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Geographical Society. Londra, 1884 Vol. VI, pag. 323 e segg.; può dirsi, non che risoluta, neppure proposta nei suoi veri termini. Se da una parte la Divisione del Libro suggerisce l’idea di una narrazione fantastica, sia pure condotta con tutta la maggiore precisione storica e geografica propria del genio di Leonardo; resta sempre a spiegarsi l’origine di certe notizie; la ragione di certi schizzi, grossolani e accurati nello stesso tempo, che riproducono uomini e cose asiatiche; il senso di certe espressioni più vaghe su personaggi e costumi orientali, che spuntano inaspettatamente nei manoscritti, come rimembranze di cose vedute, poste ad esempio di principi prospettici o idraulici. La stessa notizia dello splendore notturno del Tauro, può dirsi, piuttosto che una riproduzione dai Libri meteorologici di Aristotele, una rettifica del testo aristotelico, fatta con argomenti tratti dalla diretta conoscenza dei luoghi.
119 Se si confronta questa specie di abbozzo del Cenacolo con l’opera finita, si ritroveranno facilmente alcuni degli elementi della prima, seconda e terza figura descritte nella prima figura, alla destra di Cristo (Giovanni); nella prima (Giacomo maggiore) e nella quarta (Matteo), alla sua sinistra. L’artifizio del coltello; il gruppo dell’uomo che parla e di quello che ascolta; l’episodio della tazza rovesciata si ritrovano nell’atteggiamento della terza figura a destra del Salvatore (Pietro), in quello delle due ultime