Asham (gastronomia)
Asham | |
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Origini | |
Altri nomi | Brown George, chilli bibi, sam sam, caan sham, casham, kasham |
Luoghi d'origine | Giamaica Trinidad e Tobago Belize |
Diffusione | Caraibi |
Dettagli | |
Categoria | dolce |
Ingredienti principali |
L'asham è un dolce diffuso nei Caraibi, in particolare in Giamaica (dove viene anche chiamato Brown George)[1], a Trinidad e Tobago (dove viene chiamato chilli bibi o sam sam)[2][3] e in Belize (dove viene chiamato caan sham, casham o kasham)[4].
Si tratta di una pietanza molto semplice: i chicchi di mais vengono tostati e poi tritati finemente. La polvere ottenuta viene setacciata e vi viene aggiunto lo zucchero di canna e un pizzico di sale[1][5]; talora vengono aggiunte anche spezie[2][6]. L'asham può essere realizzato anche in versione salata[1].
Viene consumato al cucchiaio oppure mescolato con acqua.[1]
Si ritiene sia stato portato in Giamaica dagli schiavi africani,[7] e che la parola asham derivi da o-sĭám, che nel dialetto Akuapem della lingua twi, che fa parte del macrolinguaggio akan, significa mais essiccato e tritato, oppure da òsiam, che in lingua nkonya indica una farina di mais tostato mescolata ad acqua.[8][1]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d e (EN) Sweet & dandy - The history of Jamaican sweets, su old.jamaica-gleaner.com, 7 febbraio 2009. URL consultato il 19 aprile 2021.
- ^ a b (EN) Chilli Bibi – Creole Desserts, Trinidad and Tobago, su trinigo.com, 28 febbraio 2015. URL consultato il 19 aprile 2021.
- ^ (EN) Tobago's food culture and social bonds, su newsday.co.tt, 3 dicembre 2020. URL consultato il 19 aprile 2021.
- ^ (EN) Candies Of The Past, su ambergriscaye.com. URL consultato il 20 aprile 2021.
- ^ (EN) Asham, su passporttocaribbeanfood.com. URL consultato il 19 aprile 2021 (archiviato dall'url originale il 28 novembre 2020).
- ^ (EN) Jamaican Food Stories: School treats of yesteryear., su medium.com, 5 marzo 2017. URL consultato il 19 aprile 2021.
- ^ (EN) 12 must-have snacks for visitors to Jamaica, su loopjamaica.com, 25 febbraio 2021. URL consultato il 19 aprile 2020 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2019).
- ^ (EN) Joseph T. Farquharson, The African Lexis in Jamaican: Its Linguistic and Sociohistorical Significance, The University of the West Indies, 2012, pp. 234-235 (archiviato dall'url originale il 3 febbraio 2013).