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Pagina:Da Vinci - Frammenti letterari e filosofici.djvu/196

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148 i pensieri.


rabili rapacità, fatte da’ diluvi de’ superbi fiumi? Come potrò io dire? — Certo io non mi sento bastevole a tanta dimostrazione; ma pure con quell’aiuto, che mi dà la speranza, m’ingegnerò riferire il modo del dannificare, contro ai quali diripanti fiumi non vale alcuno umano riparo.

LXXVIII. — su una conchiglia fossile.

O tempo, veloce predatore delle create cose, quanti re, quanti popoli hai tu disfatti, e quante mutazioni di stati e vari casi sono seguiti, dopochè la maravigliosa forma di questo pesce qui morì per le cavernose e ritorte interiora1.... Ora, disfatto dal tempo, paziente giaci in questo chiuso loco; colle spolpate e ignude ossa hai fatto armadura e sostegno al soprapposto monte!

LXXIX. — basta un piccolo segno per ricostruire l’intero passato.

Perchè molto son più antiche le cose che le lettere, non è maraviglia se alli nostri giorni non apparisce scrittura delli predetti mari essere occupatori di tanti paesi; e se pure alcuna scrittura apparìa le guerre, l’incendi, li diluvi dell’acque, le mutazioni delle

  1. Sott.: del monte.