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Gatto nero, gatto bianco

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Gatto nero, gatto bianco
Una scena tratta dal film
Titolo originaleCrna mačka, beli mačor
Lingua originaleserbo, romaní, bulgaro
Paese di produzioneJugoslavia, Francia, Germania
Anno1998
Durata120 min
Rapporto1,85 : 1
Generegrottesco, commedia
RegiaEmir Kusturica
SoggettoEmir Kusturica, Gordan Mihić
SceneggiaturaEmir Kusturica, Gordan Mihić
FotografiaThierry Arbogast
MontaggioMica Zajc Svetolik
Effetti specialiBrynley Cadman
MusicheBrynley Cadman, Dr. Nele Karajlić, Dejan Sparavalo
ScenografiaMilenko Jeremić
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Gatto nero, gatto bianco (Crna mačka, beli mačor) è un film del 1998 diretto da Emir Kusturica.

È un affresco grottesco sull'edonismo e l'allegria della popolazione gitana, con gag basate sui parossismi delle sue usanze.

La traduzione letterale del titolo è Gatta nera, gattone bianco; i due gatti compaiono in alcune scene, simboli del contrasto tra i personaggi: la coppia Zare-Ida, uno bruno e sognatore, l'altra bionda e pratica, ma anche la coppia Afrodita-Grga, una piccola coraggiosa, l'altro grosso e idealista.

La trama è grottesca, fitta di personaggi gitani caratteristici, vari simboli metaforici ed episodi espressivi di dinamismo e gaiezza. Il filo delle vicende è il desiderio di quattro giovani di fuggire il promesso matrimonio, rincorrendo l'anima gemella attraverso un carosello di avventure buffonesche.

Grga Pitić, un magnate delle discariche, e Zarije, orgoglioso proprietario di una cava, sono grandi amici pur non vedendosi da oltre venticinque anni. Il figlio di Zarije, Matko, è un buono a nulla; incapace di chiedere aiuto a suo padre si rivolge a Grga per farsi prestare del denaro e concludere un affare. Successivamente coinvolge anche Dadan Karambolo, il boss dei gangster gitani, che immancabilmente lo raggira. Il piano fallisce e Matko deve pagare un pegno a Dadan: suo figlio Zare deve sposare la sorella di Dadan, Afrodita, quando invece è innamorato di Ida.

Realizzazione

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Finanziato da un pool di reti televisive europee, è girato in serbo, romaní e bulgaro, nella pellicola spesso sovrapposte, e ha una ambientazione simbiotica tra il fiume Danubio e gli animali e i boschi che circondano le case dei gitani lungo il fiume.

Secondo quanto racconta Kusturica il film doveva essere originariamente un documentario sulla musica gitana intitolato Musika akrobatika, ma durante la lavorazione il regista lo fece diventare un film di fiction.

Il film è ambientato sul fiume Danubio, nei pressi del confine serbo-bulgaro, ed è stato girato per la maggior parte nella località di Taras, in Vojvodina. Le riprese hanno avuto luogo durante due estati, per riuscire ad avere sempre una buona luce in un periodo di eccezionale maltempo.

Realizzato con due direttori della fotografia francesi, il film mostra un netto cambio di stile fotografico rispetto ai film precedenti. Le immagini sono più solari e ricche di colori, stile che verrà mantenuto anche nei film successivi.

Omaggi a altre opere

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In più scene del film il personaggio di Grga Pitić guarda ripetutamente il finale di Casablanca, mentre Ida balla imitando una scena del film Strade di fuoco (1984) di Walter Hill.

Uno dei gangster che accompagna Dadan Karambolo appare costantemente impegnato nella lettura del fumetto italiano Alan Ford, che ha avuto grande successo nei Balcani.[1][2][3][4]

Inoltre in diverse scene appare un maiale, che lentamente divora la carcassa di una Trabant.

  • La canzone Pitbull, presente nel film, ha ispirato il singolo Pitbull Terrier del duo rap sudafricano Die Antwoord.

Riconoscimenti

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  1. ^ Alan Ford: il più amato dagli slavi (Alan Ford: The Favorite of the Slavs), su ubcfumetti.com, 27 ottobre 2006 (archiviato dall'url originale il 10 gennaio 2008).
  2. ^ Alan Ford e la "Casa dei fiori" di Tito, su Osservatorio Balcani e Caucaso, 27 febbraio 2013. URL consultato il 31 ottobre 2015.
  3. ^ Osservatorio Balcani e Caucaso, Alan Ford, un eroe italo-jugoslavo, su balcanicaucaso.org. URL consultato il 29 settembre 2016.
  4. ^ Arina Kravchenko, Black cat, white cat., su arinakravchenko.blogspot.com. URL consultato il 30 maggio 2024.

Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN316751900 · BNF (FRcb17131731c (data)
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