Giovanni V Paleologo

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Giovanni V Paleologo
Ritratto di Giovanni V Paleologo nel Codex Mutinensis graecus 122, XV secolo
Basileus dei Romei
Stemma
Stemma
In carica
  1. 15 giugno 1341
    12 agosto 1376
  2. 1º luglio 1379
    13 aprile 1390
  3. 17 settembre 1390
    16 febbraio 1391
Predecessore1. Andronico III Paleologo
2. Andronico IV Paleologo
3. Giovanni VII Paleologo
Successore1. Andronico IV Paleologo
2. Giovanni VII Paleologo
3. Manuele II Paleologo
Nome completoIōannēs V Palaiologos
NascitaCostantinopoli, 18 giugno 1332
MorteCostantinopoli, 16 febbraio 1391 (58 anni)
Casa realePaleologi
PadreAndronico III Paleologo
MadreAnna di Savoia
ConsorteElena Cantacuzena
FigliAndronico IV
Irene
Manuele II
Teodoro I
Michele
Maria
Altre quattro figlie
Illegittimi
Isabella Zampia
ReligioneCristianesimo ortodosso

Giovanni V Paleologo, o VI[1] (in greco Ἰωάννης Παλαιολόγος?, Iōannēs V Palaiologos) (Costantinopoli, 18 giugno 1332Costantinopoli, 16 febbraio 1391), è stato un imperatore bizantino. Fu basileus dei Romei dal 1341 al 1376 e poi dal 1379 fino alla sua morte.

Giovanni V Paleologo era figlio primogenito di Andronico III Paleologo e Anna di Savoia.

La guerra civile

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra civile bizantina del 1341-1347.

Il 15 giugno 1341 morì Andronico III e Giovanni ereditò il trono all'età di nove anni, in un clima di guerra civile fra l'imperatrice Anna di Savoia e il reggente Giovanni VI Cantacuzeno.

Nel 1347 Giovanni Cantacuzeno riuscì a prendere il controllo dell'impero bizantino associandosi al trono e tenendolo fino al 1355, anno in cui Giovanni V riuscì ad allontanare dal potere lui e suo figlio Matteo.

Il periodo di regno di Giovanni segnò il crollo definitivo dell'impero bizantino. Durante la guerra civile la regione balcanica venne perduta a vantaggio del regno di Serbia, che vide l'espansione dei propri territori sotto la guida di Stefano Uroš IV Dušan; inoltre, nel 1354, i turchi conquistarono Gallipoli ottenendo così il controllo dello stretto dei Dardanelli e facendone la più importante testa di ponte per le loro future conquiste nei Balcani.

Subito dopo, infatti, essi iniziarono la loro espansione in Tracia fino ad arrivare a conquistare Adrianopoli. Lo spostamento della capitale turca ad Adrianopoli nel 1365 minacciò direttamente Costantinopoli.

I viaggi in Occidente

[modifica | modifica wikitesto]

Nei primi mesi del 1366 Giovanni V decise di recarsi in Occidente, per chiedere aiuti contro gli ottomani, visto che questi si facevano sempre più minacciosi. Giovanni lasciò il governo momentaneo dell'impero al figlio Andronico IV Paleologo, futuro erede al trono, e portò con sé i figli Manuele e Michele. Le sue richieste d'aiuto non furono ascoltate, visto che la religione dell'impero bizantino era ortodossa, così egli dovette fare ritorno in patria, ma passando per il regno di Bulgaria, fu fatto prigioniero insieme ai suoi figli. I tre furono liberati nella primavera del 1367, grazie all'intervento di Amedeo VI di Savoia, cugino di Giovanni, impegnato nella crociata sabauda.

Successivamente Giovanni nominò Manuele despota di Tessalonica, la seconda città per importanza dell'impero.

