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Quinto Terenzio Scauro

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Quinto Terenzio Scauro (in latino Quintus Terentius Scaurus; fl. 98-138) è stato un grammatico romano.

Considerato il più illustre grammatico del suo tempo, ebbe rapporti con Plinio il Giovane e con l'imperatore Adriano, che si rivolgevano a lui per questioni letterarie e grammaticali. Infatti, sarebbe fiorito durante i principati di Traiano (98-117) e di Adriano (117-138)[1].

Delle sue opere ci resta solo un trattato De orthographia quasi completo [2], il più antico tra quelli del suo genere arrivati ai nostri giorni, e alcune citazioni in altri autori latini.

Sappiamo però che scrisse anche un'Ars grammatica in più libri[3], e che commentò le opere di Orazio e di Virgilio in un'opera, probabilmente, miscellanea dal titolo Commentarii in artem poeticam[4]; gli si attribuisce anche un opuscolo sugli errori del grammatico Cesellio Vindice, suo contemporaneo [5].

  1. ^ Historia Augusta, Verus, 2, 5.
  2. ^ Circa 20 pagine nell'edizione di H. Keil, GL 7,pp. 11-33,13.
  3. ^ Citata da Carisio.
  4. ^ Carisio, pp. 202, 26 ss. ed. Keil.
  5. ^ Aulo Gellio, XI 15, 3.
  • Federico Biddau (ed.), Q. Terentii Scauri De orthographia, Hildesheim, Weidmann, 2008.

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