Il richiamo della foresta

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Il richiamo della foresta
Titolo originaleThe Call of the Wild
Copertina della prima edizione del romanzo (1903)
AutoreJack London
1ª ed. originale1903
1ª ed. italiana1924
GenereRomanzo
Sottogenereavventura
Lingua originaleinglese
AmbientazioneCanada; Klondike

Il richiamo della foresta (The Call of the Wild) è un romanzo breve d'avventura dello scrittore statunitense Jack London pubblicato nel 1903.

Slitta e muta di cani nel nord ovest canadese nella metà del secolo XIX
Capanna nello Yukon, immagine di inizio secolo XX

Il romanzo è ambientato inizialmente in California, nella soleggiata Valle di Santa Clara, nel 1897. Il cane Buck, figlio di un maschio di Sanbernardo e di una femmina pastore scozzese , vive nella grande villa di un magistrato, il giudice Miller. Inizia la "corsa all'oro del Klondike", e aumenta così la richiesta di cani da slitta, unico mezzo di locomozione nella gelata estremità settentrionale del continente americano, e pertanto Buck viene venduto dal giardiniere del suo padrone a un losco e brutale trafficante.

Affidato a un brutale addestratore di cani («l'uomo dal maglione rosso»), Buck conosce la «legge della zanna e del bastone», attraverso la quale viene picchiato selvaggiamente, aggiogato a una muta guidata dal cane Spitz e costretto infine a diventare un cane da slitta. Col passare del tempo, Buck impara a difendersi dagli altri cani, e arriva addirittura a uccidere Spitz e diventare capo della muta. Cambiano presto i padroni, ma non diminuiscono i maltrattamenti. Dopo essere stato al servizio di tre cercatori d'oro litigiosi e incapaci, Buck sta per essere ucciso, ma viene salvato dal cercatore d'oro John Thornton, che diviene invece un suo caro amico. Buck lo salva più volte da situazioni pericolose e infine gli fa vincere una grossa somma in una scommessa, tirando da solo una slitta con un carico di mille libbre.

La vincita permette a Thornton di recarsi a est, in cerca di una miniera abbandonata ai margini di una foresta. Qui, però, Buck comincia a sentire «il richiamo della foresta»: quindi vi si addentra, incontra altri lupi, e arriva a uccidere un alce. Ritornato all'accampamento, però, scopre che Thornton e i suoi compagni Hans e Pete sono stati uccisi dagli indiani Yeehats; furioso e disperato, Buck li vendica, scagliandosi contro i pellerossa. Finito il massacro, il richiamo della foresta si fa dentro di lui sempre più irresistibile, e Buck decide quindi di vivere nella foresta insieme a un branco di lupi, di cui diventerà il capo. La sua leggenda si diffonde tra i nativi americani come il "Cane fantasma" delle Terre del Nord (ossia l'Alaska e il Canada del nordest): ogni anno, nell'anniversario del suo attacco agli Yeehats, Buck ritorna al suo accampamento dove sono morti Thornton, Hans e Pete per piangerli. Ogni inverno, guidando il branco di lupi del quale è capo, Buck semina la sua furia vendicativa sugli Yeehats "come un canto per un mondo più giovane", che è la canzone del branco.

Il richiamo della foresta è il primo romanzo di Jack London (1876-1916). L'autore, californiano, ebbe una giovinezza turbolenta. Di simpatie socialiste, attratto dal darwinismo sociale, nel 1897, l'anno in cui iniziano le vicende di Buck, London abbandonò gli studi intrapresi all'Università della California e partì per il Klondike per partecipare alla "corsa all'oro"[1]. Rimase nel Klondike, in condizioni molto difficili, almeno un anno; aveva portato con sé due libri: L'origine delle specie di Darwin e il Paradiso perduto di Milton[2]. Commenta Ada Prospero Marchesini:

«(Nel "Richiamo della foresta") London rivela la propria fede nell'evoluzionismo biologico e nell'onnipotenza dell'ambiente; ma, nonostante la tesi, il libro è tutto vivo: vivo è Buck, vivi son gli altri cani, con i loro eroismi, le loro ferocie, le loro ambizioni. Non meraviglia che, nell'America del suo tempo, il libro avesse grande fortuna, richiamando gli uomini industrializzati e meccanicizzati all'acre profumo selvaggio dell'istinto, alla verità primordiale della natura e della vita»

Protagonista del romanzo «antisentimentale e commovente» è «il cane Buck, con il quale London si era magicamente identificato fino a immaginarne i moti dettati dall'istinto»[3]. Raffaele La Capria conclude che Buck è, tra i personaggi della letteratura, quello più amato «per la sua fierezza e la sua sopportazione, ma anche per la sua capacità di amore e di riconoscenza»[3].

