Il grande masturbatore
Il grande masturbatore | |
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Autore | Salvador Dalí |
Data | 1929 |
Tecnica | olio su tela |
Dimensioni | 110×150 cm |
Ubicazione | Museo nacional centro de arte Reina Sofía, Madrid |
Il grande masturbatore è un dipinto di Salvador Dalí[1], eseguito nel 1929. L'opera è conservata al Museo nacional centro de arte Reina Sofía di Madrid, per volere stesso dell'artista.
Genesi
[modifica | modifica wikitesto]L'opera fa parte di una serie di pezzi prodotti tra il finire degli anni venti e l'inizio degli anni trenta, fondati su "destabilizzanti deformazioni onirico-paranoiche"[2], e fu fra i dipinti esposti alla mostra surrealista di Parigi del 1938.[3] Caratterizzato da una complessa iconografia barocca, questo dipinto è anticipatore dell'interesse da parte di Dalí per le "strutture molli" (come i famosi orologi de La persistenza della memoria).
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]L'opera condensa in sé alcuni elementi ricorrenti nella produzione di Dalì: le conchiglie, i sassi, la cavalletta (che qui ha il ventre in decomposizione ricoperto da formiche), il simbolo fallico, riproposto sia nel pistillo della calla che nella lingua eretta del leone, la fellatio (indicativa dell'angoscia sessuale dell'autore[1]).
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b Marco di Capua, Salvador Dalí - la vita e l'opera, Mondadori, 2002, pp. 81-82.
- ^ Enrico Crispolti, Il surrealismo, Milano, 1969.
- ^ Schneede, 1991, p. 99.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (DE) Uwe M. Schneede, Exposition internationale du Surréalisme, Paris 1938, in Bernd Klüser und Katharina Hegewisch (a cura di), Die Kunst der Ausstellung : eine Dokumentation dreissig exemplarischer Kunstausstellungen dieses Jahrhunderts, 1ª ed., Frankfurt am Main, Insel Verlag, 1991, ISBN 3458162038, LCCN 92140760, OCLC 25468613.
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Il grande masturbatore
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Scheda dell'opera sul sito del museo Reina Sofía, su museoreinasofia.es.