Universale linguistico
In linguistica, con il termine universali linguistici si intendono principi generali ricorrenti in ogni lingua, ossia principi comuni caratteristici di ogni variante del linguaggio verbale umano.
Non è importante che tutte le lingue si adeguino ad un certo universale linguistico affinché questo venga considerato tale, l'importante è che nessuna lingua lo contraddica.
Pioniere degli studi sugli universali linguistici fu l'americano Joseph Greenberg.
Classificazione degli universali linguistici
[modifica | modifica wikitesto]Assoluti
[modifica | modifica wikitesto]Sono universali assoluti quegli universali presenti in tutte le lingue e interni al funzionamento della lingua stessa, come:
- la presenza di vocali e consonanti
- l'ordine dei costituenti (SVO, VSO, SOV, ecc...)
Implicazionali
[modifica | modifica wikitesto]Indicano i limiti della variazione fra due fenomeni o caratteristiche linguistiche. Sono universali implicazionali:
- Se una lingua presenta flessione, allora presenta anche derivazione
- Se una lingua ha genere, allora ha anche numero
- Iconicità: riguarda la scansione delle informazioni in una frase ipotetica e afferma che la frase condizionale è disposta sempre prima della principale.
Comunicativi
[modifica | modifica wikitesto]L'universale comunicativo parte dal presupposto che le lingue esprimono tutto ciò che è necessario alla comunicazione ed evidenzia che tutte le lingue hanno i pronomi di prima, seconda e terza persona.
Di tendenza
[modifica | modifica wikitesto]Non sono dei veri e propri universali, ma rappresentano delle regole a cui si adeguano un numero significativo di lingue. Ad esempio, l'ordine SOV presenta nelle lingue una frequenza più che casuale.
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