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Commissione parlamentare antimafia

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Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere
Fondazione20 dicembre 1962
Sede centraleItalia (bandiera) Roma
PresidenteItalia (bandiera) Chiara Colosimo
Lingua ufficialeitaliano
Sito web

La Commissione Parlamentare antimafia (denominata ufficialmente Commissione Parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere) è una commissione d'inchiesta bicamerale del Parlamento italiano, composta da 25 deputati e da 25 senatori, con sede a palazzo San Macuto a Roma.

Istituita per la prima volta con legge del 20 dicembre 1962[1], da allora viene promossa con legge all'inizio di ogni legislatura.

In Sicilia l'Assemblea regionale siciliana istituisce un'analoga Commissione regionale antimafia.

L'iter legislativo

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La prima proposta di una commissione parlamentare antimafia risale al 14 settembre 1948 come commissione d'inchiesta sull'ordine pubblico in Sicilia, immediatamente dopo la strage di Portella della Ginestra (1º maggio 1947)[2]. Un'altra proposta fu ripresentata nel 1958 su iniziativa di Ferruccio Parri e Simone Gatto a seguito di un attentato con esplosivo alla redazione de L'Ora, quotidiano palermitano che stava conducendo una coraggiosa inchiesta giornalistica sulla mafia, ma ancora una volta la proposta di legge fu osteggiata da più parti.

Solo il 20 dicembre 1962 fu approvata la legge proposta dai senatori Parri e Gatto[3], a seguito di una mozione approvata all'unanimità dall'Assemblea regionale siciliana su impulso del Presidente della Regione Giuseppe D'Angelo che ne richiedeva l'istituzione a causa di gravi fatti di sangue (nel 1962 nella sola Palermo si registrò un omicidio ogni diciassette ore).[4][5]

Nelle successive legislature, eccetto che nella VII, l'istituzione di una commissione parlamentare antimafia, sotto varie denominazioni, fu sempre riconfermata con apposite leggi.[2]

Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia (1963-1976)

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La prima Commissione, presieduta dal deputato socialdemocratico Paolo Rossi, si insediò il 14 febbraio 1963, ma non tenne altre sedute, perché il 18 febbraio dello stesso anno si ebbe lo scioglimento anticipato delle Camere[2].

Con la nuova legislatura, la presidenza venne affidata al senatore democristiano Donato Pafundi, con vice-presidenti Oscar Luigi Scalfaro (D.C.) e Girolamo Li Causi (P.C.I.), e, dopo soli cinque giorni dal suo insediamento, vi fu la strage di Ciaculli (30 giugno 1963), che provocò indignazione nell'opinione pubblica nazionale. Nel 1965, al termine della IV Legislatura, Pafundi presentò alle Camere una relazione di poche pagine contenente una serie di proposte per contrastare il fenomeno, che sgonfiò tutte le aspettative delle opposizioni e della pubblica opinione[6]. Con la V Legislatura, la presidenza passò al deputato democristiano Francesco Cattanei, che concluse i lavori nel 1972 con la presentazione di una sua prima relazione di oltre 2000 pagine con relativi allegati (dopo ben 9 anni dalla sua istituzione)[7]. Con la presidenza del senatore democristiano Luigi Carraro durante la VI Legislatura, la Commissione concluse definitivamente i suoi lavori con una relazione di circa 400 pagine approvata a maggioranza, che però venne giudicata riduttiva dalle opposizioni (ossia l'area parlamentare del P.C.I. e dell'M.S.I.), che pubblicarono ben due relazioni di minoranza (la prima firmata dai deputati Pio La Torre (P.C.I.), Gianfilippo Benedetti (P.C.I.), Alberto Malagugini (P.C.I.), Cesare Terranova (P.C.I.) e dai senatori Gelasio Adamoli (P.C.I.), Gerardo Chiaromonte (P.C.I.), Francesco Lugnano (P.C.I.), Roberto Maffioletti (P.C.I.) e la seconda divisa in tre parti redatte rispettivamente dai deputati Angelo Nicosia e Beppe Niccolai e dal senatore Giorgio Pisanò, tutti di area missina).[8]

