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la scienza. | 75 |
derio guasta la memoria, e non ritien cosa, ch’ella pigli.
XXIX. — per giudicare l’opera propria bisogna riguardarla dopo lungo in-tervallo.
Sì come il corpo, con gran tardità fatta nella lunghezza del suo moto contrario, torna con più via, dà poi maggior colpo, — e quello, che è di continui e brievi moti, son di piccola valetudine; così lo studio su una medesima materia, fatto con lunghi intervalli di tempo, il giudizio s’è fatto più perfetto, e meglio giudica il suo errore. E ’l simile fa l’occhio del pittore col discostarsi dalla sua pittura.
XXX. — antiquitas sæculi iuventus mundi.
La verità sola fu figliola del tempo.
XXXI. — glorificazione della verità.
Ed è di tanto vilipendio la bugia, che s’ella dicessi ben gran cose di Dio, ella to’1 di grazia a sua deità; ed è di tanta eccellenza
- ↑ toglie.