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Boris Abramovič Berezovskij

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Boris Abramovič Berezovskij

Segretario esecutivo della Comunità degli Stati Indipendenti
Durata mandato29 aprile 1998 –
4 marzo 1999
PredecessoreIvan Korotčenja
SuccessoreIvan Korotčenja

Dati generali
Partito politicoPartito Comunista dell'Unione Sovietica e Liberal Russia
Titolo di studiodoktor nauk in ingegneria
UniversitàUniversità statale di Mosca, Moscow State Forest University, MSU Faculty of Mechanics and Mathematics, V.A. Trapeznikov Institute of Control Sciences e aspirante accademico

Boris Abramovič Berezovskij, noto anche come Platon Elenin[1] (in russo Бори́с Абра́мович Березо́вский?; Mosca, 23 gennaio 1946Sunninghill, 23 marzo 2013), è stato un imprenditore, politico e matematico russo, oligarca, uomo d'affari e membro dell'Accademia russa delle scienze (RAS). Berezovskij ha fatto fortuna in Russia negli anni '90, quando il paese ha privatizzato le proprietà statali.[2] Sotto il suo controllo finì anche il principale canale televisivo del paese, Pervyj kanal ("Canale primo").

Unità, il partito politico finanziato da Berezovskij, ha costituito la prima base parlamentare di Vladimir Putin,[3] poi eletto, nel corso delle elezioni legislative russe del 1999, alla Duma nella stessa lista di Putin.[4] Tuttavia, in seguito alle elezioni presidenziali russe nel marzo 2000, Berezovskij si è opposto a Putin, dimettendosi dalla Duma.[5] Da quel momento divenne, per il resto della sua vita, un forte oppositore dell'attuale Presidente russo .[6] Nel 2003 richiese asilo politico al Regno Unito.[7] il 23 marzo 2013 Berezovskij venne poi trovato morto in casa sua, a Titness Park, nella città di Sunninghill, nei pressi di Ascot nel Berkshire. Il medico legale non riuscì a fornire conclusioni certe, per cui ha mantenuto aperto il caso[8].

Berezovskij nacque a Mosca nel 1946,[9][10] da Abram Markovič Berezovskij (1911-1979), un ingegnere civile, e da Anna Aleksandrovna Gelman (22 novembre 1923 - 3 settembre 2013), entrambi di origine ebraica. Studiò matematica applicata e nel 1983 ricevette il dottorato. Dopo la laurea nell'università di ingegneria di Mosca nel 1968, ha lavorato come ingegnere, dal 1969 fino al 1987. Ha condotto ricerche sulla ottimizzazione e sulla teoria del controllo tra il 1975 e il 1989. È stato membro dell'Accademia russa delle scienze.

Carriera politica

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Nel 1990, Berezovskij inizia la sua ascesa come imprenditore, in un momento in cui il paese stava vivendo una rapida privatizzazione dei beni statali. Ne ha approfittato per ottenere il controllo su diverse attività, tra cui il principale canale televisivo del Paese, Pervyj kanal. Nel 1997, la rivista Forbes ha stimato la sua ricchezza a 3 miliardi di dollari. Inoltre è stato vice segretario del consiglio di sicurezza della Russia ed amico della figlia di Boris El'cin, primo presidente della Federazione russa. Il 29 aprile 1997 Berezovskij è stato promosso al grado di Consigliere di Stato effettivo della Federazione Russa di 1ª classe — il più alto grado civile nella Federazione Russa.[11]

Berezovskij è noto, sia per essere stato uno dei primi miliardari del periodo post-sovietico, che per essere stato accusato dal giornalista Paul Klebnikov (assassinato a Mosca nel 2004), in un articolo sulla rivista Forbes e, successivamente, nel libro Godfather of the Kremlin (Il padrino del Cremlino), di essere un boss della mafia russa. Le prime accuse, tuttavia, gli vennero fatte già nel 1999 durante il governo Primakov.

Berezovskij ha inoltre aiutato Unity, il partito politico di Boris El'cin, partito che ha sostenuto nel 2000 Vladimir Putin nelle elezioni della Duma di Stato. A seguito delle elezioni presidenziali russe del marzo 2000, tuttavia, Berezovskij si contrappose a Putin, si dimise dalla Duma e rimase, per il resto della sua vita, un suo fervente oppositore. Alla fine del 2000, dopo che il viceprocuratore generale russo gli chiese di presentarsi per un interrogatorio, si trasferì in Gran Bretagna, paese che gli concesse nel 2003 asilo politico[12].

Il governo di Mosca, successivamente, lo condannò per reati di frode e appropriazione indebita[13] impossessandosi, sia del suo patrimonio televisivo che delle sue aziende presenti sul suolo russo. La Russia ha provato più volte di ottenere la sua estradizione, ma senza successo: questo divenne inoltre motivo di tensione diplomatica tra i due paesi, in quanto Mosca lo considerava il principale finanziatore delle opposizioni politiche a Putin in esilio in Gran Bretagna.

La tomba di Boris Berezovskij nel cimitero di Brookwood nel 2016.

