Questa panchina fa parte del progetto Big Bench Community Project, nel quale sono comprese le numerose Panchine Giganti presenti nel territorio della Provincia di Cuneo, in particolare nelle vicine Langhe.
  • Vecchia cava di marmo di Valtardita (Val Tardìa): accessibile percorrendo il sentiero che dalla Colla scende verso Scagnello, vi si estraevano fino agli anni '60 marmi neri e verdi[12]. La cava fu poi chiusa per gli eccessivi costi di gestione ed estrazione.

Sentiero del Landandé

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Il territorio comunale, in particolare le borgate Soprana e Garassini, sono attraversate dal 2021 dall'Anello Giallo del "Sentiero del Landandé" (in dialetto monregalese: Dove andare)[13], percorso lungo poco più di 9 km da effettuare a piedi e in mountain bike che si articola sulle vie di collegamento, asfaltate e sterrate-boschive, tra Monasterolo e i paesi confinanti, in particolare Viola.

Lungo il percorso del Landandé, specificamente nel punto conosciuto come "La Colla" (Řa Còla) è possibile visitare la locale Panchina Gigante[14].

Evoluzione demografica

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Lo spopolamento delle valli alpine ha determinato, a partire dal 1871, una perdita del 85% della popolazione residente. Abitanti censiti[15]

Negli ultimi 3 decenni questo paesino in inverno è stato abitato dai soli residenti: negli ultimi anni, con l'organizzazione delle ciaspolate dopo le nevicate e in virtù del sentiero del Landandé, la tendenza si è parzialmente modificata. In estate il paese si popola di villeggianti, in maggioranza torinesi (solitamente membri o discendenti di famiglie originarie del luogo) e liguri, ma anche stranieri.

Negli ultimi anni ha aperto in Borgata Soprana un negozio che, oltre al servizio bar, fa da rivendita di prodotti tipici gestito direttamente da una famiglia residente. La locale Pro Loco, durante l'estate, viene gestita dai giovani che vivono in paese e/o vi si recano in villeggiatura, i quali organizzano cene, castagnate ed eventi sportivi seguite, non di rado, da serate musicali e danzanti in piazza o presso il locale campo sportivo.

Lingue e dialetti locali

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Il dialetto locale costituisce una varietà specifica dei dialetti piemontesi classificati come alto-monregalesi. Esso è connotato da un'attitudine all'indurimento e all'ingrossamento generalizzato dei suoni nella fonetica – il che lo fa percepire all'ascolto e alla pronuncia come più "massiccio" e "secco" – che si inscrive nella complessiva conservazione di tratti arcaici nel vocabolario e nel lessico, questi ultimi fortemente originali e generalmente intrisi, appunto, di arcaismi e termini propri (es: svoerà, "allungato per terra"; entsampironesse, "inciampare"). Di seguito sono elencati alcuni dei tratti che lo rendono peculiare nell'ambito delle parlate del monregalese, non di rado indicatori di un continuum linguistico-geografico con e tra le parlate delle zone circostanti (langarolo, Val Tanaro e val Bormida)[16]:

