38. Di qui si parte, ed apre uno stipetto.
D’intagli e d’arabeschi ornato e ricco,
E trova due cassette di belletto,
Cert’altre di pezzette e d’orichicco1
Una di biacca, e in una un bel vasetto
Che dà l’acqua da rogna per lambicco;
’N un’altra, ch’elle furon fino a dieci,
Ellera2 a mazzi e un bel tascon di ceci. 39. Ad un casson di ferro va da zezzo,
E quivi trova il morto3 ma da vero;
Chè i diamanti e le gioie di gran prezzo
Non v’hanno4 che far nulla e sono un zero;
Perchè si tratta ch’e’ vi fosse un vezzo
Di perle, che sebben pendeano in nero,
Eran sì grosse, che si sparse voce
Ch’ell’eran poco manco d’una noce. 40. D’anelli e d’orecchini v’è il marame5,
Tanti gioielli poi che è un fracasso:
Di medaglie dorate o vuoi di rame
Un moggio ne misurano e di passo6;
Ma quella è spazzatura ed un litame,
Rispetto alle monete che più basso
Le più belle comparsero del mondo;
Chè in fatti i pesci grossi stanno al fondo.
↑St. 38 Orichicco. Gomma che geme dal ciliegio, pèsco o susino. (Nota transclusa da pagina 476)
↑Elleraecc. Robe per cauteri. (Nota transclusa da pagina 476)
↑St. 39 Il morto. Il buono, il tesoro. (Nota transclusa da pagina 476)
↑Non v'hannoecc.. Vuol dire: non ve n’è affatto.. (Nota transclusa da pagina 477)
↑St. 40 Marame. Rifiuto di mercanzia, gran quantità. (Nota transclusa da pagina 477)