Commissione parlamentare sul fenomeno della mafia (1983-1987)

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La Commissione parlamentare sul fenomeno della mafia fu istituita con la legge 13 settembre 1982, n. 646 (c.d. Legge Rognoni-La Torre), approvata a seguito del clamore suscitato dalla strage di via Carini, in cui rimasero uccisi il prefetto di Palermo, generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, la moglie Emanuela Setti Carraro e l'agente di scorta Domenico Russo (3 settembre 1982). La Commissione iniziò i suoi lavori con la VIII Legislatura sotto la presidenza del senatore Nicola Lapenta (D.C.), sostituito dal deputato Abdon Alinovi (P.C.I.) durante la IX Legislatura. La Commissione non ebbe i poteri di inchiesta della precedente e i compiti che le furono attribuiti furono esclusivamente quelli di verificare l'attuazione della Legge Rognoni-La Torre, di accertare la congruità della normativa, la conseguente azione dei pubblici poteri ed infine, di suggerire al Parlamento misure legislative e amministrative.[2]

Nel 1987, al termine della IX Legislatura, la Commissione concluse i suoi lavori ed approvò a maggioranza una relazione finale, in cui, per la prima volta, la mafia siciliana veniva considerata come "organizzazione eversivo-terroristica" in conflitto con il potere statale ed inoltre, in appositi paragrafi, venivano analizzati per la prima volta anche i fenomeni della camorra napoletana e della 'ndrangheta calabrese.[9] Fu pubblicata anche una relazione di minoranza redatta dal deputato Guido Pollice (D.P.).[10]

Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali similari (1988-2001)

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X legislatura (1988-1992)

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La Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali similari fu appositamente istituita con la legge 23 marzo 1988, n. 94 con poteri d'inchiesta e di formulare suggerimenti per la riforma della normativa antimafia[2][11]. Operò per tutta la durata della X legislatura e fu presieduta dal senatore Gerardo Chiaromonte (P.C.I.), collaborando attivamente con l'Alto commissariato antimafia diretto da Domenico Sica.[10] Al termine dei suoi lavori, produsse una quarantina di relazioni, di cui tre annuali sullo stato dei lavori e le altre relative alle numerose visite della Commissione in territori particolarmente esposti al fenomeno mafioso e al riciclaggio di denaro sporco (in particolare le regioni Puglia e Basilicata, le province di Reggio Calabria, Napoli, Trapani, Caserta, Catania e le città di Milano, Gela e Palma di Montechiaro), nonché una relazione conclusiva redatta da Chiaromonte e presentata alle Camere il 24 marzo 1992[10][11].

XI legislatura (1992-1994)

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La Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali similari fu nuovamente istituita con il decreto-legge 8 giugno 1992, n. 306 (c.d. decreto Scotti-Martelli), convertito, con modificazioni, nella legge 7 agosto 1992, n. 356, promulgati in risposta alle feroci stragi di Capaci e di via d'Amelio, in cui rimasero uccisi i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino insieme alle loro rispettive scorte.[2]

Fu presieduta dal deputato Luciano Violante (P.D.S.) e, come elemento di novità, realizzò tre forum di approfondimento su diversi settori riguardanti la lotta alla mafia insieme a personaggi delle istituzioni, professori universitari e rappresentanti delle polizie internazionali[12]. Nel corso della sua attività, la Commissione produsse ben dodici relazioni, di cui una, per la prima volta nella storia repubblicana, riguardante i rapporti tra mafia e politica[13], redatta da Violante e che causò diverse polemiche[14]. Furono inoltre approvate relazioni specifiche riguardanti l'evoluzione della camorra, della 'ndrangheta e della Sacra corona unita.[12] Per la prima volta nella sua storia, la Commissione audì in apposite sedute alcuni collaboratori di giustizia: Tommaso Buscetta, Gaspare Mutolo, Antonino Calderone, Leonardo Messina, Pasquale Galasso, Salvatore Migliorino e Salvatore Annacondia, che chiarirono le modalità operative del crimine organizzato in Italia.[2]

Il 23 marzo 1994, dopo aver presentato una relazione conclusiva alle Camere, Violante rassegnò le dimissioni perché entrato in polemica con il Governo Berlusconi I[15].