A Londra era fuggito anche l'ex agente segreto Aleksandr Litvinenko rivelando come i suoi capi gli avessero ordinato di assassinare proprio quel Boris Berezovskij che ora lo proteggeva. (...) La vecchia volpe era attentissimo, ma a un certo punto decise di fare causa al suo ex protetto Roman Abramovič, sostenendo che gli doveva una grossa somma di denaro. Anziché mantenere un «basso profilo», finì su tutte le prime pagine e, forse, questo lo rese nuovamente un bersaglio"[14].

Il processo per danni contro il suo ex-socio d'affari Abramovič, perso l'anno prima, "gli era costato 100 milioni di sterline. La sua nuova compagna, madre dei suoi due figli più piccoli e sempre al suo fianco durante le udienze, lo lasciò all'indomani del verdetto, ottenendo dal tribunale il congelamento di altri 200 milioni, al fine di avere la garanzia di ricevere l'assegno di mantenimento. Così Berezovskij, mise all'asta tutte le sue proprietà, visse nella magione di Ascot, grazie alla concessione dell'ex-consorte Galina.[15]

Qui, nei pressi di Londra, il 23 marzo 2013, è stato trovato morto all'età di 67 anni.[16][17]. Venne sepolto nel cimitero di Brookwood.

  1. ^ (EN) Peter Pomerantsev, 8, in Berezovsky's Last Days, London Review of Books, vol. 35, 25 aprile 2013, pp. 38–39. URL consultato il 2 gennaio 2015.
  2. ^ (EN) Ian Cobain, Matthew Taylor e Luke Harding, I am plotting a new Russian revolution, in The Guardian, Londra, 13 aprile 2007. URL consultato il 3 gennaio 2015.
  3. ^ (EN) Andrew Mueller, What a carve-up!, in The Guardian, Londra, 3 dicembre 2005. URL consultato il 3 gennaio 2015.
  4. ^ (EN) Roger McDermott, Duma Seat Winner Berezovsky Sees Possibility Of "Consolidation of Power.", in Jamestown. URL consultato il 17 ottobre 2011.
  5. ^ (EN) Amelia Gentleman, Tycoon resigns from Duma as relations with Kremlin cool, in The Guardian, Londra, 18 luglio 2000. URL consultato il 17 ottobre 2011.
  6. ^ (EN) Miriam Elder, Cameron meeting Putin is a 'historical mistake', says exiled Russian tycoon, in The Guardian, Londra, 11 settembre 2011. URL consultato il 17 ottobre 2011.
  7. ^ (EN) The Prosecutor Digs in the Dirt, in Kommersant, Mosca. URL consultato il 17 ottobre 2011 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2012).
  8. ^ (EN) Boris Berezovsky inquest: Coroner records open verdict, in BBC News, 27 marzo 2014. URL consultato il 3 gennaio 2015.
  9. ^ (EN) David E. Hoffman, The Oligarchs: Wealth and power in the new Russia, New York, PublicAffairs, 13 settembre 2011, p. 130, ISBN 9781610390705. URL consultato il 9 gennaio 2012 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2015).
  10. ^ (EN) David Barrett, Russian oligarch Boris Berezovsky found dead in his bath, in The Daily Telegraph, Londra, 23 marzo 2013. URL consultato il 23 marzo 2013.
  11. ^ (RU) Указ Президента Российской Федерации от 29.04.1997 года №430 "О присвоении квалификационных разрядов федеральным государственным служащим аппарата Совета Безопасности Российской Федерации", su pravo.gov.ru.
  12. ^ Yasmeen Mohiuddin, Boris Berezovsky: Russia's First Billionaire and Political Maverick Still Has It in for Vladimir Putin, International Journal, Vol. 62, No. 3 (Summer, 2007), pp. 681-688.
  13. ^ Condanna per Berezovskij, 30 novembre 2007, Il Sole 24 Ore: "la giustizia russa ha condannato ieri il finanziere in contumacia a sei anni di carcere per appropriazione indebita di nove milioni di dollari della compagnia aerea di bandiera russa, Aeroflot. Berezovskij, divenuto un feroce rivale di Vladimir Putin, aveva promesso di finanziare un colpo di Stato per rovesciare il regime del Cremlino".
  14. ^ Fabrizio Dragosei, 2006 2016; Anna Politkovskaja. Un decennio di sangue; l'uccisione della giornalista è stata l'avvio di una catena di delitti all'ombra del Cremlino, 7 ottobre 2016, Corriere della Sera, che prosegue: "Fatto sta che un giorno di marzo del 2013 venne trovato morto nella sua casa nel Berkshire. Chiuso a chiave in bagno e impiccato. Il coroner britannico non è riuscito a stabilire la causa della morte".
  15. ^ Enrico Franceschini e Nicola Lombardozzi, L'ultimo giallo degli oligarchi, la Repubblica, 26 marzo 2013
  16. ^ Il suo medico legale ha dichiarato che sul corpo non erano presenti segni causati da una lotta e che, quindi, si presume che si sia suicidato: il coroner ha comunque emesso un open verdict, su ilpost.it, 24 marzo 2013.
  17. ^ (EN) Murder inquiry over Russian's London death, in BBC news, 16 marzo 2018.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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