  • Tratto costante, specifico e inconfondibile del dialetto monasterolese è la trasformazione delle finali in -ìn, che si aprono fino a diventare -é-n (sigilìn > sigilé-n), e delle finali in -ón, che si trasformano in -ò-n (dabón > dabò-n). In entrambi i casi appena citati e in tutte le parole che terminano con la -n, la pronuncia della 'n' finale è solitamente tagliata (pà-n, sigilé-n, dabò-n), se la parola si trova alla fine di una frase (spesso avviene anche nel mezzo di una frase), oppure molto leggera e più palatale che faucale (), in particolare se deve legarsi eufonicamente alla parola successiva. Tale tratto è assai peculiare del dialetto monasterolese, ravvisabile secondo una certa "parentela" linguistica anche nelle parlate circostanti, come quelle di Viola e di Garessio[17] (sebbene quest'ultima presenti maggiori influssi delle parlate della zona geograficamente adiacente di Albenga).
  • La n faucale (-ŋ) tende a raddoppiarsi, in maniera tuttavia differente per pronuncia e trascrizione rispetto a quella monferrina e ligure: mon. n-n ≠ monf. e lig. nn-. Nello specifico, viene prima pronunciata la faucale e poi la nasale semplice.
  • In appendice al punto precedente, pressoché tutte le parole che nel piemontese di koiné e nel monregalese sono pronunciate con la o/ó subiscono processi di velarizzazione e vengono pronunciate con la ò: torna > tòrna, "di nuovo"; corea > còrea, "cintura"; lord > lòrd, "sporco"; forn > fòrn, "forno"; roa > ròa, "ruota". Tale regola vale nella coniugazione dei verbi, in particolare per la terza persona plurale, la cui desinenza viene tendenzialmente pronunciata -ò-n (la pronuncia della n è solitamente tagliata ma si può talvolta avvertire, per motivi di eufonia o di semplice discrezione della persona che la opera): es. pìjò-n, "prendono"; pàgò-n, "pagano"; travajàvò-n, lavoravano. In quest'ultima fattispecie, essa può anche essere pronunciata con la classica o del piemontese di koiné.
  • La coniugazione della prima persona singolare dei verbi esci (essere), andé (andare), sté (stare) e (dare), influenzata dal punto sopra elencato, è irregolare e condizionata dalla presenza di una vocale o di una consonante a seguire (vedansi le tabelle sottostanti): le forme mi i sò-n, mi i vò-n e mi i dòn e in mi i sògn/vògn/stògn/dògn (se seguito da vocale) o mi i sòin/vòin/stòin/dòin (se seguito da consonante). In presenza di altro accento all'interno della stessa parola, l'accento sulla lettera o sta a indicare la pronuncia.
  • La seconda persona singolare al presente indicativo del verbo voràj (volere) non è veuri, come nel resto del monregalese, ma veu.
  • La coniugazione indicativa imperfetta della prima persona plurale dei verbi ausiliari esci e avàj e dei verbi irregolari (tranne andé e ) differisce da quella del monregalese: emo > ereomo, "eravamo"; amo > aomo, "avevamo"; samo > saomo, "sapevamo"; stamo > staomo, "stavamo"; famo > faomo, "facevamo"; damo > daomo, "davamo".
  • Il fonema /æ/, ovvero la /e/ aperta o /è/, si sposta con regolarità verso una /a/ (esempi: chiel > chial, "egli"; servaj > sarvaj, "selvaggio"; vegghe > vagghe, vedere; beiché > baiché, "guardare") o verso il dittongo /ài/, specie se seguita da consonanti nasali: es. censa > ciainsa, "tabaccaio"; risorent > ridzoraint, "arrugginito"; strument > strumaint, "rogito notarile"; cioenda > s-cioaindora, "siepe"; lenga > laingua, "lingua"; ginever/dzenevrin > dznaivr, "ginepro"; semper > saimpre, "sempre".
  • Parallelamente, contenendo la /e/ aperta, i dittonghi èi ed èj si třasformano rispettivamente in ài e àj: es. chiej > chiaj (essi), savej > savaj (sapere), candeila > candaiřa (candela), pei(d) > pai(d) (quanto, in senso comparativo), feissmo > faissmo (facessimo).
  • Molto presente è la pronuncia della ä ('a' tonica velarizzata), ovvero la /a/ tonica che diventa oppure tende ad una /o/ oppure una vocale intermedia tra /a/ e /o/, soprattutto se essa si trova nella penultima sillaba della parola.
  • Quando è tonica, la u viene pronunciata ø (grafia apposita: ū) quando in finale di parola o seguita da nasale.
  • Per quanto riguarda i pronomi clitici soggetto, la i può trasformarsi in /é/ (/e/ chiusa) anche (e soma, e sai, e sò-n= siamo, siete, sono).
