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x | prefazione. |
chè si dice mai a sè medesimo avere satisfatto.1» E il Vasari, come un’eco di questi primi contrasti, ripeterà l’accusa e la tramanderà ai posteri — giustificandola, come il Verini e l’Anonimo, con il concetto di un’eccessiva incontentabilità di Leonardo.2
Intanto il cartone di Adamo ed Eva nel paradiso terrestre, la Testa della Medusa, l’Adorazione de’ Magi rimangono imperfetti «come quasi intervenne in tutte le cose sue.»
Nel 1482 il Vinci abbandona Firenze. Il concorso aperto dal duca di Milano per una statua equestre a Francesco Sforza non era stato che la causa occasionale di questa partenza, frutto in realtà della propria miseria e del disgusto suscitato negli altri per lavori assunti e non condotti a termine.3 Il calore col quale il