Edificio tripartito a pilastri
Gli edifici tripartiti a pilastri (dalla locuzione inglese tripartite pillard buildings) sono edifici a pianta rettangolare (con un rapporto in genere di 1 a 3 tra lati corti e lati lunghi) divisi longitudinalmente da due file di pilastri, che compaiono in Israele nell'XI secolo a.C.. Le navate laterali di questi spazi sono pavimentate, mentre lo spazio centrale ha suolo in terra battuta o coperto di ghiaia. Ne sono state proposte diverse interpretazioni, tra cui l'uso come stalle o magazzini e più recentemente alcuni ricercatori hanno dimostrato che erano utilizzati come mercati coperti, favorendo la raccolta delle tasse di importazione.
La pianta prende probabilmente origine dalla tipologia di abitazione comune nella Palestina nell'età del bronzo medio e nell'età del ferro, chiamata casa a quattro ambienti.
Archeologia
[modifica | modifica wikitesto]Nel sito di Tel Hadar, il suolo dell'edificio tripartito a pilastri è occupato da numerosi recipienti ceramici, tra cui grandi giare da immagazzinamento, mentre non vi sono stati ritrovati esemplari di ciotole, indicando che nessuno vi abitava. Le lampade ad olio e i recipienti da cucina che vi sono stati rinvenuti non erano mai stati utilizzati. L'analisi della ceramica ha mostrato un'alta percentuale di materiali provenienti dall'importazione (da Galaad, dall'alta Galilea e dalla costa mediterranea); un vaso protogeometrico giunge fin dalla Grecia continentale.
L'edificio si trova tra un granaio per cereali e un magazzino tripartito, costruito in modo simile ma con muri al posto dei pilastri (la struttura chiusa isolava dalla luce e dall'aria, conservando meglio le merci). Lo stesso raggruppamento è presente a Hazor. Questo insieme potrebbe rappresentare il centro commerciale della città.
Il più antico di questi edifici compare nell'XI secolo a.C.. Nel Negev si ritrovano a Tel Masos. Tel Malhata e Tel Be'er Sheva, sulla via commerciale che conduce dall'Arabia ai porti del Mediterraneo. Altri sono situati sulla via carovaniera detta Darb el-Hawarna, tra la Mesopotamia e la costa mediterranea, e altri sulla via Maris, a Hazor, a Megiddo a Kinneret e a Tell Qasile.
A Megiddo, che si trova all'incrocio di diverse strade commerciali, sono state rinvenute 18 strutture di questo tipo (ma alcune potrebbero essere state utilizzate come stalle). Quando una città con una di queste costruzioni veniva distrutta, un altro edificio simile viene costruito in una città vicina[1].
Funzioni
[modifica | modifica wikitesto]James Pritchard aveva interpretato questi edifici come depositi, mentre Yigael Yadin riteneva che quello rinvenuto a Hatzor fosse un deposito, e che quello di Megiddo fosse una stalla[2], mentre Israel Finkelstein et David Ussishkin sostennero di no. Diversi studiosi hanno espresso l'opinione che si tratti di edifici commerciali, dove le ceramiche e i loro contenuti venivano acquistati e venduti[3].
J. Blakely ha proposto più recentemente che si trattasse di edifici pubblici edificati per profittare delle rotte commerciali e per controllarle. Potevano essere utilizzati per raccogliere le tasse[4]. Un passaggio dei Libri dei Re rafforza l'idea che questo tipo di costruzioni potevano essere il prodotto della politica economica del periodo[5].
Nella storia del regno di Israele
[modifica | modifica wikitesto]Blakely e Horton dimostrano che la collocazione di questi edifici forma un cerchio che delimita un territorio, suggerendo che fossero stati stabiliti da un gruppo politico che si localizzava all'interno di questo cerchio, e non da diverse entità come suggeriva Moshe Kochavi. Nell'insieme questi edifici definiscono i limiti dei territori del regno di Israele e del regno di Giuda[6]. In questo modo l'archeologia permette di ricostruire in modo indipendente le frontiere del regno di Davide e Salomone, e poi dei regni di Israele e di Giuda separati[4]. Queste frontiere corrispondono alla frase "tutto Israele, da Dan fino a Beer Shéba"[7].