  • Alcune parole vedono il passaggio saltuario, a inizio parola, di della g- sorda a /dz/: es. giovo > dzovo, "giovane"; gio(v)é > dzo(v)é, "giocare"; giù > dzù, "giù".
  • Assai variegata è la trasformazione della sibilante s, con fenomeni fonetici in continuità con i vicini dialetti alto langaroli e alto monferrino (conservazione dei foni [ʃ] e [ʒ], velarizzazione di [a] tonica, e rotacismo e indebolimento di [ɾ] e [l]):
    • Molto frequente è l'indurimento quando ha suono sordo (/s/), che risulta nella conservazione delle arcaiche consonanti affricate alveolari [ts] e [dz] – pressoché scomparse nel piemontese moderno – all'inizio della parola (es. sina > tsaina, "cena"; > tsì, "qui"; siola > tsiola, "cipolla"), dopo consonante in corpo di parola (es. sensa > saintsa, "senza"; smensa > smaintsa, "semi, semenza") e quando ha suono sonoro (/z/) in fine di parola (nas > nadz).
    • Nell'ottica di generale indurimento e ispessimento dei suoni tipici connaturata al monasterolese, può avvenire, affinemente al ligure, anche il passaggio dalla /s/ alla /sc/ (/ʃ/) – o a un suono a essa comunque molto simile – sia dopo consonante in corpo di parola (forsi > forsci, "forse") sia a inizio parola, sia se seguita da vocale sia se seguita da consonante: es. sortì > sciortì, "uscire"; sèleri > scèleri, "sedano"; s-tembr > sc-taimbr, "settembre"; > sciù, "su".
    • Se tra due vocali in corpo di parola, il suono sibilante può anche trasformarsi in ĝ (ʒ), come nel biellese e affinemente alla j francese e alla x ligure (la pronuncia, tuttavia, è più leggera rispetto alle varietà appena citate): ad esempio, rasón > raĝò-n, "ragione". Ciò può accadere anche in finale di parola: doĝ, "fonte"; Biäĝ, Biagio. La ĝ può presentarsi anche a inizio parola: es. ĝarbora, liana.
    • La s sorda, laddove rappresentata con /ss/ nel piemontese di koiné, si può presentare in fine di parola come [ts] (fàss > fàts, "falso"; pniss > pnits, "ricci delle castagne"; trassé > tratsé, "tracciare", "camminare lasciando impronte"), tra due vocali in /sc/ (spressia> sprescia, "fretta" (la 'i' va pronunciata distintamente; pasciò-n, palo). Talvolta, può avvenire anche la trasformazione in ĝ: pressi > preĝi (prezzo).
  • La negazione si declina, oltre che in pa, prevalentemente in naint (raramente nent): es. mi i seu naint, io non so.
  • La v in finale di parola rimane sonora e mantiene tendenzialmente la stessa pronuncia della v in italiano (/v/) (ciav, chiave; pav, paura); anche quando intervocalica, differentemente dal piemontese di koiné tende a non cadere: es. tävo, "tavola"; dzovo, "giovane".
  • La r, se posta alla fine della parola, cade e non viene pronunciata: es. ciàir > ciài', "chiaro", màir > mài', "magro"; nàir > nài', "nero"; veir > vai', "vero".
  • Presenta l'esito ['wɛ] laddove il piemontese ha solitamente ['ɔj] (doèra e non dòira) e, pertanto, i dittonghi òi, ói ed eu(i) si trasformano in : es. emsòira > mansoèra (falce), tosóira > tosoèra (forbici), veuid > voèd (vuoto), mi i meur > mi i moèr (io muoio).
  • La sillaba AL del latino davanti a consonante dentale o palatale, che nel piemontese occidentale passa ad [ɑɫ] e poi ad [ɑw], vede cadere in maniera costante la semivocale [w] in [ɑw] come negli altri dialetti piemontesi sud-orientali: ät ≠ aot, "alto"; cäd ≠ caod, "caldo"[18]; fäts ≠ faoss, "falso"; pata ≠ paota, "fango"; cadera ≠ caodera, "caldaia".
  • Se poste tra consonante occlusiva labiale e/o dentale e liquida rotica ('r'), le vocali (specialmente e, o e il dittongo eu) si spostano dopo quest'ultima. Tale fenomeno di metatesi si verifica per la "-e-" con regolare frequenza, che diventa costante quando inserita nell'ultima sillaba della parola: es. numer > numre, "numero"; vëdder > vëddre, "vetro"; pèver > paivre, "pepe"; cocòmber > cocòmbre, "cetriolo", pèra > prèa[19], "pietra"; deurmì > dromì, "dormire"; steurmesse > stromesse, "nascondersi"; deurbì > drobì, "aprire". Talvolta essa può cadere del tutto: setember > s(c)-taimbr, "settembre".
  • La particella pronominale e avverbiale ne si trasforma in nò-n: es. mi i 'm nòn vògn, "io me ne vado".
  • L'evoluzione palatale del nesso latino -CT- (-CC) si verifica raramente nei participi passati dei verbi della prima coniugazione, che solitamente terminano direttamente in : es. andà/(ë)stà invece di andacc/stacc (andato, stato)[20].

