Digitaria exilis
Fonio | |
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Digitaria exilis | |
Classificazione APG IV | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
(clade) | Tracheobionta |
(clade) | Angiosperme |
(clade) | Monocotiledoni |
(clade) | Commelinidi |
Ordine | Poales |
Famiglia | Poaceae |
Sottofamiglia | Panicoideae |
Tribù | Paniceae |
Sottotribù | Anthephorinae |
Genere | Digitaria |
Specie | D. exilis |
Classificazione Cronquist | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Plantae |
Divisione | Magnoliophyta |
Classe | Liliopsida |
Sottoclasse | Commelinidae |
Ordine | Cyperales |
Famiglia | Poaceae |
Genere | Digitaria |
Specie | D. exilis |
Nomenclatura binomiale | |
Digitaria exilis (Kippist) Stapf, 1915 | |
Areale | |
Il fonio (Digitaria exilis (Kippist) Stapf, 1915) è una pianta erbacea della famiglia delle Poaceae, diffusa nelle savane dell'Africa occidentale.[1]
Descrizione
[modifica | modifica wikitesto]Il fonio è una pianta erbacea annuale, eretta, che raggiunge un'altezza dai 35 ai 75 centimetri. Ha foglie corte. Le spighe sono costituite da due a cinque parti strette e lunghe fino a 15 centimetri. Le spighette sono a fiore singolo. Le cariossidi sono molto piccole 1-1,5 millimetri di diametro ed il loro colore va dal bianco al giallastro al viola.
Secondo varie fonti, il fonio matura più velocemente di tutti gli altri tipi di cereali. Alcune varietà possono essere raccolte da sei a otto settimane dopo la semina.[2] Altre maturano più lentamente, solitamente in 165-180 giorni.
Distribuzione e habitat
[modifica | modifica wikitesto]L'areale di questa specie si estende dall'Africa occidentale tropicale al Camerun.[1]
In Africa, questa specie può essere coltivata anche in luoghi aridi della savana e può tollerare la siccità temporanea. Tuttavia è sensibile all’eccessiva secchezza. Elevate quantità di pioggia sono ben tollerate. I limiti di precipitazioni annue vanno da 250 a 1500 mm. Le principali aree di coltivazione hanno più di 400 mm di pioggia annua. Anche se il fonio viene coltivato in parte al livello del mare, le principali aree di coltivazione si trovano ad altitudini superiori ai 600 metri.
Il fonio tollera terreni molto poveri e prospera anche in luoghi dove non crescono altri cereali. Viene coltivato prevalentemente su terreni poveri e sabbiosi, ma cresce anche su terreni rocciosi. A differenza di quasi tutte le altre colture, il fonio prospera anche su terreni argillosi acidi con un alto contenuto di alluminio. La maggior parte delle varietà prospera poco su terreni pesanti.
Si dice che il fonio sia uno dei cereali africani più antichi. Non si hanno informazioni sulla distribuzione della forma selvatica, ma si può presumere che si trovi nell'Africa occidentale, dove vengono coltivate anche le varietà locali odierne.
Usi
[modifica | modifica wikitesto]Il fonio viene trasformato in vari alimenti, tra cui porridge e cuscus, ma può anche essere fermentato per produrre birra o macinato e mescolato con altre farine per fare il pane. Le popolazioni Lamba del Togo producono birra (tchapalo) dal fonio. In Senegal gli alimenti per l'infanzia sono preparati con fonio.[3]
Il fonio può essere somministrato come mangine agli animali domestici, ai ruminanti, ai maiali e al pollame. La paglia e la pula servono anche come foraggio.
La paglia del fonio viene utilizzata anche come combustibile per cucinare o mescolata con l'argilla per costruire case.
Riferimenti nella cultura
[modifica | modifica wikitesto]Secondo la mitologia della gente Dogon del Mali, Amma, il creatore dell'universo, fece l'intero universo dall'esplosione di un singolo chicco di fonio, situato dentro "l'uovo del mondo".[senza fonte]
Prospettive
[modifica | modifica wikitesto]Nel 2006 l'Unione europea ha deciso di stanziare fondi per la produzione di fonio.
Con il Regolamento Europeo L 323/1 del 19 dicembre 2018 la Commissione Europea ha approvato l’introduzione in Europa del fonio come Novel Food, a seguito del dossier scientifico di richiesta presentato e gestito dalla società italiana Obà Food.[4][5]
Uno studio realizzato a febbraio 2019 da WWF e Unilever ha inserito il fonio tra i “50 alimenti del futuro[6]: ottimi per il benessere del pianeta e delle persone”. Lo studio sollecita un cambiamento radicale su larga scala al fine di salvaguardare la biodiversità e invita a mettere al centro della nostra dieta gli alimenti alternativi identificati come i “50 Future Foods”, come primo passo per contribuire al riequilibrio dell’ecosistema.[7]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b (EN) Digitaria exilis, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato l'8 ottobre 2024.
- ^ Lost crops of Africa, National academic press, 1996, ISBN 978-0-309-04990-0.
- ^ (DE) Mit Social Media lokal produzierten Bio-Baby-Brei verkaufen, su RiffReporter, 27 gennaio 2023. URL consultato il 1º settembre 2024.
- ^ Regolamento Ue: Fonio "Novel Food", in Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea, 19 dicembre 2018. URL consultato il 15 aprile 2019 (archiviato il 1º dicembre 2021).
- ^ Novel food: in Europa arriva il fonio, in © EFA News - European Food Agency, 22 gennaio 2019. URL consultato il 15 aprile 2019 (archiviato il 15 aprile 2019).
- ^ (EN) WWF & Knorr, 50 Foods for Healthier People and Healthier Planet, 20 febbraio 2019.
- ^ WWF: il Fonio cibo del futuro, su obafoodgroup.com, 26 marzo 2019. URL consultato il 1º dicembre 2021 (archiviato il 16 aprile 2021).
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Classificazione tassonomica (dal Dipartimento dell'Agricoltura USA).
- (EN) National Academy of Sciences. The lost crops of Africa. 1. Grains. National Academies Press, 1996 ISBN 0-309-04990-3
- (EN, FR) Fonio: an African cereal, Le fonio, une céréale africaine
- (EN) Danladi Dada Kuta, Emmanuel Kwon-Ndung, Stephen Dachi, Mark Ukwungwu and Emmanuel Dada Imolehin. Potential role of biotechnology tools for genetic improvement of “lost crops of Africa”: the case of fonio (Digitaria exilis and Digitaria iburua). African Journal of Biotechnology, dicembre 2003. Vol. 2, Iss.12, pagg. 580-585. +Bioline International Official Site (site up-dated regularly)
Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Digitaria exilis
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