Adone/Nota al testo/10. Varianti d'autore in V
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10. - Varianti d’autore in V
La collazione di P con V permette tuttavia di tesaurizzare alcune varianti che paiono d’Autore e poche correzioni di errori od omissioni di P, che l’odiemo editore deWAdone deve ragionevolmente accogliere. Si elencano di sotto, con una sommaria discussione:
I 65, 1
III 127, 4
Vili 148, 6
X 24, 5
XIV I 5 0, 5
Altro ardor piit tenace, altra ferita V: « penace *
[Si ritiene V difficilior; a XVIII 122, 2 il contrario: penaci cure di P diviene « tenaci * in V (‘ lectio facilior ’)] confusion raccoglie entro il pensiero V: « d’alta confusion colma il pensiero»
[Sostituisce vantaggiosamente una lezione forse ridondante ma ampia e sonora a un giro fraseologico vizioso; pensare a un intervento non d’Autore pare antieconomico] voi che ’l miraste, e che l’udiste, il dite.
V: te ben l’udiste»
[La variatio sembra comportare un ammicco lascivo, ben mariniano, che il contesto giustifica] e i suo lume incontrando a poco a poco V: « e ’l suo corpo *
[Nell’epoca di Galileo, la luna era ormai corpo inacquale, asperum, cavitatibus tumoribusque confertimi ]
Ma giunto al guado occulto, entro la foce V : « al vado »
[‘ lectio difficilior ’]
Si è creduto di non accogliere, invece, alcune altre varianti, che pur potevano vantare qualche non irragionevole diritto:
VII 76, 7 felice teco in queste rive arrivi
V: « a queste rive »
[Il bisticcio etimologico « a riva arrivi * era forse troppo prevedibile perché il Marino potesse confessarsene soddisfatto] VII 90, 4
XI I, 7-8
XVII 49, 8
XX 1, 1
fresca la rosa in su l’aprir d’Aprile V: «in su l’Aprii d’Aprile».
[Che fosse uno di quei soldier Aristotle di cui narra Hugo Friedrich (Die Struktur der modernen Lyrik) ?] nate colá su le Castaiie sponde prendi queste d’onor novelle fronde.
V’: inverte l’ordine dei due versi. di lasciarmi cacciar per entro il chiuso
V : « nel Parco chiuso »
[È una razionalizzazione, alle soglie della facilior (l’ottava seguente esordisce: Un Parco in Cipro uvea chiuso e secreto La Dea d’Amor ...). Ma conosciamo altri esempi della preoccupazione del poeta, in quei ritocchi ultimissimi, di prevenire facili appunti di contenuto o di struttura].
Ed ecco al fin dopo camin sí lungo
V : « Ed ecco pur »
Quanto alla correzione, in V, di errori od omissioni di P, di particolare rilievo il caso (giá segnalato dal Ferrerò) di Vili 74, 7-8. Il distico A mor, ma dimmi tu ve! bel lavacro Qual fu nudo a veder quel corpo sacro, che chiudeva in P la stanza 74, sigillava però anche la nuova strofa, Vera il Fallo e ’l Satirio .... introdotta in sede di errata-corrige per essere frapposta tra la 74 e l’originaria 75 (Non cosí belle ...). In V compare l’indispensabile variante: «oltre l’erbe ch’infuse erano in essa Dotate pur de la virtute istessa » (74, 7-8).
V’era inoltre (XIV 273, 7-8) una rima-doppione (gli affanni interni in que’ begli occhi io leggo E i secreti pensier scritti vi leggo [V corregge: «in que’ begli occhi io veggo»]) e una rima falsa (XX 418, 1): or giá disciolto a la licenza il freno, che dovrebbe rimare con « stolto: raccolto ». Automatica la correzione in V : « Ora giá a la licenza il fren disciolto ». Sará il verso piú brutto dell’ Adone.