Articoli determinativi

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  • maschile singolare: ëř oppure o
  • maschile plurale: ij
  • femminile singolare: řa
  • femminile plurale: ëř, ij

Articoli indeterminativi

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  • ū-n, ën
  • un-na, na

- prima coniugazione in

- seconda coniugazione in -e (ledze, vagghe; la pronuncia della -e finale è generalmente tagliata)

- terza coniugazione in -aj

- terza coniugazione in

Presente indicativo

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Persona essere avere sapere fare dare stare andare dire 1°coniugazione (es: parlare) 2°coniugazione (es: leggere) 3°coniugazione (es: uscire)
Mi i sò-n i r' / j'heu i seu i fass i dògn i stògn i vògn i diĝ i pärl i ledz i sceurt
Ti i r'è i r'hà ët / i sà ët / i fà i dà i stà i và ët / i diĝi ët / i pärli ët / i ledzi ët / i sceurti
Chial/Chila o/a r'è o/a r'ha o/a sa o/a fa o/a da o/a sta o/a va o/a diĝa o/a pärla o/a ledza o/a sceurta
Nijäcc i soma i r' /j'oma i soma i foma i doma i stoma i andoma i dima i pärloma i ledzoma i sciortima
Voijäcc i sài i r' / j'hài i sài i fài i dài i stài i andài/vài i diĝi i pärli i lèdzi i sceurti
Chiaj/Chile i sò-n i r' /j'ha-n i sa-n i fa-n i da-n i sta-n i va-n i diĝò-n i pärlò-n i lèdzò-n i scèurtò-n

Imperfetto indicativo

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Persona essere avere sapere fare dare stare andare dire 1°coniugazione (es: parlare) 2°coniugazione (es: leggere) 3°coniugazione (es: uscire)
Mi i r'eva i r' /j'äva i säva i fäva i däva i stäva i andäva i diva i parläva i ledzäva i sciortiva
Ti t'evi/r'evi t'/r'ävi i sävi ët / i fävi ët / i dävi i stävi i andävi ët / i divi ët / i parlävi ët / i ledzävi ët / i sciortivi
Chial/Chila o/a r'eva o/a r'äva o/a säva o/a fäva o/a däva o/a stäva o/a andäva o/a diva o/a parläva o/a ledzäva o/a sciortiva
Nijäcc j’ereomo i r' /j'aomo i saomo i faomo i daomo i staomo i andämo i dimo i parlämo i ledzämo i sciortimo
Voijäcc j/i r’evi i r' /j'ävi i sävi i fävi i dävi i stävi i andävi i divi i parlävi i ledzävi i sciortivi
Chiaj/Chile j/i r’evò-n i r' /j'ävò-n i i sävò-n i fävò-n i dävò-n i stävò-n i andävò-n i dìvò-n i parlävò-n i ledzävò-n i sciortìvò-n

Futuro indicativo

Persona essere avere sapere fare dare stare andare dire 1°coniugazione (es: parlare) 2°coniugazione (es: leggere) 3°coniugazione (es: uscire)
Mi i sareu i / j'avreu i savreu i fareu i dareu i stareu i andreu i direu i parlreu i ledzreu i sceurtreu
Ti ët / i sarà ët / i avrà ët / i savrà ët / i farà ët / i darà ët / i starà ët / i andarà ët / i dirà ët / i parlrà ët / i ledzrà ët / i sceurtrà
Chiel/Chila o/a sarà o/a avrà o/a savrà o/a farà o/a darà o/a starà o/a andarà o/a dirà o/a parlrà o/a ledzrà o/a sceurtrà
Noi/Nijäcc i saroma i avroma i savroma i faroma i daroma i staroma i andaroma i diroma i parlroma i ledzroma i sciortroma
Voi/Voijäcc i sarài i avrài i savrài i farài i darài i starài i andarài i dirài i parlrài i ledzrài i sceurtrài
Chiaj/Chile i sarà-n i avrà-n i savrà-n i farà-n i darà-n i starà-n i andarà-n i dirà-n i parlrà-n i ledzrà-n i sceurtrà-n