XII legislatura (1994-1996)

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La nuova Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali similari fu istituita con la legge 30 giugno 1994, n. 430 e fu nominata presidente la deputata Tiziana Parenti (FI). Nel corso della XII legislatura, la Commissione redasse quattro relazioni e sei documenti aventi per oggetto, tra gli altri, le missioni nei comuni siciliani di Gela, Niscemi, San Giuseppe Jato e Corleone e nella regione Liguria, il caso "Cordopatri" e la situazione della criminalità in Puglia, quest'ultime due entrambe redatte dal deputato Nichi Vendola (P.R.C.)[10][2].

XIII legislatura (1996-2001)

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La Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia e delle altre associazioni criminali similari fu istituita con la legge 10 ottobre 1996, n. 509 ed elesse come presidente il senatore Ottaviano Del Turco (RI), il quale si dimise dalla carica il 25 aprile 2000 per assumere quella di ministro delle finanze del Governo Amato II, venendo sostituito dal deputato Giuseppe Lumia (D.S.).[16] Nel corso della sua attività, la Commissione presentò 17 relazioni, incentrate su attività di guadagno illecito della criminalità organizzata fino ad allora rimaste trascurate (contrabbando di tabacchi lavorati esteri e traffico di esseri umani), sul caso "Messina" e sulla riapertura delle indagini sul caso "Impastato", nonché sullo stato della criminalità in Calabria, in provincia di Brindisi e a Catania.[16][10] La Commissione desecretò inoltre alcuni documenti relativi alla strage di Portella della Ginestra e agli omicidi dei sindacalisti nella Sicilia del secondo dopoguerra.[10]

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare (2001-2008)

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XIV legislatura (2001-2006)

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La Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare fu istituita con la legge 21 ottobre 2001, n. 386[17]. Presieduta dal senatore Roberto Centaro (FI), al termine della XIV Legislatura produsse una relazione conclusiva in due tomi e una relazione di minoranza redatta dal deputato Giuseppe Lumia.[10]

XV legislatura (2006-2008)

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La Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare fu istituita con la legge 27 ottobre 2006, n. 277, con il compito di investigare sulle mafie anche straniere.[18] Presidente fu eletto il deputato Francesco Forgione (RC). La Commissione approvò, per la prima volta nella sua storia, una relazione interamente dedicata al fenomeno della 'ndrangheta e compì una missione in Germania a seguito della strage di Duisburg.[19][10]

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere (2008-)

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XVI legislatura (2008-2013)

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La Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere fu istituita con la legge 4 agosto 2008, n 132. Presieduta dal deputato Giuseppe Pisanu (FI, poi PdL), produsse sette relazioni su svariati argomenti, tra cui una conclusiva che esaminava, tra gli altri, le infiltrazioni mafiose nel Nord Italia e le vicende, tornate d'attualità, collegate alla "Trattativa Stato-mafia" e alle bombe della stagione '92-'93.[20][10]

XVII legislatura (2013-2018)

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La Commissione fu istituita con la legge 19 luglio 2013, n. 87[21]. Presieduta dalla deputata Rosy Bindi (PD), produsse ventuno relazioni, di cui una riguardante le infiltrazioni mafiose nella massoneria (che fu oggetto di vivaci polemiche e di una denuncia penale presentata dal GOI)[22] e ben due sul caso "Manca", una di maggioranza firmata dalla Bindi ed una di minoranza redatta dai deputati Giulia Sarti (M5S), Francesco D'Uva (M5S), Fabiana Dadone (M5S) e dai senatori Luigi Gaetti (M5S) e Mario Michele Giarrusso (M5S)[23].

