Vai al contenuto

Pagina:Da Vinci - Frammenti letterari e filosofici.djvu/65

Da Wikisource.

le favole. 17


notritiva imaginazione, con subito assalimento li corse nel pensiero la zucca; e crollato tutti i rami per grande allegrezza, parendoli avere trovato compagnia al suo disiato proposito — imperò che quella è più atta a legare altri, che essere legata. — E fatta tal diliberazione, rizzò i sua rami inverso il cielo, attendea aspettare qualche amichevole uccello, che li fusse a tal disiderio mezzano. In fra’ quali, veduta a sè vicina la gazza, disse inver di quella: — O gentile uccello, io ti priego, per quello soccorso, che a questi giorni, da mattina, ne’ mia rami trovasti, quando l’affamato falcone, crudele e rapace, te voleva divorare; e per quelli riposi, che sopra me ispesso hai usati, quando l’ali tue a te riposo chiedeano; e per quelli piaceri, che, infra detti mia rami, scherzando colle tue compagne ne’ tua amori, già hai usato: io ti priego, che tu truovi la zucca e impetri da quella alquante delle sue semenze, e di’ a quelle che, nate ch’elle fieno, ch’io le tratterò non altrementi, che se del mio corpo generate l’avessi; e similmente usa tutte quelle parole, che di simile intenzione persuasiva sieno, benchè a te, maestra de’ linguaggi, insegnare non bisogna. E se questo farai, io