Presente congiuntivo

Persona essere avere sapere fare dare stare andare dire 1°coniugazione (es: parlare) 2°coniugazione (es: leggere) 3°coniugazione (es: uscire)
Mi i sèa i r' /j'aggia i saccia i fatsa i dògna i stògna i vògna i diĝa i pärla i ledza i sceurta
Ti 't / i sèe 't' / i r'aggi i sacci ët / i fatsi i dògni i stògni i vògni ët / i diĝi ët / i pärli ët / i ledzi ët / i sceurti
Chial/Chila o/a sèa o/a r'aggia o/a saccia o/a fatsa o/a dògna o/a stògna o/a vògna o/a diĝa o/a pärla o/a ledza o/a sceurta
Nijäcc i sèo i r' /j'aggio i saccio i fatso i dògno i stògno i vògno i diĝo i pärlo i ledzo i sceurto
Voijäcc i sèi i r' /j'aggi i sacci i fatsi i dògni i stògni i vògni i diĝi i pärli i ledzi i sceurti
Chiaj/Chile i sèo i r' /j'aggio i saccio i fatso i dògno i stògno i vògno i diĝo i pärlo i ledzo i sceurto

Imperfetto congiuntivo

Persona essere avere sapere fare dare stare andare dire 1°coniugazione (es: parlare) 2°coniugazione (es: leggere) 3°coniugazione (es: uscire)
Mi i fossa i r' /j'avàissa i savàissa i fàissa i dàissa i stàissa i andàissa i disàissa a parlàissa a ledzàissa a sciortissa
Ti 't / i fossi 't' / i r'avàissi 't / i savàissi ët / i fàissi i dàissi ët / i stàissi i andàissi ët / i disàissi ët / i parlàissi ët / i ledzàissi ët / i sciortissi
Chiel/Chila o/a fossa o/a r'avàissa o/a savàissa o/a fàissa o/a dàissa o/a stàissa o/a andàissa o/a disàissa o/a parlàissa o/a ledzàissa o/a sciortissa
Noi/Nijäcc i fossmo i r' /j'avàissmo i savàissmo i fàissmo i dàissmo i stàissmo i andàissmo i disàissmo i parlàissmo i ledzàissmo i sciortissmo
Voi/Voijäcc i fossi i r' /j'avàissi i savàissi i fàissi i dàissi i stàissi i andàissi i disàissi i parlàissi i ledzàissi i sciortissi
Chiaj/Chile i fosso j' / r'avàisso i savàisso i fàisso i dàisso i stàisso i andàisso i disàisso i parlàisso i ledzàisso i sciortisso

Presente condizionale[21]

Persona essere avere sapere fare dare stare andare dire 1°coniugazione (es: parlare) 2°coniugazione (es: leggere) 3°coniugazione (es: uscire)
Mi i sarèa i / j'avrèa i savrèa i farèa i darèa i starèa i andrèa i dirèa i parl-rèa i ledzrèa i sceurtirèa
Ti 't / i sarèi 't'/ j'avrèi i savrèi ët / i farèi ët / i darèi i starèi i andrèi ët / i dirèi ët / i parl-rèi ët / i ledzrèi ët / i sceurtirèi
Chial/Chila o/a sèa o/a avrèa o/a savrèa o/a farèa o/a darèa o/a starèa o/a andrèa o/a dirèa o/a parl-rèa o/a ledzrèa o/a sceurtirèa
Nijäcc i sarèmo/sèimo i / j'avrèmo i savrèmo i farèmo i darèmo i starèmo i andrèmo i dirèmo i parl-rèmo i ledzrèmo i sceurtirèmo
Voijäcc i sarèi i / j'avrèi i savrèi i farèi i darèi i starèi i andrèi i dirèi i parl-rèi i ledzrèi i sceurtirèi
Chiaj/Chile i sarèo/ò(-n) i / j'avrèo/ò-n i savrèo/ò-n i farèo/ò-n i darèo/ò-n i starèo/ò-n i andrèo/ò-n i dirèo/ò-n i parl-rèo/ò-n i ledzrèo/ò-n i scèurtirèo/ò-n

Participio passato[21]

essere avere sapere fare dare stare andare dire 1°coniugazione (es: parlare) 2°coniugazione (es: leggere) 3°coniugazione (es: uscire)
(ë)stà avù savù fäcc (ë)stà andà dicc parlà ledzù sciortì

