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Aurona

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Aurona (... – post 702) fu la figlia di Ansprando, duca di Asti e futuro re dei Longobardi, e di Teodorada.

È ricordata da Paolo Diacono nella sua Historia Langobardorum[1], che riferisce di un episodio risalente al 702. All'epoca suo padre Ansprando era duca di Asti e tutore, insieme al duca di Brescia Rotarit, del re minorenne Liutperto; Ansprando e la moglie Teodorada, oltre ad Aurona, avevano già generato anche i maschi Sigiprando e Liutprando.

In quel 702 Ansprando venne sconfitto in battaglia da Ariperto II, pretendente al trono in contrapposizione a Liutperto, e costretto alla fuga. La vendetta di Ariperto si abbatté così su Teodorada e sui suoi figli Sigiprando e Aurona, che furono tutti mutilati; come sua madre Teodorada, Aurona fu privata del naso e delle orecchie, mentre a Sigiprando furono cavati gli occhi.[2]

Dalla vendetta di Ariperto scampò soltanto il giovanissimo Liutprando[1]. Non è noto il destino di Aurona dopo il 702, né se fosse ancora in vita quando, nel 712, suo padre prima e suo fratello poi salirono sul trono dei Longobardi.

Al momento della vendetta di Ariperto, Aurona era già sposata e madre di Gumperga, moglie di Romualdo II di Benevento[3], e forse di Aufuso[4]. A lei fu intitolato il monastero di Santa Maria in Aurona a Milano, fondato intorno al 740 dall'arcivescovo di Milano Teodoro[5].

  1. ^ a b Paolo Diacono, Historia Langobardorum, VI, 22.
  2. ^ Paolo Diacono, Libro VI, 22, in Antonio Zanella (a cura di), Storia dei Longobardi, Vignate (MI), BUR Rizzoli, p. 505, ISBN 978-88-17-16824-3.
  3. ^ Paolo Diacono, VI, 50.
  4. ^ Paolo Diacono, VI, 58.
  5. ^ Lida Capo, Commento a Paolo Diacono, Storia dei Longobardi, p. 575.

Fonti primarie

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Letteratura storiografica

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  • Lidia Capo, Commento, in Paolo Diacono, Storia dei Longobardi, Milano, Lorenzo Valla/Mondadori, 1992, ISBN 88-04-33010-4.

Voci correlate

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