Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
i paesi. | 313 |
X. — figurazione del diluvio.
L’aria era oscura per la spessa pioggia, la qual, con obbliqua discesa, piegata dal trasversal corso de’ venti, faceva onde di sè per l’aria, non altrementi che far si vegga alla polvere, ma sol si variava perchè tale innondazicne era traversata dalli liniamenti, che fanno le gocciole dell’acqua, che discende. Ma il colore suo era dato dal fuoco, generato dalle saette fenditrici e squarciatrici delli nuvoli, i vampi delle quali percoteano e aprivano li gran pelaghi delle riempiute valli, li quali aprimenti mostravano nelli lor vertici le piegate cime delle piante. E Nettuno si vedea in mezzo alle acque col tridente, e vedeasi Eolo colli sua venti ravvilluppare notanti piante diradicate, miste colle immense onde.
L’orizzonte, con tutto lo emisperio, era turbo e focoso, per le ricevute vampe delle continue’ saette. Vedevansi li omini e li uccelli, che riempivan di sè li grandi alberi, scoperti dalle dilatate onde, componitrici delli colli, circondatori delli gran baratri.