Operazione Locksmith
L'operazione Locksmith è stata un tentativo di sabotaggio, da parte delle forze alleate, nei confronti della Germania nazista in Grecia, presso Corinto, durante la seconda guerra mondiale. Questa operazione prevedeva, nello specifico, di posizionare degli esplosivi presso il Canale di Corinto con l'intento di distruggerlo. Promotrice dell'intera azione di sabotaggio era la SOE (Special Operations Executive), una forza di intelligence britannica che operava principalmente nel sud del Mediterraneo e in Medio Oriente. La missione, durata dal 7 gennaio al 15 marzo 1943, fallì per una serie di circostanze sfortunate, dopo che un simile tentativo nel 1941 aveva anch'esso avuto esiti negativi. Questa operazione di sabotaggio viene ricordata principalmente per Mike Cumberlege, Tenente Comandante della Royal Navy a capo di tale missione, successivamente internato a Mauthausen-Gusen e Sachsenhausen, ove probabilmente morì nel 1945.
Antefatti
[modifica | modifica wikitesto]Nella primavera del 1941, durante la Battaglia di Grecia tra Alleati e forze naziste, il Tenente Comandante Mike Cumberlege venne incaricato di lavorare sotto copertura e boicottare i tedeschi, per conto della speciale divisione di intelligence britannica, la SOE. A lui e al suo team venne messo a disposizione un caïque[1], un tipo di barca greca leggermente armata, l'HMS Dolphin II. Ad aprile del 1941 Cumberlege navigò segretamente lungo il Canale di Corinto per posizionare le mine e gli esplosivi di profondità, nel tentativo di distruggere, o quantomeno danneggiare il canale, così da poter tagliare le linee per eventuali rifornimenti tedeschi. Sfortunatamente però, tali esplosivi non detonarono, facendo così fallire la missione, con il risultato di infliggere un duro colpo nella strategia britannica dell'area.
L'Operazione Locksmith
[modifica | modifica wikitesto]Il 7 gennaio del 1943, circa due anni dopo il primo tentativo, il Tenente Cumberlege, appena tornato in servizio dopo un periodo di riposo in patria a seguito della febbre tifoide, si imbarcò assieme al suo team della SOE, comprendente il Sergente Maggiore James C. Steele, il Sergente Thomas E. Handley (radio operatore) e il caporale ceco Jan Kotrba. A Beirut salirono a bordo del sottomarino greco Papanicolis. L'operazione era un altro tentativo di far esplodere e distruggere il Canale di Corinto, applicando le conoscenze acquisite dopo il primo tentativo fallito nel 1941. Cumberlege venne coinvolto nella preparazione della missione e ne assunse il comando. Sfortunatamente, i suoi superiori gli negarono di portare con sé un uomo che potesse parlare il greco[1], grazie al quale probabilmente la missione avrebbe avuto altri esiti. Il 5 marzo, dopo aver viaggiato fino al canale e aver allestito un nascondiglio, gli esplosivi furono piazzati nel canale ma anche questa volta non detonarono poiché risalirono a galla. Dieci giorni dopo il quartier generale della SOE al Cairo concluse che la missione era fallita.[2]
Fatti successivi all'operazione
[modifica | modifica wikitesto]Il 19 marzo, Cumberlege, ancora nel suo nascondiglio, riportò di essere a conoscenza che la polizia segreta italiana lo stesse cercando[1]. Ad inizio aprile, la Abwehr, che aveva intercettato dei segnali da una radio clandestina nell'area di Hydra, inviò tre navi pattuglia per cercare di triangolarne la posizione. Una pattuglia tedesca sbarcò nell'area di Tselevinia, scoprendo il nascondiglio di Cumberlege e del suo equipaggio, costringendoli così alla fuga. Nonostante fossero riusciti a scappare, gli inglesi lasciarono in mano tedesca una grande quantità di equipaggiamenti radio per le comunicazioni. Tre giorni dopo il gruppo ricevette un messaggio dalla SOE del Cairo che un sottomarino inglese li avrebbe raggiunti per portarli in salvo, cosa che in seguito si rivelò essere una trappola. Il 30 aprile, caduti nella trappola dei tedeschi, Cumberlege e i suoi vennero catturati e successivamente portati nella prigione di Averoff, ad Atene. Dopo poco tempo il gruppo venne dapprima internato nel campo di concentramento di Mauthausen-Gusen e poi, nel gennaio del 1944 in quello di Sachsenhausen. Qui il Tenente Cumberlege venne tenuto in isolamento nella famosa Zellenbau. Tra il febbraio e l'aprile 1945 (la data è sconosciuta) Cumberlege venne ucciso dai tedeschi, si presume presso il campo di concentramento di Sachsenhausen[1][3] o di Flossenbürg, forse assieme al Sergente Maggiore Steele e il Sergente Handley.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Locksmith | Operations & Codenames of WWII, su codenames.info. URL consultato l'8 gennaio 2024.
- ^ GREEK CAMPAIGN (PDF), su ww2greekveterans.com.
- ^ (EN) The Extraordinary Life of Mike Cumberlege SOE - The Naval Review, su www.naval-review.com. URL consultato l'8 gennaio 2024.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- In Search of Mike Cumberlege, su royalnavyresearcharchive.org.uk. URL consultato l'8 gennaio 2024.
- Private Papers of Major M Ward OBE, su iwm.org.uk.