Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
le figure. | 343 |
setole, sotto le quali era l’arricciata bocca, colle grosse labbra, da le stremità de’ quali era pelo a uso delle gatte e denti gialli. Avanza sopra i corpi de li omini a cavallo dal dosso de’ piedi, in sù.
E rincrescendole il molto (pazientare), volta l’ira in furore, cominciò co’ piè, dimenati da la furia delle possenti gambe, a entrare fra la turba, e con calci gettava li omini per l’aria, i quali cadeano non altramente sopra gli altri omini, come se stata fussino una spessa grandine. E molti furon quelli, che, morendo, dettò morte; e questa crudeltà durò, finchè la polvere mossa da’ gran piedi, levata nell’aria, costrinse questa furia infernale a ritirarsi indirieto. E noi seguitammo la fuga.
Oh! quanti varî assalimenti furono usati contro a questa indiavolata, a la quale ogni offesa era niente! Oh! misere genti, a voi non vale le inespugnabili fortezze, a voi non l’alte mura de la città, a voi non l’essere in moltitudine, non le case o palazzi, non v’è restato se non le piccole buche e cave sotterranee, a modo di granchi o grilli o simili animali: trovate salute e vostro scampo!
Oh quante infelici madri e padri furono