I figli dello spazio
I figli dello spazio | |
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Titolo di testa | |
Titolo originale | The Space Children |
Lingua originale | inglese |
Paese di produzione | Stati Uniti d'America |
Anno | 1958 |
Durata | 69 min |
Dati tecnici | B/N rapporto: 1,85: 1 |
Genere | fantascienza |
Regia | Jack Arnold |
Soggetto | Tom Filer |
Sceneggiatura | Bernard C. Schoenfeld |
Produttore | William Alland |
Casa di produzione | William Alland Productions per Paramount |
Distribuzione in italiano | Paramount |
Fotografia | Ernest Laszlo |
Musiche | Van Cleave |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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I figli dello spazio (The Space Children) è un film di fantascienza del 1958 diretto da Jack Arnold. In questo film il regista esplora i conflitti impliciti nel rapporto tra l'uomo adulto e la sua controparte infantile, proponendo inoltre delle figure di alieni benevoli, contrariamente a buona parte dei film del periodo, che li ritraggono come malvagi invasori.
Trama
[modifica | modifica wikitesto]Mentre in una base militare top secret fervono i preparativi per il lancio di un satellite armato con diverse testate nucleari, i figli di alcuni scienziati che lavorano nell'edificio entrano in contatto, in una caverna sulla spiaggia vicina, con una creatura simile a un enorme cervello. Il cervello alieno, comunicando con i bambini attraverso l'emissione di onde cerebrali, li avverte che l'esperimento condotto dai soldati costituisce una pericolosa minaccia alla pace mondiale e mostra loro come sabotare la missione. Grazie alle azioni dei bambini il satellite esplode prima ancora di lasciare la rampa di lancio mentre, contemporaneamente, episodi analoghi avvengono nelle basi missilistiche di tutto il mondo.
Produzione
[modifica | modifica wikitesto]I figli dello spazio fu il primo film prodotto da William Alland per la Paramount.[1] La sceneggiatura era ispirata a The Egg, una storia inedita di Tom Filer, che narrava di una ragazza affetta da poliomielite ed era significativamente diversa da quella del film.[2][3]
Il cervello alieno fu ideato dall'artista degli effetti speciali Ivyl Burks e utilizzava 3.300 dollari di lampade al neon per creare l'effetto del bagliore.[4]
Critica
[modifica | modifica wikitesto]«Film "minore" del grande Jack Arnold, ma interessante per il messaggio pacifista che propone, individuando nei bambini la forza che potrà salvare il futuro dell'umanità.»
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Hedda Hopper, 'Space Children' Set as Science-Fiction, in Los Angeles Times, Los Angeles, California, USA, Eddy Hartenstein, 5 ottobre 1957, p. B2, ISSN 0458-3035 , OCLC 3638237. URL consultato il 10 marzo 2013 (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2013).
- ^ Bill Warren, Keep watching the skies!: American science fiction movies of the fifties, illustrated, Jefferson, North Carolina, USA, McFarland & Company, 1982, ISBN 978-0-89950-170-3, OCLC 7999158. URL consultato l'11 marzo 2013.
- ^ AFI staff (2013). "The Space Children". AFI Catalog of Feature Films (Los Angeles, California, USA: American Film Institute). OCLC 772904208. Retrieved March 11, 2013.
- ^ John Johnson, Cheap Tricks and Class Acts: Special Effects, Makeup and Stunts from the Fantastic Fifties, illustrated, Jefferson, North Carolina, USA, McFarland & Company, 1996, p. 19, ISBN 978-0-7864-0093-5, OCLC 32430986. URL consultato l'11 marzo 2013.
- ^ Bruno Lattanzi e Fabio De Angelis (a cura di), I figli dello spazio, in Fantafilm.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) The Space Children, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- (EN) I figli dello spazio, su The Encyclopedia of Science Fiction.
- I FIGLI DELLO SPAZIO, su CineDataBase, Rivista del cinematografo.
- (EN) I figli dello spazio, su IMDb, IMDb.com.
- (EN) I figli dello spazio, su AllMovie, All Media Network.
- (EN) I figli dello spazio, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC.
- (EN, ES) I figli dello spazio, su FilmAffinity.
- (EN) I figli dello spazio, su Box Office Mojo, IMDb.com.
- (EN) I figli dello spazio, su AFI Catalog of Feature Films, American Film Institute.
- Bruno Lattanzi e Fabio De Angelis (a cura di), I figli dello spazio, in Fantafilm.