Tachina fera
Tachina fera | |
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Esemplare fotografato a Piazzo (Segonzano, Trentino) | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Ramo | Bilateria |
Phylum | Arthropoda |
Subphylum | Tracheata |
Superclasse | Hexapoda |
Classe | Insecta |
Sottoclasse | Pterygota |
Coorte | Endopterygota |
Superordine | Oligoneoptera |
Sezione | Panorpoidea |
Ordine | Diptera |
Sottordine | Brachycera |
Coorte | Cyclorrhapha |
Sezione | Schizophora |
Sottosezione | Calyptratae |
Superfamiglia | Oestroidea |
Famiglia | Tachinidae |
Genere | Tachina |
Specie | T. fera |
Nomenclatura binomiale | |
Tachina fera (Linnaeus, 1761) | |
Sinonimi | |
Echinomyia algira Macquart, 1849 |
Tachina fera (Linnaeus, 1761) è un insetto dell'ordine dei ditteri e della famiglia dei tachinidi[1][2][3].
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Si tratta di un dittero piuttosto grande[3], con dimensioni che vanno dai 9 ai 16 mm[4]. L'addome, di colore giallo intenso/arancione, è attraversato da una banda longitudinale nera[3][4]; il torace è nero, mentre l'area posteriore del capo è gialla[3]. Il corpo è ricoperto di peli, specialmente sulla parte terminale dell'addome[3][4].
Biologia
[modifica | modifica wikitesto]L'adulto è attivo da maggio a settembre, e si nutre di nettare di ombrellifere e piante acquatiche, ed è un importante impollinatore[4][5]; come in diverse altre specie di tachinidi, anche la larva di T. fera si sviluppa a spese dei bruchi di vari lepidotteri o anche di altri insetti[3][4]: le uova vengono deposte sulle piante ospiti delle prede, e alla schiusa le larve attaccano i bruchi, entrano nel loro corpo e li consumano dall'interno[6][7]. Tra le specie parassitate si possono citare Autographa gamma, Ceramica pisi, Cosmia trapezina, Lymantria dispar, Lymantria monacha, Orthosia cerasi, Orthosia cruda, Panolis flammea, Peridroma saucia e Xestia c-nigrum[5][6][8].
Diffusione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]La specie è ben documentata in vari stati dell'Europa centrale, in Francia, Italia settentrionale, Scandinavia meridionale, isole britanniche e penisola iberica[2]; è presente anche in Asia[6].
È frequente nelle radure e ai margini dei boschi[3], e nelle aree umide[4].
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Tachina fera (Linnaeus, 1761), su Catalogue of Life. URL consultato il 2 aprile 2021.
- ^ a b c (EN) Tachina fera (Linnaeus, 1761), su Gbif. URL consultato il 2 aprile 2021.
- ^ a b c d e f g Bellmann, p. 165.
- ^ a b c d e f (EN) Tachina fera, su NatureSpot. URL consultato il 2 aprile 2021.
- ^ a b (EN) Tachinid Flies, su A Tramp in the Woods. URL consultato il 2 aprile 2021.
- ^ a b c (DE) Igelfliege, su Insektenbox. URL consultato il 2 aprile 2021.
- ^ (EN) Tachina magnicornis / Tachina fera, su The Garden Safari. URL consultato il 2 aprile 2021.
- ^ (EN) Tachina fera, su CABI. URL consultato il 2 aprile 2021.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Heiko Bellmann, Che insetto è questo?, Roma, Ricca editore, 2016, ISBN 978-88-6694-026-5.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Tachina fera