Ad aprile del 2017, la Commissione Parlamentare Antimafia invitò la Guardia di Finanza a sequestrare gli elenchi di 35.000 iscritti delle quattro principali obbedienze massoniche italiane[24]. Con una sentenza depositata il 19 dicembre 2024 la Corte europea dei Diritti dell'Uomo ha condannato l'Italia per la perquisizione della sede del Grande Oriente d'Italia e per il sequestro di 39 faldoni di schede relative ai 6'000 iscritti alle Logge del GOI in Sicilia e in Calabria nel marzo 2017 su ordine della Commissione parlamentare antimafia presieduta dall'on. Rosy Bindi (PD). La Corte afferma che la perquisizione e il sequestro costituivano una violazione dell'art. 8 della Convenzione europea dei Diritti dell'Uomo, che protegge il domicilio e la riservatezza, e aggiunge che il provvedimento era sproporzionato, non sussistendo "elementi che avrebbero potuto suffragare un ragionevole sospetto del coinvolgimento dell'Associazione nei fatti oggetto d'indagine". La corte ha condannato lo Stato italiano a versare 9.600 euro per danni non pecuniari e 5.344 euro per spese legali al Grande Oriente d'Italia[25][26].

XVIII legislatura (2018-2022)

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Per la XVIII legislatura, la Commissione fu istituita con la legge 7 agosto 2018, n. 99. Presidente eletto fu il senatore Nicola Morra (M5S, poi Gruppo Misto). Tra i lavori svolti vi fu la desecretazione di un'enorme mole di documenti riguardanti l'attività delle precedenti Commissioni antimafia e la presentazione di una lista di "impresentabili" alle elezioni amministrative, che provocò dure polemiche.[27] Al termine della legislatura, fu approvata una relazione finale in quattro tomi che compendiava i vari argomenti trattati, tra cui le ultime novità sul caso "Manca" e il presunto coinvolgimento della criminalità organizzata nel delitto di via Poma, nella morte di Marco Pantani e nell'omicidio Pasolini.[28]

XIX legislatura (2023-)

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La Commissione per la XIX legislatura fu istituita con la legge 2 marzo 2023, n. 22[29].

La Commissione parlamentare bicamerale d'inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, secondo la legge istitutiva n.132/2008(XVI legislatura) ha i seguenti compiti:

