Gaetano Santangelo

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Ghetanaccio trasporta il suo castello (stampa ottocentesca)

Gaetano Santangelo, detto Ghetanaccio in romanesco o Gaetanaccio in italiano (Roma, 1782Roma, 26 giugno 1832), è stato un burattinaio italiano.

Burattinaio (stampa del 1770 circa)
Papa Leone XII: le sue prescrizioni per l'Anno Santo ridussero Ghetanaccio al lastrico

Gaetano Santangelo [1] nacque nei pressi della basilica di San Pietro, nel rione Borgo, nel 1782. Di modesta condizione, s'industriò per sbarcare il lunario a fare il burattinaio ambulante, trasportando sulle spalle il suo castello[2] per le vie, le piazze e all'interno dei palazzi della nobiltà romana, ove spesso era chiamato per rallegrare feste e banchetti.

Il personaggio principale delle sue rappresentazioni era Rugantino, tipica maschera romanesca. Frequente anche Pulcinella, cui dava voce con un particolare strumento, la pivetta che, tenuta in bocca, alterava il suono delle parole rendendole stridule e simili al verso della chioccia[3].

Così lo descrivono Giggi Zanazzo, studioso delle tradizioni e del folklore romani e Filippo Chiappini, poeta e lessicografo romanesco:

«Era un celebre burattinaro; arto, palido, vestito cor un sacchetto de cottonina e con un baretto co’ la visiera che je copriva la capoccia: e una fame, poveraccio, che se la vedeva coll’occhi.[4]»

«Egli fu di complessione piuttosto gracile, non ebbe un pelo sul viso, e sulle sue gote mai non apparvero i colori della salute; fin dalla sua gioventù cominciò ad essere tossicoloso[5], e questo malanno con l'andare del tempo gli si andò sempre aumentando, talmente che alcune volte gl'impediva affatto di vociferare. Ciò non ostante, egli si strascinava per la città col suo casotto sulle spalle anche in mezzo ai rigori dell'inverno, poiché senza ciò sarebbe mancato il pane alla sua famiglia.»

Vissuto in una città coinvolta nei rapidi e radicali rivolgimenti politici dell'epoca: dal dominio papalino alla Repubblica franco-romana, dall'Impero napoleonico alla Restaurazione con il ritorno di Pio VII, Santangelo inserì nei suoi spettacoli salaci allusioni ai potenti del tempo, divertendo con il suo spirito plebeo, battute scurrili e pernacchie, popolani, nobili e prelati ma richiamando anche l'attenzione della vigile e sospettosa autorità di polizia che più volte lo mise in prigione.

Nel 1825, in occasione dell'Anno Santo, Leone XII proibì ogni spettacolo e anche Ghetanaccio fu costretto a sospendere le rappresentazioni, sua unica fonte di guadagno, finché, privo dell'indispensabile, si ridusse a chiedere l'elemosina.

Morì nel 1832, malato di tubercolosi, nell'Ospedale di Santo Spirito all'età di circa cinquant'anni.

Riconoscimenti

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Fino al 2007, nel Municipio XVI di Roma, nei pressi della Stazione di Trastevere, adiacente al mercato di Porta Portese, un modesto giardino, "Parco Ghetanaccio", ricordava il burattinaio romano.[6]

La figura di Ghetanaccio ha ispirato la realizzazione di varie opere teatrali incentrate su di lui: dall'operetta Il Ghetanaccio del maestro E. Zucconi, che fu rappresentata nel 1891 al Teatro Rossini, all'omonima commedia scritta dal poeta romanesco Giggi Pizzirani (1924), fino al Ghetanaccio di Augusto Jandolo, pezzo particolarmente caro a Ettore Petrolini, che lo "recitava ogni stagione, come una commemorazione rituale"[7]. Nel 1978, una commedia musicale, la Commedia di Gaetanaccio, scritta da Luigi Magni, diretta e interpretata da Gigi Proietti, è stata rappresentata al Teatro Brancaccio di Roma. Dal 26 Novembre al 2 Dicembre 2018 al Teatro Greco di Roma è andata in scena la commedia musicale "La Maschera der Ghetanaccio", presentata in collaborazione tra "Onion Jam Art Company" e "Er core de Roma" scritta da Claudio Fabi, con testi e musiche originali di Avio Focolari ed Emanuele Puleio e diretta da Emiliano Sciullo; allestimento che ha riscosso un buon riscontro da pubblico e critica.

  1. ^ Indicato anche come Ghetano Sant'Angelo, Gaetano Sant'Angelo o Ghetano Santangelo.
  2. ^ Il castello, detto anche casotto o baracca, è una leggera costruzione di legno al cui interno viene rappresentato lo spettacolo dei burattini.
  3. ^ Chiappini, pp 11-13.
  4. ^ Era un celebre burattinaio, alto, pallido, vestito con un sacchetto di cotone leggero e con un berretto con la visiera che gli copriva il capo: e una fame, poveraccio, da vedersela addosso.
  5. ^ Afflitto da tosse cronica: Santangelo morì infatti di tubercolosi.
  6. ^ Vittoria Scarpa, Trastevere, parco Ghetanaccio un dormitorio nel degrado, su ricerca.repubblica.it, quotidiano la Repubblica, 26 agosto 2004. URL consultato il 12 febbraio 2018.
  7. ^ Anton Giulio Bragaglia, Storia del Teatro Popolare Romano, Roma, Colombo, 1958, p. 416.
  • Augusto Jandolo, Ghetanaccio : scene popolari della Roma papale. Roma, casa editrice "Roma", 1923.
  • Maria Signorelli, Ghetanaccio. Padova, Amicucci Ed., 1960.
  • Mario Verdone, Le maschere romane: da Meo Patacca a Rugantino, da Ghetanaccio al Generale Mannaggia La Rocca. Roma, Tascabili Economici Newton, 1997. ISBN 88-7983-779-6.
  • Giggi Zanazzo, "Ghetanaccio", in Usi, costumi e pregiudizi del popolo di Roma, Parte II, Torino, Società Tipografico-Editrice Nazionale, 1908.

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