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Battista Boccanegra

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Lo stemma della famiglia Boccanegra di Genova

Battista Boccanegra (Genova, 1359 circa – Genova, 6 novembre 1401) è stato un politico italiano.[1][2]

Battista Boccanegra era figlio di Simone Boccanegra, primo doge della Repubblica di Genova, e di Costanza Visconti.[3] Nel 1380, sposò Benedetta, la figlia di Nicolò Guarco e Linò Onza.[1]

Battista Boccanegra fu cavaliere 'aureato,[4][5] e anche anziano, nel 1584 e nel 1588.[6] In quel periodo Genova si era sottomessa volontariamente al re di Francia.[7] Dopo la ribellione dei genovesi avvenuta il 12 gennaio, "mentre prevaleva l’anarchia e il governatore non faceva nulla",[8] Boccanera fu eletto capitano del popolo (governatore di Genova) il 17 gennaio 1400;[9] titolo che rivestirà fino al 26 marzo 1400.[10]

Veduta di Genova nel XV secolo

Questi avvenimenti si sviluppano in un periodo turbolento di Genova, dove a seguito di un crescente sentimento di ribellione nei confronti del dominio francese, il governatore Colart de Calleville nel 1400 "è costretto addirittura a fuggire a Savona".[11] L'elezione di Battista Bocanegra a capo del governo di Genova avvenne con l'opposizione della influente famiglia di Antoniotto Adorno.

Ordine dello Speron d'oro

In seguito, i Boccanegra chiesero al re CarloVI di conformare l'elezione di Battista da parte dei genovesi, ma il re rifiutò. Il re di Francia invia invece a Genova il maresciallo Jean II Le Meingre (detto Boucicaut, nominato mariscale de France nel 1356)[12], "forse il più celebre soldato dei suoi tempi")[13] con l'ordine di arrestare Battista Boccanegra, che a suo tempo aveva organizzato una sublevazione dei genovesi contro l'amministrazione francese.

Militarmente, il Maresciallo di campo Jean II De Meingre era noto per aver precedentemente liberato Costantinopoli dai turchi nel 1399.[14] Per la campagna di Genova, De Meingre iniziò il viaggio da Parigi il 1º agosto 1401, riuscendo durante la sua permanenza a Tours a radunare circa 3000 soldati, tra cui una formazione di 1500 cavalieri. Da lì proseguì per Lione e arrivò a Milano il 15 settembre.

Jean_II_Le_Meingre
Boucicault

Battista Boccanegra e Battista de Franchi furono accusati e giudicati colpevoli di aver occupato il governo di Genova senza l'autorizzazione del re francese.[15] Il maresciallo Boucicault, entrato a Genova alla fine di ottobre, ordina la decapitazione di Boccanegra, che muore la sera del 6 novembre 1401 alla età di 43 anni.[16] Si ritiene anche che al suo arresto abbiano partecipato le forze di Adorno. Battista de Franchi conseguì a fuggire, ma il capitano incaricato della sua custodia fu giustiziato.[15]

Alla fine, il maresciallo Jean II De Meingre "Boucicault" (ritratto visibile nell'immagine a destra),[17] che ordinò l'esecuzione del governatore di Genova Battista Boccanegra, rimase lui stesso governatore.[18] Genova risulta così "sotto la protezione francese" dal 1401 al 1409.[19]

  1. ^ a b Francesca Galleano, I Boccanegra e la loro influenza politica in città, su Info Genova. URL consultato il 5 agosto 2024.
  2. ^ Dino Pastine, BOCCANEGRA, Battista, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 11, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1969. URL consultato il 5 agosto 2024.
  3. ^ Citato in: Andrea Lercari, “La nobiltà civica a Genova e in Liguria dal comune consolare alla repubblica aristocratica”. http://www.carnesecchi.eu/patriziatogenova3.pdf
  4. ^ Cavalieri della MILIZIA AURATA, su covalori.net, CoValori - Comitato per la Valorizzazione della Professionalità, con Etica e Qualità. URL consultato il 5 agosto 2024.
    «La nomina a Cavaliere Aurato era un’investitura nobilitante, “essendo un riconoscimento di dignità”. Ordine creata in Francia per Filippo il Buono, duca di Borgogna, il 10 gennaio 1429 a Bruges. Diventa una semplice distinzione onorifica con la fine del medioevo.»
  5. ^ Conosciuto anche come Ordine dello Speron d'oro, un titolo nobiliare, non un Ordine cavalleresco. Ebbe però nobile dignità e rilevanza papale.
  6. ^ Michel-Giuseppe Canale, Nuova istoria della Repubblica di Genova, del suo commercio e della sua letteratura dalle origini all' anno 1797, Volume Secondo, Firenze, Felipe de Monnier, 1860, p. 669.
  7. ^ Sulla dedizione di Genova alla Francia cfr. E. Jarry, "Les origines de la domination française à Gênes (1392-1402)", Paris 1896.
  8. ^ (EN) Steven A. Epstein, Genoa and the genoese 958 – 1528, The University of North Carolina Press, 1966, p. 257, ISBN 0-8078-2291-4.
  9. ^ (FR) Heinrich Leo, Histoire d'Italie, Carlo Botta, Imprimerie de Béthune et Plon, 1844.
  10. ^ Alessandro Salvago, Cronaca di Genova (Memorie digitali liguri) (PDF), p. 26.
  11. ^ Enrico Basso e Eleonora Sàita, Le proprietà del decanato di Santa Maria in Via Lata in Carignano e la loro gestione: il « Liber B » dell’Archivio Fieschi - Thellung de Courtelary (secc. XIV-XV) (PDF), pp. 126–127.
  12. ^ (EN) Craig Taylor (2020), 1 - The Life of Jean II Le Meingre, Dit Boucicaut (1366–1421). Cambridge University Press. Consultato 8 agosto 2024.
  13. ^ Linee-guida di storia genovese (PDF), su Giustiniani Info.
  14. ^ "Boucicaut, Jean Le Meingre sire di". In: Treccani enciclopedia Consultato 8 agosto 2024.
  15. ^ a b Erica Salvatore, Pàtron, Tra dominante, signori e comunità: gli statuti lunigianesi del Boucicaut, a cura di Rolando Dondarini, Gian Maria Varanini, M. Venticelli, "Signori, regimi signorili e statuti nel tardo Medioevo". VII Convegno del Comitato nazionale per gli studi e le edizioni delle fonti normative (Ferrara 5-7 ottobre 2000), Bologna, 2003, pp. 205–215.
  16. ^ Battista Boccanegra, su ancestors.familysearch.org. URL consultato il 5 agosto 2024.
  17. ^ Ritratto di Jean II De Meingre commissionato da Luigi Filippo di Francia per il Museo storico di Versailles nel 1843.
  18. ^ Nominato governatore il 23 marzo 1401. In: The Crusade in the Fifteenth Century. Converging and Competing Cultures, a cura di Norman Hausley, Taylor & Francis, ISBN 9781317036876.
  19. ^ The Chivalric Biography of Boucicaut, Jean II Le Meingre. A cura di Craig Taylor e Jane H. M. Taylor. Woodbridge, The Boydell Press. 2016. Consultato 12 agosto 2024.

Collegamenti esterni

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