Nicola Popolizio
Nicola Popolizio (Altamura, 4 ottobre 1747 – Altamura, 10 maggio 1799) è stato un presbitero italiano.[1] È noto soprattutto per essere stato un martire della Rivoluzione altamurana (1799). Fu uno strenuo difensore della città di Altamura, stretta dall'assedio dei sanfedisti capeggiati da Fabrizio Ruffo e per questo fu ucciso "con orribili tormenti" sotto il portico antistante alla cattedrale di Altamura.[2][3][4][1]
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nicola Popolizio nacque ad Altamura il 4 ottobre 1747 da Angelo Popolizio e Brigida Loporcaro. Fu sacerdote della Cattedrale di Altamura e, nel 1784 insegnò latino e greco antico nell'Università degli Studi di Altamura. Viene inoltre descritto come molto preparato "in ogni genere di letteratura".[1]
Durante la Rivoluzione altamurana (1799), prese parte attiva alla rivolta e difese strenuamente la città. In particolare, nelle prime fasi fu nominato tenente, mentre Giuseppe Giannuzzi fu nominato capitano (Vitangelo Bisceglia chiama Giannuzzi ironicamente "Robespierre" oppure "il medico terrorista").[5] Non poté oppure non volle abbandonare la città di Altamura la notte che precedette l'entrata dei sanfedisti. Per questo e per aver preso parte attiva alla rivolta, fu "torturato fino alla morte" sotto il portico antistante alla Cattedrale di Altamura, spegnendosi presumibilmente il 10 maggio 1799.[3][4]
Lo storico Giuseppe De Ninno (1852-1930) così ricorda Nicola Popolizio:
«Il nome del martire D. Nicola Popolizio, con la sua fine gloriosa, ammonisce che la libertà è un bene inestimabile.»
Degna di nota è anche la testimonianza di Vitangelo Bisceglia, scritta poco dopo il 1799. Egli, però, aveva già lasciato Altamura nel momento in cui i sanfedisti entrarono nella città, e pertanto la sua testimonianza non è di tipo diretto, ma basata quasi sicuramente su racconti di terzi. In particolare, Bisceglia afferma:
«Vi furono anche fra quelli uccisi il sacerdote D. Nicola Popolizio, uno de' zelanti democratici, nell'uscire dalla porta della chiesa, dov'era andato a rifugiarsi.»
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c vicenti-medaglioni, pag. 91.
- ^ http://www.nuovomonitorenapoletano.it/index.php?option=com_content&view=article&id=1876:altamura-1799-la-leonessa-di-puglia&catid=64&Itemid=28
- ^ a b Copia archiviata, su comunedipignataro.it. URL consultato il 12 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 19 settembre 2016).
- ^ a b Il portico era di proprietà della Cattedrale di Altamura, e per questo spesso viene definito "portico della Cattedrale"; cfr. pupillo-immagini, pag. 26
- ^ bisceglia-1800, pag. 304.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Giancarlo Berarducci e Vitangelo Bisceglia, Cronache dei fatti del 1799 (PDF), a cura di Giuseppe Ceci, Bari, 1800. URL consultato il 12 gennaio 2020 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2019).
- Giuseppe De Ninno, I Martiri e i perseguitati politici del 1799, Bari, Pansini, 1955.
- Vincenzo Vicenti, Medaglioni altamurani del 1799, a cura di Arcangela Vicenti e Giuseppe Pupillo, Cassano Murge, 1998.
- Giuseppe Pupillo e Operatori C.R.S.E.C. BA/7, Altamura, immagini e descrizioni storiche (PDF), Matera, Antezza Tipografi, 2017, ISBN 9788889313282. URL consultato il 21 ottobre 2018 (archiviato dall'url originale il 21 ottobre 2018).