  • a) verificare l'attuazione della legge 13 settembre 1982, n. 646, e delle altre leggi dello Stato, nonché degli indirizzi del Parlamento, con riferimento al fenomeno mafioso e alle altre principali organizzazioni criminali;
  • b) verificare l'attuazione delle disposizioni del decreto-legge 15 gennaio 1991, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 marzo 1991, n. 82, del decreto legislativo 29 marzo 1993, n. 119, della legge 13 febbraio 2001, n. 45, e del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'interno 23 aprile 2004, n. 161, riguardanti le persone che collaborano con la giustizia e le persone che prestano testimonianza, e promuovere iniziative legislative e amministrative necessarie per rafforzarne l'efficacia;
  • c) verificare l'attuazione delle disposizioni di cui alla legge 23 dicembre 2002, n. 279, relativamente all'applicazione del regime carcerario di cui all'articolo 41-bis della legge 26 luglio 1975, n. 354, e successive modificazioni, alle persone imputate o condannate per delitti di tipo mafioso;
  • d) accertare la congruità della normativa vigente e della conseguente azione dei pubblici poteri, formulando le proposte di carattere normativo e amministrativo ritenute opportune per rendere più coordinata e incisiva l'iniziativa dello Stato, delle regioni e degli enti locali e più adeguate le intese internazionali concernenti la prevenzione delle attività criminali, l'assistenza e la cooperazione giudiziaria anche al fine di costruire uno spazio giuridico antimafia a livello di Unione europea e promuovere accordi in sede internazionale;
  • e) accertare e valutare la natura e le caratteristiche dei mutamenti e delle trasformazioni del fenomeno mafioso e di tutte le sue connessioni, comprese quelle istituzionali, con particolare riguardo agli insediamenti stabilmente esistenti nelle regioni diverse da quelle di tradizionale inserimento e comunque caratterizzate da forte sviluppo dell'economia produttiva, nonché ai processi di internazionalizzazione e cooperazione con altre organizzazioni criminali finalizzati alla gestione di nuove forme di attività illecite contro la persona, l'ambiente, i patrimoni, i diritti di proprietà intellettuale e la sicurezza dello Stato, con particolare riguardo alla promozione e allo sfruttamento dei flussi migratori illegali, nonché approfondire, a questo fine, la conoscenza delle caratteristiche economiche, sociali e culturali delle aree di origine e di espansione delle organizzazioni criminali;
  • f) indagare sul rapporto tra mafia e politica, sia riguardo alla sua articolazione nel territorio, negli organi amministrativi, con particolare riferimento alla selezione dei gruppi dirigenti e delle candidature per le assemblee elettive, sia riguardo a quelle sue manifestazioni che, nei successivi momenti storici, hanno determinato delitti e stragi di carattere politico-mafioso;
  • g) accertare le modalità di difesa del sistema degli appalti e delle opere pubbliche dai condizionamenti mafiosi, le forme di accumulazione dei patrimoni illeciti, di investimento e riciclaggio dei proventi derivanti dalle attività delle organizzazioni criminali;
  • h) verificare l'impatto negativo, sotto i profili economico e sociale, delle attività delle associazioni mafiose o similari sul sistema produttivo, con particolare riguardo all'alterazione dei princìpi di libertà della iniziativa privata, di libera concorrenza nel mercato, di libertà di accesso al sistema creditizio e finanziario e di trasparenza della spesa pubblica comunitaria, statale e regionale finalizzata allo sviluppo e alla crescita e al sistema delle imprese;
  • i) verificare la congruità della normativa vigente per la prevenzione e il contrasto delle varie forme di accumulazione dei patrimoni illeciti, del riciclaggio e dell'impiego di beni, denaro o altre utilità che rappresentino il provento della criminalità organizzata mafiosa o similare, con particolare attenzione alle intermediazioni finanziarie e alle reti d'impresa, nonché l'adeguatezza delle strutture e l'efficacia delle prassi amministrative, formulando le proposte di carattere normativo e amministrativo ritenute necessarie, anche in riferimento alle intese internazionali, all'assistenza e alla cooperazione giudiziaria;
  • l) verificare l'adeguatezza delle norme sulla confisca dei beni e sul loro uso sociale e produttivo e proporre misure per renderle più efficaci;
  • m) verificare l'adeguatezza delle strutture preposte alla prevenzione e al contrasto dei fenomeni criminali nonché al controllo del territorio anche consultando le associazioni, a carattere nazionale o locale, che più significativamente operano nel settore del contrasto alle attività delle organizzazioni criminali di tipo mafioso;
  • n) svolgere il monitoraggio sui tentativi di condizionamento e di infiltrazione mafiosa negli enti locali e proporre misure idonee a prevenire e a contrastare tali fenomeni, verificando l'efficacia delle disposizioni vigenti in materia, con riguardo anche alla normativa concernente lo scioglimento dei consigli comunali e provinciali e la rimozione degli amministratori locali;
  • o) riferire al Parlamento al termine dei suoi lavori, nonché ogni volta che lo ritenga opportuno e comunque annualmente.

La Commissione procede alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria. La Commissione non può adottare provvedimenti attinenti alla libertà e alla segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione nonché alla libertà personale, fatto salvo l'accompagnamento coattivo di cui all'articolo 133 del codice di procedura penale.

Eguali compiti sono attribuiti alla Commissione con riferimento alle altre associazioni criminali comunque denominate, alle mafie straniere, o di natura transnazionale ai sensi dell'articolo 3 della legge 16 marzo 2006, n. 146, e a tutti i raggruppamenti criminali che abbiano le caratteristiche di cui all'articolo 416-bis del codice penale, o che siano comunque di estremo pericolo per il sistema sociale, economico ed istituzionale.

