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Bonarda dell'Oltrepò Pavese

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Bonarda dell'Oltrepò Pavese
Dettagli
StatoItalia (bandiera) Italia
Resa (uva/ettaro)105 q
Resa massima dell'uva65,0%
Titolo alcolometrico
naturale dell'uva
10,5%
Titolo alcolometrico
minimo del vino
11,0%
Estratto secco
netto minimo
20,0‰
Riconoscimento
TipoDOC
Istituito con
decreto del
03/08/2010  
Gazzetta Ufficiale del19/08/2010,
n. 193
Vitigni con cui è consentito produrlo
  • Croatina: 85% - 100%
  • Barbera, Vespolina, Uva rara: 0% - 15%
[senza fonte]

La bonarda dell'Oltrepò Pavese è un vino DOC la cui produzione è consentita nella provincia di Pavia. Il vitigno utilizzato per la sua produzione è la Croatina detto tradizionalmente Bonarda nelle zone dell'Oltrepò e del Piacentino. Già considerato una tipologia della DOC Oltrepò Pavese, con DM 03/08/2010[1] ha ottenuto la qualifica di DOC a sé stante: era in precedenza conosciuto col nome di Oltrepò Pavese Bonarda.

Caratteristiche sensoriali

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  • colore: rosso rubino intenso.
  • all'olfatto: profumo intenso e gradevole, delicato sentore di lieviti.
  • al gusto: secco o amabile, leggermente tannico, fresco e talvolta vivace.
  • mineralità: abbastanza sapido

La DOC prevede due versioni di vino: fermo e frizzante.

L'origine del nome Bonarda è incerta.

Secondo alcuni autori, il nome deriverebbe dal patronimico longobardo Bono con l'aggiunta di “hard”, che in longobardo significava “coraggioso e forte”. La ricostruzione si basa sul fatto che i Longobardi ebbero come capitale Pavia, con estensione del loro dominio anche in Oltrepò.

Il vino Oltrepò Bonarda si ottiene da uva Croatina, la cui etimologia deriverebbe da “croatta” – “cravatta” e starebbe a indicare che il vino ottenuto da Croatina si beveva nei giorni di festa, quando appunto veniva indossata la cravatta.

Nota importante: il vino Bonarda (a base di croatina), tipico dell'Oltrepò, non ha niente a che fare con il vitigno Bonarda che entra a far parte di diverse DOC piemontesi.

Abbinamenti consigliati

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La versione più diffusa di questo tipico prodotto dell'Oltrepò si presenta vivace o frizzante e si abbina a piatti di salumi, bolliti, cotechino, zampone, cassoeula. Anche paste asciutte con sughi a base di pomodoro meglio se con carne, risotti con carne e/o legumi, ravioli di carne anche in brodo. Esiste però anche una variante ferma, molto più corposa e strutturata (celebre ad esempio il Gaggiarone, prodotto sull'omonimo colle di Rovescala), ideale per le carni rosse e i salumi.

Provincia, stagione, volume in ettolitri

  • nessun dato disponibile
  1. ^ Disciplinare sul sito del Ministero delle politiche agricole

Voci correlate

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Altri progetti

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