Verbi modali

Voraj

Persona presente indicativo imperfetto indicativo Futuro indicativo Presente congiuntivo Imperfetto congiuntivo Presente condizionale Participio passato
Mi i veuj i voäva i vorereu i veura i voàissa i vorèa vojù
Ti 't / i veu 't / i voävi 't / i vorerà 't / i veuri 't / i voàissi 't / i vorèi Gerundio
Chiel/Chila o/a veu o/a voäva o/a vorerà o/a veura o/a voàissa o/a vorèa Vorànd
Noi/Nijäcc i voma i voämo i voreroma i veuro i voàissmo i vorèmo
Voi/Voijäcc i veuri i voävi i vorerài i veuri i voàissi i vorèi
Chiaj/Chile i veurò-n i voävò-n i vorerà-n i veuro i voàisso i vorèo/ò(-n)

Dovaj

Persona presente indicativo imperfetto indicativo Futuro indicativo Presente congiuntivo Imperfetto congiuntivo Presente condizionale Participio passato
Mi i deuv i doväva i dovreu i deuva i doàissa Mi i dovrèa dovù
Ti 't / i deuvi 't / i dovavi 't / i dovrà 't / i deuvi 't / i doàissi 't / i dovrèi Gerundio
Chiel/Chila o/a deuva o/a doväva o/a dovrà o/a deuva o/a doàissa o/a dovrèa dovànd
Noi/Nijäcc i do(v)oma i dovämo i dovroma i deuvo i doàissmo i dovrèmo
Voi/Voijäcc i deuvi i dovavi i dovrài i deuvi i doàissi i dovrèi
Chiaj/Chile i dèuvò-n i dovavò-n i dovrà-n i deuvo i doàisso i dovrèo/ò(-n)

Podaj

Persona presente indicativo imperfetto indicativo Futuro indicativo Presente congiuntivo Imperfetto congiuntivo Presente condizionale Participio passato
Mi i peus i päva i podreu i peussa i podàissa i podrèa podù
Ti 't / i peu 't / i pävi 't / i podrà 't / i peuri 't / i podàissi 't / i podrèi Gerundio
Chiel/Chila o/a peu o/a päva o/a podrà o/a peussa o/a podàissa o/a podrèa podànd
Noi/Nijäcc i po(v)oma i pämo i podroma i peuro i podàissmo i podrèmo
Voi/Voijäcc i peuri i pävi i podrai i peuri i podàissi i podrèi
Chiaj/Chile i peurò-n i pävò-n i podrà-n i peuro i podàisso i podrèo/ò(-n)

Il grafema /ä/ indica in grafia piemontese la /a/ tonica velarizzata.

Giorni della settimana
Monasterolese Piemontese di koiné

e Monregalese

Monferrino Ligure
Lùnes-dì Lùnes Lunesdé Lunesdì
Màrtes-dì Màrtes Matërsdé Mâtesdì
Mèrcol-dì Mèrcol Mercoldé Mâcordì
Giòbia Giòbia Zèubia/zògia Zéuggia
Vënner-dì Vënner Venardé Venardì
Saba-dì Saba Sabadé Sabbò
Duminica Duminica Dominica/domegna Domenega
Numeri cardinali
Numero Piemontese di koiné Monasterolese Monregalese
1 un ūn un[controllare]
2 doi doi doi
3 tre trai tre
5 sinch tsinch sinch
8 eut eucc eut
10 des dedz des
11 óndes (o onze) ondze ondze
12 dódes (o doze) dodze dodze
13 tërdes (o treze) tërdze tërdze
14 quatòrdes (o quatorze) quatòrdze quatòrdze
15 quìndes (o quinze) quìndze quìndze
16 sëddes (o seze) sëdze sëdze
18 disdeut disdeucc disdeut
50 sinquanta tsinquanta sinquanta
60 sessanta scianta sessanta
70 stanta sc-tanta stanta
100 sent tsaint sent
200 dosent dodzaint dosent
1000 mila mila mila
100000 milión miliò-n milión

Dichiarazione universale dei diritti umani, art. 1

Tucc ij òm i nàsciò-n libre e uguaj për dignità e dricc. A r'han na raĝò-n e na cosciaintsa e a r'han da comportesse j'ūn con j'àcc con ëspìrit ëd fradlantsia.

