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Aqan Sataev

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Aqan Qarğambaiūly Sataev (in kazako Ақан Қарғамбайұлы Сатаев?; in russo Акан Каргамбаевич Сатаев?, Akan Kargambaevič Sataev; Karaganda, 23 dicembre 1971) è un regista kazako.

Figlio di una coppia di attori teatrali, entrambi artisti del popolo dell'Unione Sovietica, ha cominciato la sua carriera da regista negli anni '90 dirigendovi oltre 300 videoclip.[1] Il suo primo film, il neo-noir Reketir (2007), ha incassato l'equivalente di oltre 1 milione di dollari al botteghino kazako,[2] una cifra notevole considerando che all'inizio dello stesso decennio la produzione cinematografica nazionale si era pressoché azzerata.[3]

Ha fondato la casa di produzione Sataifilm.[4]

Nel corso degli anni 2010 Sataev è diventato uno dei registi di punta dell'industria cinematografica locale,[4] specializzandosi in colossal storici–epici sul passato del Kazakistan, come ad esempio la vita della regina massageta Tomiri (Tomiris - Principessa guerriera; 2019), la guerra contro il Khanato degli Zungari (Jaujürek myñ bala; 2011) e le imprese di Qasym Khan durante il Khanato di Kazach (Ūly dala tañy; 2022).[1][5] Diversi suoi film sono stati scelti come rappresentanti nazionali per l'Oscar al miglior film straniero: nel 2011 il thriller Zabludivšijsja, nel 2013 il già citato Jaujürek myñ bala e nel 2018 un film drammatico sulla collettivizzazione sovietica, Anağa aparar jol.[6]

Rapporti con Nursultan Nazarbaev

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Considerato un "regista di regime" del Presidente autoritario Nursultan Nazarbaev,[5][7][8] con il quale ha intrattenuto un rapporto privilegiato sino alla sua definitiva esautorazione nel 2022,[9] diversi dei film storici che ha diretto sono stati scritti o prodotti dalla figlia di quest'ultimo, Älija Nazarbaeva.[6] Sataev ha però respinto le accuse di realizzare propaganda, sostenendo di voler solamente dare una buona immagine della storia kazaka ai propri concittadini e all'estero.[1][7] Nel 2019 ha diretto il sesto capitolo di una serie di film agiografici sulla vita di Nazarbaev,[8] che ne loda la decisione di spostare la capitale del Paese da Almaty ad Astana come: «la lungimirante realizzazione della grande impresa storica cominciata da Ablai Khan e per la quale l'eroico popolo kazako ha combattuto per secoli».[10]

Ha ricoperto nel corso degli anni diverse posizioni nell'ordinamento cinematografico nazionale, come quella di direttore artistico dell'Almaty Film Festival e di membro del CdA dell'Astana Film Fund.[4] Il 7 luglio 2020 è stato nominato presidente della principale casa di produzione di proprietà dello Stato, la Qazaqfil'm,[11] carica che ha ricoperto fino alle sue dimissioni spontanee nel settembre 2022.[12] Nel 2023 la procura di Almaty ha aperto un'indagine per l'appropriazione indebita di oltre 400 milioni di tenge dei 4 miliardi stanziati dalla Qazaqfil'm per la produzione del suo film Ūly dala tañy (2022), all'epoca in cui ne era presidente.[13]

  1. ^ a b c (KK) Ūlarbek Nurğalymūly, Ақан Сатаев: Шетелге прокатқа шығаратын фильмдер түсіруіміз керек, in Egemen Qazaqstan, 4 gennaio 2019. URL consultato il 18 dicembre 2024.
  2. ^ (EN) Nick Holdsworth, Kazakh biz is in the pink, in Variety, 25 settembre 2010. URL consultato il 18 dicembre 2024.
  3. ^ (KK) Maksim Semeljak, ҚАЗАҚ КИНОСЫНДА КЕҢ ТАНЫЛҒАН 50 ФИЛЬМ, su qalam.global, 16 ottobre 2023. URL consultato il 18 dicembre 2024.
  4. ^ a b c (EN) Leo Barraclough, Almaty Film Festival to Build Bridges Between Kazakhstan, Global Movie Biz, in Variety, 7 luglio 2018. URL consultato il 18 dicembre 2024.
  5. ^ a b (EN) Rico Isaacs (a cura di), Film and Identity in Kazakhstan: Soviet and Post-Soviet Culture in Central Asia, Londra, Bloomsbury, 2018, p. 135, ISBN 9781838608538.
    «[...] Satayev was constrained as a real artist by taking on a film on the orders of the government. Nonetheless, Satayev's role in directing such a big regime-sponsored picture [...]»
  6. ^ a b (EN) Nick Holdsworth, Oscars: Kazakhstan Selects ‘Road to Mother’ for Foreign-Language Category, in The Hollywood Reporter, 27 settembre 2017. URL consultato il 18 dicembre 2024.
  7. ^ a b (EN) Booming Kazakh cinema in the service of state power, su asianews.it, 15 luglio 2011. URL consultato il 18 dicembre 2024.
  8. ^ a b (EN) Chris Rickleton, Kazakhstan: Latest Nazarbayev biopic leads a path to sleep, su eurasianet.org, 4 gennaio 2019. URL consultato il 18 dicembre 2024.
  9. ^ (EN) President Nazarbayev meets with director Akan Satayev, Kazinform, 16 aprile 2017. URL consultato il 18 dicembre 2024.
  10. ^ (EN) Matthew Cooper, Réketır: The Bowl of Our Own Injustice, su voegelinview.com, 7 settembre 2019. URL consultato il 18 dicembre 2024.
  11. ^ (EN) Akan Satayev to head KazakhFilm, su inform.kz, 7 luglio 2020. URL consultato il 5 maggio 2023.
  12. ^ (RU) Акан Сатаев покинул должность президента "Казахфильма", su kapital.kz, 27 settembre 2022. URL consultato il 5 maggio 2023.
  13. ^ (RU) На главной киностудии Казахстана расследуют хищение свыше $865 тысяч, su kapital.kz, 19 dicembre 2023.

Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN309899728 · ISNI (EN0000 0004 4332 7599 · GND (DE1032223111 · BNE (ESXX5714972 (data) · BNF (FRcb17092111d (data)