La prima stesura uscì a puntate sul Saturday Evening Post, dal 20 giugno al 18 luglio 1903, quindi con qualche taglio e pochi aggiustamenti di parole e frasi presso l'editore Macmillan di New York[1]. La prima edizione in lingua italiana, nella traduzione di Gian Dàuli, fu pubblicata nel 1924 dalle edizioni Modernissima di Milano nel 1924[3].

Prima edizione

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  • Jack London, The call of the wild, New York: The Macmillan Co., 1903, 231 p. : ill.
La prima edizione, pubblicata nell'agosto 1903 dall'editore Macmillan di New York, conteneva 18 illustrazioni a colori di Philip R. Goodwin e Charles Livingston Bull, mentre l'illustrazione della copertina era di Charles Edward Hooper[4]. La riproduzione della prima edizione è disponibile in Internet Archive[5].

Traduzioni in lingua italiana

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Le edizioni italiane, il cui elenco è qui sotto, si distinguono tra adattamenti e rifacimenti anche vistosi e arbitrari (in genere illustrate) e integrali, con prefazioni varie (Vito Amoruso, Mario Biondi, Giorgio Bocca, Jorge Luis Borges, Gianni Celati, Davide Sapienza, Carmela Cremonesi, Antonio Faeti, Oriana Fallaci, Anna Ferrari, Lorena Fiocco, Goffredo Fofi, Isolda Gentili Tedeschi, Luigi Giovannini, Delfino Insolera, Earle Labor, Manuela Lazzara Pittoni, Carlo Montrésor, Mario Picchi, Beniamino Placido, Francesco Saba Sardi, Nanda Torcellan). Tra gli illustratori: Stephen Alcorn, Maurizio Bajetti, Tudor Banus, Paolo Barbieri, Piero Bernardini, Guido Bertello, Averardo Ciriello, Piero Cozzaglio, Edgardo Dell'Acqua, Pierre Fassel, Pietro Gamba, Paolo Ghirardi, Maria Elena Gonano, Carlo Jacono, Roberto Lemmi, Roberto Maggi, Libico Maraja, Leonardo Mattioli, Claudio Mazzoli, Cristina Mesturini, Alessandra Micheletti, José Miralles Farrán, Claudio Monteleone, Philippe Munch, Aldo Ripamonti, Mario Sbattella, Gianluigi Toccafondo, Sergio Toppi (ed. a fumetti supplemento a Il Giornalino n. 34 del 28 agosto 1996) e Valerio Vacchetta. È anche un libro che è stato spesso allegato a quotidiani e riviste, oppure stampato in edizioni scolastiche con commenti. Esiste anche una versione Disney del racconto, Buck alias Pluto e il richiamo della foresta è una parodia scritta da Guido Martina e disegnata da Romano Scarpa. La storia è stata pubblicata per la prima volta sui numeri 1518 e 1519 di Topolino, datati rispettivamente il 30 dicembre 1984 ed il 6 gennaio 1985.

Numerosi sono gli adattamenti sia cinematografici che radiotelevisivi:

  1. ^ a b E. L. Doctorow, "Introduction". In: Jack London, The Call of the Wild, White Fang & To Build a Fire, Coll. The Modern Library hundred best novels of the twentieth century n. 88, New York: Modern Library, p.11. ISBN 978-0-375-75251-3. OCLC 38884558
  2. ^ Jacqueline Courbier-Tavenier, «The Call of the Wild and The Jungle: Jack London and Upton Sinclair's Animal and Human Jungle»s. In: Donald Pizer, Cambridge Companion to American Realism and Naturalism: Howells to London, New York: Cambridge University Press, 1999. ISBN 978-0-521-43876-6
  3. ^ a b c Raffaele La Capria, «Tenerezza, sopportazione, amore. La lezione del cane Buck», Corriere della Sera, 28 febbraio 2016, p. 41
  4. ^ Geoffrey D. Smith, American Fiction, 1901–1925: A Bibliography, Cambridge: Cambridge University Press, p. 409. ISBN 978-0-521-43469-0 (Google libri)
  5. ^ J.London, The Call of the Wild, I ed., in: Internet Archive
  • Ada Prospero Marchesini, «Richiamo della foresta (Il)|The call af the wild». In: Dizionario Bompiani delle opere e dei personaggi, vol. VIII , pp. 8133-34, Milano: RCS Libri, 2005, ISSN 1825-7887 (WC · ACNP)

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