La parabola del Figliol Prodigo

Ant l'ora o-j eva un òm ch'o r'äva doi fiji.

Ën dì ër pì dzovo o-r'ha dìje: "Päre, dème tucc lò ch'o 'm toca 'd'ra mia part d'ardità!" e 'r päre o-r'ha dàje lò ch'o-j tocäva.

Passà quaich dì e rapatsà tucc, chial o r'è partìsnò da cà pr'ūn paìs lonta-n e o r'ha sgairà tucc ër facc sò a ërmoresse e fé 'r badago.

Quand o r'ha spaindù tucc, a r'è vnùje 'nt col paìs 'na carestìa e chial o r'ha tacà ad esci pòvre e ad avaj fam.

Andàsnò da là e a gangatsò-n, o r'è andà a servitsi d'ën sitadè-n ch'o r'ha mandàlo a vardé i crè-n. O r'ava tancia ëd cola fam ch-o sarea mangiasse 'r giande d'ij crè-n, ma gnūn o-j dava naint.

Adàssnò ëd com o r'eva butà, o crotoräva e o diva: "Quance përsòn-ne 'd servitsi ant ra cà ëd mè päre a r'han ëd pà-n fin ch'a veurò-n; mi tsì i moer a ptit feu ëd fam! Ah! I partireu, andreu da mè päre e i-j

direu: "Päre, mi r'heu mancà contra ër ciel e contra ëd voi; i sò-n pì naint degn d'esci ciamà vòst fij; pijème coma 'na vòsta përsonn-a ëd servitsi". Doca o r'è tornàsnò-n da sò päre.

O r'eva 'ncó dëscòst e sò päre o r'ha s-ciairälo: sò fij o-j fäva compasciò-n e paina e, andäje 'ncontra, o r'ha 'mbratsàlo e baĝàlo. E 'r fij o r'ha dìje: "Päre, mi r'heu mancà contra ër ciel e contra ëd voi; i mèrit pì naint d'essi ciamà vòst fij". E 'r pare o r'ha dicc aj domestich: "Pràst, tirè feura ër vestì pì bèl e butè-j-ro a còl; butèje r'anèl ant ër dìl e dèje ër scarpe bon-ne! Peu pijè 'r vitlòt pì grass e matsè-ro, paràj lo mangioma e foma festa. Sò fij tsì o r'eva mòrt e o r'è arsuscità; o r'eva pardusse e o r'è tornà". Paraj a r'ha-n tacà a fè festa.

Ër fij pì vèj o r'eva 'nt ij camp; ruvand a cà, o r'ha saintì ër ciadèl e o r'ha ciamà un servitor: '"Còs'o r'è-lo tucc ës bordèl?" E chial-lì o r'ha dìje: "Vòst frèl o r'è tornà e vòst päre o r'ha fäcc matsè 'n bèl vitlòt përché o r'è tornà sa-n e särv". Alora a chial a r'è montaje la flin-na e o r'ha facc ër spluve, tant ch'o voräva pì naint ëntrè.

Ma ër pare o r'è sciortì e o r'ha comaintsà a preghè-lo. E l'àtr o r'ha dicc a sò päre: "Mi i sò-n tanci agn ch'e'v sarv saintsa mai disubidì e j'hai mai dàme manch ën cravòt da mangème con ij mè amiĝ; Invece, apaina sò vòst fij o r'è tornà dòp o r'è mangiasse tucc lò ch'o j'ava con ër bagasce, j'hai subit fäcc matsè 'r vitlòt bò-n".

E 'r päre o-j ha dìje: "Oh, mè fieul, ti r'ha raĝò-n, ti r'è saimpre dacant a mi e lò ch'o r'è mè o r'è tò. Ma o vintäva bè-n fè festa, përchè tò frèl o r'eva mòrt e o r'è 'rsuscità; o r'eva pardùsse e o r'è tornà"

