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A chi nol sa non lasci Dio provare

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Cecco Angiolieri

Aldo Francesco Massera XIII secolo Indice:Prati, Giovanni – Poesie varie, Vol. II, 1916 – BEIC 1901920.djvu sonetti A chi nol sa non lasci Dio provare Intestazione 23 luglio 2020 25% Da definire

I' son sí magro, che quasi traluco, De la persona no, ma de l'avere In una ch'e danar mi danno meno
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti (Cecco Angiolieri)
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LXXXIII

Gran brutta cosa combattere con le strettezze!

A chi noi sa non lasci Dio provare
ch’è del poco volere fare assai;
e, se tu mi domandi: —Come ’l sai? —
4per che ’n danar mi veggio menomare
e ne le spese crescer e montare,
sed io onore ci voglio giammai.
Di’dunque, smemorato: or che farai?
8Se fossi savio, andrestit’a ’mpiccare.
Non aspettar che tu abbi assommato,
ché troppo ti fia peggio, che ’l morire;
11ed io lo so, che vegno dal mercato.
Ché ’lmen tre volte il di ’l veggio avvenire,
m’assal povertá anzi ch’i’sia corcato:
14ciò è al levare, al mangiare e al dormire.