Nel 1369 Giovanni iniziò un nuovo viaggio in Occidente. Nel maggio 1370, egli fu a Venezia, dove doveva riscattare i gioielli della corona, consegnati ai veneziani nel 1343 da sua madre Anna di Savoia, in cambio di 30.000 ducati. Non avendo però denaro per riscattare i gioielli, Giovanni fece una generosa proposta alla repubblica di Venezia: avrebbe dato l'isola di Tenedo, che controllava l'ingresso allo stretto dell'Ellesponto, in cambio dei gioielli, di 25.000 ducati e di 6 navi da guerra. Il doge Andrea Contarini accettò senza esitazione, ma Andronico IV, che intanto governava l'impero in vece del padre, con l'appoggio dei genovesi si rifiutò di consegnare l'isola ai veneziani. Questi ultimi non diedero quindi nessun ducato a Giovanni, che non aveva più denaro per pagarsi il ritorno a Costantinopoli e quindi era come prigioniero dei veneziani.

Andronico non fece nulla per liberare il padre ma Manuele raccolse il denaro necessario e, nonostante le difficoltà procurate dalla neve, riuscì ad attraversare velocemente la via Egnazia e giunse a Venezia. Finalmente, nel marzo 1371, Giovanni era di nuovo libero.

Vassallo del sultano

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra civile bizantina del 1373-1379.

Nel 1373 Giovanni fu costretto a diventare vassallo del sultano Murad I e nel maggio dello stesso anno dovette andare a combattere insieme al sultano in Asia Minore. Andronico, contrario alla sottomissione del padre a Murad, si ribellò ad entrambi con l'aiuto del figlio di Murad Savci Bey, ma la sua rivolta fu soffocata ed egli fu incarcerato nella torre Anema, diseredato e semi accecato insieme al figlio Giovanni VII, che era ancora un bambino. Giovanni fece chiamare Manuele da Tessalonica, arrivò a Costantinopoli il 25 settembre e fu incoronato coimperatore.

La rivolta di Andronico IV

[modifica | modifica wikitesto]
Lo stesso argomento in dettaglio: Guerra civile bizantina del 1373-1379.

Nel 1376 i genovesi fecero evadere di prigione Andronico, che si presentò a Murad chiedendo truppe per prendere Costantinopoli: in cambio egli avrebbe concesso ai turchi Gallipoli. Murad accettò di buon grado, così Andronico assaltò subito la capitale, difesa da Giovanni e Manuele che infine si dovettero arrendere. Andronico li fece rinchiudere con tutta la famiglia imperiale nella torre Anema.

Nel 1379 la famiglia imperiale riuscì a liberarsi e si rifugiò a Crisopoli, ove era accampato Murad. Manuele promise a quest'ultimo che se li avesse aiutati a riconquistare il potere, avrebbero aumentato il tributo da versare a lui e gli avrebbero consegnato la città di Filadelfia, ultima città bizantina in Asia Minore. Murad accettò il patto e diede un esercito a Manuele e Giovanni che inoltre furono appoggiati dai veneziani, desiderosi di togliere il potere al filogenovese Andronico, e per questo fornirono una piccola flotta a Manuele ed a Giovanni. Il 1º luglio 1379 Manuele e Giovanni entrarono da vincitori a Costantinopoli, mentre Andronico scappò a Galata, colonia genovese. La guerra civile si protrasse fino all'aprile 1380 quando finalmente le due parti si accordarono e Andronico sarebbe tornato ad essere l'erede al trono. Ma questo accordo toglieva a Manuele il diritto al trono ed egli non la prese bene: nonostante fosse sempre stato fedele al padre, non riusciva più a sopportare il disfattismo ed il malgoverno del padre. Si rifiutò quindi di riconoscere agli ottomani il dominio balcanico, che il padre aveva concesso.

La caduta di Tessalonica

[modifica | modifica wikitesto]
L'impero bizantino (blu) nel 1389.

Nell'autunno 1382 Manuele tornò a ricoprire la carica di despota di Tessalonica e nell'ottobre 1383 gli ottomani iniziarono ad assediare la città. Nel giugno 1385 Andronico morì e Manuele tornava ad essere l'erede al trono dell'impero bizantino. Manuele il 6 aprile 1387 partì per Lesbo e Tessalonica si consegnò agli ottomani il 9 aprile.

