Battaglia di Baqdura
Battaglia di Baqdura parte della grande rivolta berbera | |||
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Data | ottobre 741[1] | ||
Luogo | fiume Sebou, nei pressi di Fès | ||
Esito | vittoria berbera | ||
Schieramenti | |||
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Comandanti | |||
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La battaglia di Baqdūra (in arabo معركة بقدورة?, maʿraka Baqdūra (o Baghdūra), fu uno scontro armato che contrappose a metà autunno del 741 i rivoltosi berberi alle forze califfali arabe siriane e ifriqiyane, nel quadro della Grande rivolta berbera.
Antefatti
[modifica | modifica wikitesto]La Grande rivolta berbera aveva segnato, già sotto la guida di Maysara al-Maṭghari, poco prima del 740, una chiara prevalenza dei rivoltosi berberi, mossi dal loro rancore derivante dalle prepotenti e illegittime politiche fiscali imposte dai conquistatori arabi in Nordafrica ai neo-convertiti del posto (mawālī).
Ucciso già nel 740 Maysara dagli stessi Berberi, le forze ribelli erano state posto sotto il comando di Khālid b. Ḥamīd al-Zanātī, mentre nel 741 il Califfo omayyade Hishām b. ʿAbd al-Malik aveva levato un esercito siriano, ponendolo al comando di Kulthūm b. ʿIyāḍ al-Qushayrī, che con un contingente di cavalleria guidato da suo nipote (o cugino) Balj b. Bishr al-Qushayrī, avrebbe dovuto unirsi ai contingenti arabi residenti da tempo d'Ifrīqiya, comandati da Ḥabīb b. Abī ʿUbayda al-Fihrī.
La battaglia
[modifica | modifica wikitesto]L'unione dei due contingenti siriano e ifriqiyano avvenne non senza difficoltà.[5] Le notizie circa il comportamento dei Siriani di Balj a Qayrawān erano giunte alle truppe ifriqiyane, aggravate da un messaggio oltraggioso di Balj a Ḥabīb in cui gli ingiungeva in toni ultimativi e altezzosi che alle truppe al suoi seguito fosse assegnato adeguato alloggio.
Ḥabīb e Balj bisticciarono pubblicamente e i loro uomini giunsero quasi alle mani. Con grande e faticosa diplomazia, lo zio di Balj, Kulthūm b. ʿIyāḍ, riuscì a mantenere i due eserciti insieme, ma il reciproco risentimento avrebbe svolto una parte estremamente negativa dei successivi avvenimenti.
L'esercito ribelle berbero, intanto, al comando di Khālid b. Ḥamīd al-Zanātī (forse affiancato da un tal Sālim Abū Yūsuf al-Azdī[5]), se era enormemente più numeroso (le fonti parlano del numero decisamente improbabile di 200.000 uomini), era però poveramente armato e attrezzato. Molti guerrieri berberi potevano contare solo su pietre e coltelli, abbigliati con una semplice tunica, col cranio rasato, secondo la consuetudine dei "puritani" sufriti. Potevano però contare sulla loro perfetta conoscenza del terreno, su un morale assai elevato e su un fervore alimentato dalla loro fede sufrita.
Gli eserciti berberi e arabi infine si scontrarono a Baqdura (o Nafdūra) nell'ottobre-novembre 741, sul fiume Subū (nelle vicinanze della moderna Fès). Disdegnando il consiglio dettato dall'esperienza e dalla prudenza fornito dagli Ifriqiyani, Kulthūm b. ʿIyāḍ compì diversi gravi errori tattici. Gli schermagliatori berberi abbatterono i cavalli siriani e isolarono i loro cavalieri, mentre la fanteria berbera sovrastò col suo numero quella araba. Gli eserciti arabi furono rapidamente messi in rotta. Secondo alcune stime, due terzi delle forze arabe furono uccisi e catturati dai Berberi a Baqdūra.[6] Fra i caduti vi fu il nuovo governatore Kulthūm b. ʿIyāḍ al-Qushayrī e il comandante delle forze ifriqiyane Ḥabīb b. Abī ʿUbayda al-Fihrī.
I reggimenti siriani, ridotti al numero di circa 10.000 uomini, non si dispersero grazie agli efficaci sforzi di Balj b. Bishr e si aprirono la strada con valore e disciplina fino allo Stretto di Gibilterra, dove speravano di ottenere un passaggio che permettesse loro di metter piede in al-Andalus. Un piccolo contingente ifriqiyano, agli ordini del figlio di Ḥabīb b. Abī ʿUbayda, ʿAbd al-Raḥmān b. Ḥabīb al-Fihrī, si unì ai Siriani nella loro fuga, ma il resto delle forze ifriqyiane si sparpagliò tornando a Qayrawān. Il grosso dell'esercito ribelle berbero si mise all'inseguimento dei Siriani e li pose sotto assedio a Ceuta.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ L'anno esatto in cui avvenne la battaglia resta incerto, soprattutto a causa delle fonti primarie che forniscono dati contraddittori. Khalid Blankinship ha sostenuto che ebbe luogo nell'ottobre (o al massimo a novembre del 741: Blankinship (1994), p. 219.
- ^ Dozy (1861), p. 133.
- ^ Dozy (1861), p. 134.
- ^ a b Blankinship (1994), p. 220.
- ^ a b Blankinship (1994), p. 211.
- ^ Blankinship (1994), p. 212.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Khalid Yahya Blankinship, The End of the Jihâd State, Albany, State University of New York Press, 1994, ISBN 0-7914-1828-6.
- (EN) R. Dozy, Histoire de Musulmans d'Espagne, 1861.