Il successo del tour si fondò sulla lezione subìta nella spedizione di cinque anni prima, quando i Lions persero 4 incontri su 4 contro la Nuova Zelanda. L'ossatura del team vincente del 1971 fu quella del Galles che vinse il Cinque Nazioni di quell'anno realizzando il Grande Slam: la Nazionale gallese fornì il maggior numero di giocatori del tour.
Fu l'unico tour dei Lions a concludersi con una vittoria sugli All Blacks, risultato che, a posteriori, fu spiegato con una crescita di fiducia nelle proprie possibilità; nel 2003, infatti, il gallese Gerald Davies, parlando di quel tour, disse che «…crebbe la fiducia in noi stessi e iniziammo a credere nella possibilità di battere gli All Blacks»[1].
I Lions vinsero il primo test-match contro la Nuova Zelanda a Dunedin per 9-3, grazie a due piazzati e una meta[2], contro un piazzato dei padroni di casa. Tale vittoria accrebbe la sicurezza dei Lions nei propri mezzi, e il secondo test-match a Christchurch li vide onorevolmente sconfitti per 22-12 (cinque mete a due per gli All Blacks); gli errori di tale incontro non furono ripetuti nel terzo, disputatosi a Wellington: i Lions concessero agli oceanici solo una meta (non trasformata), realizzandone (e trasformandole) a propria volta due. L'ultimo match di Auckland avrebbe potuto dare ai padroni di casa l'opportunità di pareggiare la serie, ma i Lions tennero benissimo il campo: parità perfetta alla fine del primo tempo (8-8, frutto di una meta trasformata e un piazzato per parte), continuata nel secondo tempo grazie a un piazzato britannico e una meta neozelandese; un drop del galleseJ. P. R. Williams (l'unico della sua carriera internazionale) a pochi minuti dalla fine diede il vantaggio per 14-11 ai Lions e i neozelandesi non furono capaci di andare oltre il pareggio grazie a una meta non trasformata. Il risultato finale di 14-14 diede così ai Lions la vittoria per 2-1 nella serie.