Manuele dovette riconoscere di essersi sbagliato nei confronti del padre e cercò la riconciliazione, visto che la politica pacifista con i turchi si era rivelata giusta ma Giovanni lo obbligò, come penitenza, ad andare in esilio nell'isola di Lesbo per quasi due anni. Il 31 marzo 1390 Giovanni fece tornare Manuele a Costantinopoli.

La ribellione di Giovanni VII e la morte

[modifica | modifica wikitesto]

Nella notte del 13 aprile Giovanni VII Paleologo, figlio di Andronico IV, a capo di alcune truppe ottomane fornite dal nuovo sultano Bajazet I, detronizzò Giovanni V. Ma l'imperatore non fuggì da Costantinopoli ed insieme al figlio Manuele ed a coloro che gli erano fedeli, si barricò nella torre della Porta Aurea, dove si preparò a resistere all'assedio del nipote. Dopo un po' di tempo Manuele fu mandato dal padre in cerca d'aiuto. Questi trovò in aiuto cinque galee, con le quali arrivò a Costantinopoli il 25 agosto. Il 17 settembre Giovanni V ordinò a i suoi uomini di uscire dalla torre silenziosamente, per compiere un'imboscata agli uomini del nipote. Quest'ultimo fu preso alla sprovvista e fu costretto a fuggire dalla capitale. Dopo questa vittoria l'imperatore Giovanni V insieme a suo figlio Manuele, ed ai suoi fidati, tornò trionfante verso il palazzo delle Blacherne. Ma la vittoria di Giovanni V su Giovanni VII fece infuriare il sultano Bajazet I, che ordinò a Manuele e a Giovanni VII di accompagnarlo nella sua nuova campagna militare.

Il 16 febbraio 1391 Giovanni V morì di gotta e gli succedette il figlio Manuele II Paleologo.

Matrimonio e discendenza

[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni sposò Elena Cantacuzena, figlia di Giovanni VI Cantacuzeno e di Irene Asanina, dalla quale ebbe numerosi figli, tra i quali:

Ebbe inoltre almeno una figlia illegittima:

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Andronico II Paleologo Michele VIII Paleologo  
 
Teodora Ducas Vatatzina  
Michele IX Paleologo  
Anna d'Ungheria Stefano V d'Ungheria  
 
Elisabetta dei Cumani  
Andronico III Paleologo  
Leone III d'Armenia Aitone I d'Armenia  
 
Isabella d'Armenia  
Rita d'Armenia  
Keran di Lampron Aitone IV di Lampron  
 
 
Giovanni V Paleologo  
Tommaso II di Savoia Tommaso I di Savoia  
 
Margherita di Ginevra  
Amedeo V di Savoia  
Beatrice Fieschi Teodoro Fieschi  
 
Simona de Volta di Capo Corso  
Anna di Savoia  
Giovanni di Brabante Enrico III di Brabante  
 
Alice di Borgogna  
Maria di Brabante  
Margherita di Fiandra Guido di Dampierre  
 
Matilde di Bethune  
 

Galleria d'immagini

[modifica | modifica wikitesto]
  1. ^ Sulla numerazione esistono delle incertezze, in quanto non si sa se considerare prima del Paleologo, Giovanni VI Cantacuzeno, solitamente si preferisce usare il numero V per il Paleologo.

Voci correlate

[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti

[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Imperatore bizantino Successore
Andronico III 1341 - 1391 Manuele II
con Giovanni VI
1341 - 1376
Controllo di autoritàVIAF (EN98866081 · ISNI (EN0000 0001 1483 4119 · CERL cnp00586044 · LCCN (ENnr94030636 · GND (DE118712462 · BNE (ESXX1326899 (data) · BNF (FRcb124481303 (data) · J9U (ENHE987007342868605171