Marco Mecio Memmio Furio Baburio Ceciliano Placido
Marco Mecio Memmio Furio Baburio Ceciliano Placido | |
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Console dell'Impero romano | |
Titoli | Comes |
Consolato | 342 |
Prefetto |
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Procuratore |
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Sacerdozio | pontifex maior, augure e membro dei quindecimviri sacris faciundis |
Marco Mecio Memmio Furio Baburio Ceciliano Placido (latino: Marcus Maecius Memmius Furius Baburius Caecilianus Placidus; fl. 341-347) è stato un politico, prefetto e sacerdote romano di età imperiale.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Placido era probabilmente discendente di Gaio Memmio Ceciliano Placido e parente di Furio Mecio Gracco.[1]
Fu corrector Venetiarum et Histriae, forse sotto Costantino I;[2] praefectus annonae Urbis sacrae cum iure gladii; comes di primo ordine, probabilmente sotto Costante I;[1] comes d'Oriente, di Egitto e Mesopotamia, iudex sacrarum cognitionum, probabilmente nel 340/341;[1] nuovamente iudex, con nomina speciale
Furio Placido fu prefetto del pretorio dal 342 almeno fino al 28 maggio 344[3] (fu uno dei primi prefetti nominati dall'imperatore Costante I per i territori acquisiti dal fratello Costantino II) e console nel 343.
La Historia Augusta riporta che, in occasione della sua proclamazione, diede in dono dei ricchi paragauda, i bordi per tunica decorati in oro che erano utilizzati dalle donne e dai magistrati come insegne della loro magistratura.[4]
Dal 346 al 347 resse la carica di praefectus urbi di Roma. Fu anche pontifex maior, augur publicus p.R. Quiritum e membro del collegio dei quindecimviri sacris faciundis.[5] Era patrono di Puteoli.
Note
[modifica | modifica wikitesto]Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Fonti primarie
- Fonti secondarie
- T.D. Barnes, "Praetorian Prefects, 337-361", Zeitschrift für Papyrologie und Epigraphik, numero 94, 1992, pp. 249–260.
- «M. Maecius Memmius Furius Baburius Caecilianus Placidus 2», PLRE I, pp. 705–6.
- James Yates, "Paragauda", in William Smith, A Dictionary of Greek and Roman Antiquities, John Murray, London, 1875, p. 864.