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Pagina:Da Vinci - Frammenti letterari e filosofici.djvu/41

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prefazione. xxxvii


secondo l’affinità del loro senso, talora, accompagnate da una breve definizione. Questo catalogo di vocaboli, che ha suggerite le più strane ipotesi agli studiosi del Vinci, fino a quella di ritenerlo pedagogo del giovinetto principe Massimiliano, non è che lo sforzo del fondatore della prosa scientifica italiana di precisare l’esatta significazione dei termini. Leonardo aveva compreso che la scienza, a differenza della poesia, esigeva d’essere poggiata sull’uso costante e ben definito delle parole. Gli studi grammaticali e linguistici, iniziati per il latino nel manoscritto II, continuati per il volgare nel Codice Trivulziano, tolgono di mezzo quella leggenda che solo all’ingenua spontaneità, della propria lingua nativa, e non alla riflessione, affidasse Leonardo l’espressione del proprio pensiero. Quando nel Codice Atlantico si trova questa nota, «Donato,» noi dobbiamo pensare al Donatus, De octo partibus orationis latine et italice, Venezia, 1499 (C. A., 207 r.): quando troviamo la frase «Retorica nova,» siamo portati