Presidente Carica Partito Mandato Legislatura
Inizio Fine
1 Paolo Rossi
(1900–1985)
Deputato Partito Socialista Democratico Italiano 14 febbraio 1963 15 maggio 1963 III (1958)
2 Donato Pafundi
(1888–1973)
Senatore Democrazia Cristiana 5 giugno 1963 4 giugno 1968 IV (1963)
3 Francesco Cattanei
(1931–1993)
Deputato Democrazia Cristiana 4 ottobre 1968 24 maggio 1972 V (1968)
4 Luigi Carraro
(1916–1980)
Senatore Democrazia Cristiana 28 luglio 1972 23 gennaio 1973 VI (1972)
Commissione non istituita VII (1976)
5 Nicola Lapenta
(1926–2018)
Senatore Democrazia Cristiana 23 gennaio 1983 11 luglio 1983 VIII (1979)
6 Abdon Alinovi
(1923–2018)
Deputato Partito Comunista Italiano 12 agosto 1983 1 luglio 1987 IX (1983)
7 Gerardo Chiaromonte
(1924–1993)
Senatore Partito Comunista Italiano
(1988-1991)
Partito Democratico della Sinistra
(1991-1992)
13 luglio 1988 22 aprile 1992 X (1987)
8 Luciano Violante
(1941–)
Deputato Partito Democratico della Sinistra 23 settembre 1992 23 marzo 1994 XI (1992)
9 Tiziana Parenti
(1950–)
Deputato Forza Italia 8 settembre 1994 8 maggio 1996 XII (1994)
10 Ottaviano Del Turco
(1944–2024)
Senatore Socialisti Italiani
(1996-1998)
Socialisti Democratici Italiani
(1998-2000)
4 dicembre 1996 31 maggio 2000[30] XIII (1996)
11 Giuseppe Lumia
(1960–)
Deputato Democratici di Sinistra 31 maggio 2000 11 giugno 2001
12 Roberto Centaro
(1953–)
Senatore Forza Italia 11 giugno 2001 27 aprile 2006 XIV (2001)
13 Francesco Forgione
(1960–)
Deputato Rifondazione Comunista 15 novembre 2006 28 aprile 2008 XV (2006)
14 Giuseppe Pisanu
(1937–)
Senatore Forza Italia
(2008-2009)
Il Popolo della Libertà
(2009-2013)
11 novembre 2008 14 marzo 2013 XVI (2008)
15 Rosy Bindi
(1951–)
Deputato Partito Democratico 22 ottobre 2013 22 marzo 2018 XVII (2013)
16 Nicola Morra
(1963–)
Senatore Movimento 5 Stelle
(2018-2021)
Indipendente
(2021-2022)
14 novembre 2018 13 ottobre 2022 XVIII (2018)
17 Chiara Colosimo
(1986–)
Deputato Fratelli d'Italia 23 maggio 2023 in carica XIX (2022)

Linea temporale

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La composizione della commissione alla XIX legislatura (dal 2022) è la seguente:

