35. E già se la figura nel pensiero
E bianca e fresca e rubiconda e bella,
Co’ suoi capelli d’oro e l’occhio nero,
Che più nè men la mattutina stella
E come ch’ei la vegga daddovero,
Divoto se le inchina e le favella,
E le promette, s’egli avrà moneta,
Di pagarle la Fiera all’Improneta1. 36. E vuol mandarle il cuore in un pasticcio,
Perch’ella se ne serva a colazione;
E gli s’interna sì cotal capriccio
E tanto se ne va in contemplazione,
Che il matto s’innamora come un miccio2
D’un amor che non ha conclusïone,
Ma ch’è fondato, come udite, in aria
D’una bellezza finta e immaginaria. 37. Così a credenza3 insacca4 nel frugnuòlo5,
Ma da un canto egli ha ragion da vendere;
Che s’egli è ver ch’Amor vuol esser solo
Rivale non è qui con chi contendere.
Ma Brunetto il fratel che n’ha gran duolo,
Poichè ’l suo male alcun non può comprendere,
Tien per la prima un’ottima ricetta6,
Per rimandarlo a casa, una seggetta.
↑St. 35. L’impruneta è a cinque miglia da Firenze. (Nota transclusa da pagina 324)
↑St. 36. Miccio. Ciuco, asino. (Nota transclusa da pagina 324)
↑St. 37. A credenza. Qui, sconsigliatamente, senza fondamento (Nota transclusa da pagina 324)
↑Insaccaecc. Dà nella rete d’amore. (Nota transclusa da pagina 324)
↑Frugnolo è quella lanterna con cui di notte si va a caccia agli uccelli. (Nota transclusa da pagina 325)
↑Tienecc. Crede che, come primo rimedio, sia ottima ricetta una sedia portatile in cui rimandarlo a casa. (Nota transclusa da pagina 325)