Monarchia unificata
[modifica | modifica wikitesto]Tra l'XI e il X secolo a.C. troviamo gli edifici tripartiti a pilastri nelle seguenti località:
- Tel Hadar, dove la via da Damasco e dalla Mesopotamia entra in Israele
- Tel Masos (poi Tel Malhata nel X secolo), dove la via dall'Arabia meridionale entra in Israele
- Tell el-Hesi, sulla strada che collega Gaza a Hebron e a Gerusalemme
- Tel Qasile, porto mediterraneo e reingresso in Israele della via Maris da sud
- Tel Abu Hawam, dove la via Maris rientra in Israele da nord
La collocazione di questi edifici permette di stabilire archeologicamente le frontiere del territorio di Israele in questo periodo, che corrispondono a quelle descritte nei Libri dei Re[8] e di cui Baruch Halpern[9] sostiene la validità[4]. Queste scoperte mostrano l'interesse che i re di Israele avevano verso il fiorente commercio dell'epoca tra Tiro, l'Egitto e il regno di Israele, che probabilmente consentiva importante rendite. La campagna condotta dal faraone egizio Sheshonq I, tuttavia, portò alla riconquista di Megiddo e ad eliminare l'occupazione giudea del Negev, riportando la regione sotto il controllo egiziano.
Regni di Israele e di Giuda
[modifica | modifica wikitesto]Nel IX e VIII secolo a.C. gli edifici tripartiti a pilastri continuarono a delimitare le frontiere dei due regni. Nel regno di Giuda, i siti di Tel Malhata e di Tel Be'er Sheva assicuravano il controllo della via dall'Arabia a Gaza e quelli di Lachish e di Ashdod della via proveniente dalla costa filistea. Nel regno di Israele, Megiddo si trovava sulla via Maris, mentre Hazor, Kinneret e Ein Gev, sul mar di Galilea, su importanti strade verso Damasco e la Mesopotamia. Pertanto in quest'epoca il regno di Giuda non disponeva più di risorse importanti in quest'epoca, mentre il regno di Israele conservava mezzi finanziari importanti, che gli permisero di assicurare la propria preminenza sul regno di Giuda.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Moshe Kochavi, "Tripartite Buildings: Divided structure Divide Scholars", in The Biblical Archaeology review, 25,3 1999 (testo on line)
- ^ Y. Yadin, "Hazor, the head of all those kingdoms", in The Schweich Lectures of the British Academy 1970. Oxford University Press, London.1972.
- ^ L.G. Herr, "Tripartite Pillared Buildings and the Market Place in Iron Age Palestine", in Bulletin of the American Schools of Oriental Research 272, 1988; Ze'ev Herzog, The Storehouses, 1973.
- ^ a b c d Jeffrey A. Blakely, "Reconciling Two Maps:Archaeological Evidence for the Kingdoms of David and Solomon.", in Bulletin of the American Schools of Oriental Research. 327, 2000.
- ^ I Libro dei Re 20.34 : "ti restituirò le città che mio padre ha preso a tuo padre e potrai stabilire dei mercati a Damasco, come mio padre ne aveva stabiliti a Samaria" .
- ^ J. A. Blakely, F. L. Horton Jr., "On Site Identifications Old and New: The Example of Tell el-Hesi", in Near Easter Archaeology, 2001.
- ^ Libro dei Giudici 20.1, I Libro di Samuele 3.20 e I Libro dei Re 5.5.
- ^ I Libro dei Re, 4.7-19.
- ^ Baruch Halpern, David's Secret Demons: Messiah, Murderer, Traitor, King, 2001.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Jeffrey A. Blakely, "Reconciling Two Maps:Archaeological Evidence for the Kingdoms of David and Solomon", in Bulletin of the American Schools of Oriental Research, 327, 2002.
- Moshe Kochavi, "Tripartite Buildings: Divided structure Divide Scholars", in The Biblical Archaeology review, 25,3 1999 (testo on line).
- Moshe Kochavi, "The Eleventh Century B.C.E. Tripartite Pillar Building at Tel Hadar", in S. Gitin, A. Mazar, E. Stern (a cura di), Mediterranean Peoples in Transition: Thirteenth to Early Tenth Centuries B.C.E, Israel Exploration Society, 1998.
- Moshe Kochavi, "The Ancient Road from the Bashan to the Mediterranean". in T. Eskola, E. Junkkaala (a cura di), From the Ancient Sites of Israel: Essays on Archaeology, History and Theology in Memory of Aapeli Saarisalo (1896-1986), Theological Institute of Finland, Helsinki.
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Jeff Blakely, "Davidic and Solomonic Bazaars, Barracks, Stables, Warehouses, Toll Stations, Tripartite Pillared Buildings, or Entrepôts ... Whatever:Beyond the Structures Themselves[collegamento interrotto] (testo on line in inglese, maggio 2003, dipartimento di studi ebraici e semitici dell'Università del Wisconsin)