  1. ^ L. 1720/1962 Archiviato il 28 marzo 2009 in Internet Archive.
  2. ^ a b c d e f g h LA COMMISSIONE PARLAMENTARE ANTIMAFIA, su legislature.camera.it. URL consultato il 6 giugno 2023.
  3. ^ Gatto, Simone - Scheda senatore - Cinecittà Luce - Senato della Repubblica
  4. ^ Michele Pantaleone, Omertà di Stato. Da Salvatore Giuliano a Totò Riina, Napoli, Tullio Pironti Editore, 1993, pag. 53.
  5. ^ Seduta di venerdì 30 marzo 1962 (PDF), su w3.ars.sicilia.it, Assemblea Regionale Siciliana - IV Legislatura, 30 marzo 1962.
  6. ^ La commissione antimafia? Aboliamola, su La Stampa, 20 luglio 2006. URL consultato il 6 giugno 2023.
  7. ^ Attilio Bolzoni, La storia di una lunga battaglia, su Mafie. URL consultato il 6 giugno 2023.
  8. ^ Documenti e relazioni / La Commissione parlamentare antimafia / L'impegno parlamentare nazionale / Archivio digitale - Pio La Torre, su archiviopiolatorre.camera.it. URL consultato il 6 giugno 2023.
  9. ^ Alinovi, Abdon nell'Enciclopedia Treccani, su www.treccani.it. URL consultato il 24 settembre 2023.
  10. ^ a b c d e f g h i Raccolta Relazioni e documenti delle commissioni Bicamerali, su legislature.camera.it. URL consultato il 24 settembre 2023.
  11. ^ a b Antimafia (X leg.) - Documenti e Atti parlamentari - Patrimonio dell'Archivio storico Senato della Repubblica, su patrimonio.archivio.senato.it. URL consultato il 25 settembre 2023.
  12. ^ a b Camera dei deputati, Camera dei deputati - Commissioni parlamentari d'inchiesta - Commissione d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, su Commissioni parlamentari d'inchiesta. URL consultato il 26 settembre 2023.
  13. ^ ' E ORA COSA NOSTRA CERCA NUOVE ALLEANZE' - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it, 31 marzo 1993. URL consultato il 26 settembre 2023.
  14. ^ LA DC SI RIBELLA ' FERMIAMO VIOLANTE' - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it, 1º aprile 1993. URL consultato il 26 settembre 2023.
  15. ^ BUFERA SU VIOLANTE ' DEVE DIMETTERSI' - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it, 23 marzo 1994. URL consultato il 26 settembre 2023.
  16. ^ a b Doc. XXIII n. 57, su legislature.camera.it. URL consultato il 26 settembre 2023.
  17. ^ parlamento.it - Commissione d'inchiesta sul fenomeno della mafia - Nota introduttiva - 14 legislatura, su www.parlamento.it. URL consultato il 27 settembre 2023.
  18. ^ L 277/2006, su www.parlamento.it. URL consultato il 27 settembre 2023.
  19. ^ Camera dei deputati, Camera dei deputati - Commissioni parlamentari d'inchiesta - Commissione d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, su Commissioni parlamentari d'inchiesta. URL consultato il 27 settembre 2023.
  20. ^ Antimafia (XVI leg.) - Documenti e Atti parlamentari, su patrimonio.archivio.senato.it.
  21. ^ Camera dei deputati, Camera dei deputati - Commissioni parlamentari d'inchiesta - Commissione d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, su Commissioni parlamentari d'inchiesta. URL consultato il 27 settembre 2023.
  22. ^ Massoneria: denuncia Goi contro Bindi; Procura, 'archiviare' - Notizie - Ansa.it, su Agenzia ANSA, 19 aprile 2019. URL consultato il 27 settembre 2023.
  23. ^ Camera dei deputati, Camera dei deputati - Commissioni parlamentari d'inchiesta - Commissione d'inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, su Commissioni parlamentari d'inchiesta. URL consultato il 27 settembre 2023.
  24. ^ Ganfrancesco Turano, Massoneria, scoppia la grande faida, in L'Espresso, 10 aprile 2017. URL consultato il 12 novembre 2019 (archiviato il 12 novembre 2019).
  25. ^ La Corte Europea dei Diritti dell’Uomo condanna la Commissione Nazionale Antimafia Bindi per il sequestro degli elenchi al Goi. Depositata oggi la sentenza, su grandeoriente.it, 19 dicembre 2024. URL consultato il 19 dicembre 2024.
  26. ^ Massoneria: CEDU condanna Italia per sequestro faldoni al GOI dalla Commissione Bindi, su antimafiaduemila.com, 20 dicembre 2024. URL consultato il 20 dicembre 2024.
  27. ^ Elezioni comunali 2022, sono 18 i candidati impresentabili secondo l'Antimafia. Quattro a Palermo e 5 nel Lazio, su la Repubblica, 10 giugno 2022. URL consultato il 27 settembre 2023.
  28. ^ parlamento.it - Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere - Fonti, su www.parlamento.it. URL consultato il 27 settembre 2023.
  29. ^ Gazzetta Ufficiale, su www.gazzettaufficiale.it. URL consultato il 27 settembre 2023.
  30. ^ Si dimette perché nominato ministro delle finanze nel governo Amato II.
  31. ^ Poi passata a Italia Viva nell'ottobre del 2023.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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