Amministrazione

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Il municipio

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
11 luglio 1985 1º giugno 1990 Michele Borgna Democrazia Cristiana Sindaco [22]
1º giugno 1990 24 aprile 1995 Michele Borgna Democrazia Cristiana Sindaco [22]
24 aprile 1995 14 giugno 1999 Michele Borgna tendenti partito popolare italiano Sindaco [22]
14 giugno 1999 14 giugno 2004 Michele Borgna - Sindaco [22]
14 giugno 2004 8 giugno 2009 Giuseppe Livio Bertone lista civica Sindaco [22]
8 giugno 2009 26 maggio 2014 Giuseppe Livio Bertone lista civica Sindaco [22]
26 maggio 2014 27 maggio 2019 Luca Bertone lista civica: Progresso Innovazione Sindaco [22]
27 maggio 2019 10 giugno 2024 Luca Bertone lista civica: Progresso Innovazione Sindaco [22]
10 giugno 2024 In carica Michele Borgna Sindaco

Altre informazioni amministrative

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Il comune faceva parte della comunità montana Alto Tanaro Cebano Monregalese[23]. Attualmente non afferisce a nessuna delle comunità montane circostanti (Unione Montana Valli Tanaro e Casotto e Unione Montana Valli Monregalesi).

Impianti sportivi

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  • Campo sportivo (calcio, pallavolo, pallacanestro; d'estate anche beach volley)
  1. ^ Dato Istat - Popolazione residente al 30 aprile 2024 (dato provvisorio).
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ gioventurapiemonteisa.net, https://www.gioventurapiemonteisa.net/wp-content/uploads/docs/toponomastica%20piemonteisa.pdf.
  5. ^ Storia del Santuario di San Colombano sul portale saintcolumban.eu
  6. ^ a b comune.monasterolocasotto.cn.it, https://www.comune.monasterolocasotto.cn.it/GuidaalPaese?idpagina=31855&idcat=4859.
  7. ^ Monasterolo Casotto: il Comune prosegue il progetto per riqualificare la borgata Sottana, su www.provinciagranda.it. URL consultato il 10 ottobre 2023.
  8. ^ Monasterolo Casotto ha inaugurato la nuova scala per salire in cima alla torre, su www.provinciagranda.it. URL consultato il 18 agosto 2023.
  9. ^ Redazione ArcheoMe, PIEMONTE | Il complesso fortificato di Monasterolo Casotto, su ArcheoMe, 9 dicembre 2019. URL consultato il 13 marzo 2023.
  10. ^ Monasterolo Casotto. Torre e resti degli edifici medievali. Risultati dell'assistenza archeologica e preliminare intervento di documentazione e di studio delle evidenze strutturali., su iris.unito.it. URL consultato il 13 marzo 2023.
  11. ^ TORRE DEL CASTELLO | I Luoghi del Cuore - FAI, su fondoambiente.it. URL consultato il 13 marzo 2023.
  12. ^ Testi delle risposte scritte ad interrogazioni della I Legislatura (PDF), su legislature.camera.it, p. 21192.
  13. ^ Anello 9km di Monasterolo, su Sentiero Landandè. URL consultato il 13 marzo 2023.
  14. ^ Panchina Gigante di Monasterolo, su Sentiero Landandè. URL consultato il 13 marzo 2023.
  15. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.
  16. ^ Nicola Duberti, Alta Val Tanaro. URL consultato il 24 marzo 2023.
  17. ^ Ibidem.
  18. ^ Si confronti con quanto descritto, relativamente ai finitimi dialetti dell'Alta Val Bormida, in: Mair Parry, Parluma 'd Còiri. Sociolinguistica e grammatica del dialetto di Cairo Montenotte
  19. ^ Relativamente a questo termine, è assai probabile che costituisca una mutazione del termine piemontese arcaico preja, diffuso trasversalmente in tutto il Piemonte ancora oggi. La singolarità di tale mutuazione - comune anche al dialetto di Montaldo Mondovì (v. https://www.poesiadelnostrotempo.it/remigio-bertolino/), peraltro, si mostra appieno nel confronto con il termine prìa, dall'assonanza più ligure, usato ad esempio nelle parlate della confinante Val Mongia e, probabilmente, derivante da un pari processo di mutuazione differenziato dal differente influsso e contatto con la lingua ligure.
  20. ^ Tale regola non si applica al verbo , il cui participio passato è facc come nel monregalese ordinario.
  21. ^ a b Si confronti con: Nicola Duberti, Alta Val Tanaro.
  22. ^ a b c d e f g h http://amministratori.interno.it/
  23. ^ Comunità montana Alto Tanaro Cebano Monregalese, su vallinrete.org. URL consultato l'11 maggio 2011 (archiviato dall'url originale il 30 ottobre 2013).

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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