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Abbazia territoriale di Pannonhalma

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Abbazia territoriale di Pannonhalma
Abbatia Territorialis S. Martini in Monte Pannoniae
Chiesa latina
 
Mappa della diocesi
 
AbateCirill Tamás Hortobágyi, O.S.B.
Abati emeritiImre Asztrik Várszegi, O.S.B.[1]
Presbiteri33, tutti regolari
664 battezzati per presbitero
Religiosi48 uomini, 2 donne
Diaconi4 permanenti
 
Abitanti31.059
Battezzati21.921 (70,6% del totale)
StatoUngheria
Superficie356 km²
Parrocchie15
 
Erezione997
Ritoromano
CattedraleSan Martino
IndirizzoVar u. 1, H-9090 Pannonhalma, Magyarorszag
Sito webpannonhalmifoapatsag.hu
Dati dall'Annuario pontificio 2022 (ch · gc)
Chiesa cattolica in Ungheria
L'abbazia di Bakonybél, dipendente da quella di Pannonhalma

L'abbazia territoriale di Pannonhalma (in latino Abbatia Territorialis S. Martini in Monte Pannoniae) è una sede della Chiesa cattolica in Ungheria immediatamente soggetta alla Santa Sede. Nel 2021 contava 21.921 battezzati su 31.059 abitanti. È retta dall'arciabate Cirill Tamás Hortobágyi, O.S.B.

L'abbazia territoriale di Pannonhalma estende la sua giurisdizione sull'abbazia di Bakonybél e sui territori di Bakonypéterd, Lázi, Nyalka, Ravazd, Tarjánpuszta, Veszprémvarsány, Vének, Győrasszonyfa, Táp, Tápszentmiklós; e tre distretti di Győr (Kismegyer, Győrszentiván, Ménfőcsanak).

Sede abbaziale è l'arciabbazia di Pannonhalma, dove si trova la cattedrale dedicata a San Martino.

Il territorio si estende su 356 km² ed è suddiviso in 15 parrocchie.

Pannonhalma fu il primo monastero benedettino ungherese, fondato nel 996 dal principe Géza, il quale lo scelse come sede dei monaci, e ben presto divenne la sede dell'intero ordine. Il monastero venne costruito in onore di San Martino di Tours. Il figlio di Géza, re Stefano I, donò beni e proprietà al monastero. Asztrik (Anastasius) fu il primo abate.

Il monastero divenne arciabbazia della congregazione d'Ungheria nel 1541. In seguito all'invasione ottomana dell'Europa del XVI e XVII secolo, venne trasformato in fortezza. Durante i 150 anni d'occupazione turca i monaci dovettero abbandonare l'arciabbazia per periodi più o meno lunghi. Durante la guida dell'arciabate Benedek Sajghó venne iniziata la costruzione di un nuovo edificio barocco.

Il XVIII secolo, era dell'Illuminismo, influenzò anche la vita dei monasteri. Secondo la dottrina del giuseppinismo gli ordini religiosi furono giudicati secondo criteri di utilità immediata, tollerando solo quegli ordini che gestivano asili, scuole od ospedali.

Dopo il 1945 le proprietà dell'ordine e le scuole gestite dai benedettini vennero confiscate dallo stato comunista dal 1950 fino alla caduta del comunismo ungherese. Nel 1995, un anno prima del millennio, il complesso venne ristrutturato e rinnovato.

Il 30 dicembre 1977 ha ceduto alcune parrocchie in territorio cecoslovacco all'arcidiocesi di Trnava.[2]

Il 31 maggio 1993, in forza della bolla Hungarorum gens di papa Giovanni Paolo II, ha assunto l'attuale fisionomia territoriale.[3]

Cronotassi degli abati

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Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

L'abbazia territoriale nel 2021 su una popolazione di 31.059 persone contava 21.921 battezzati, corrispondenti al 70,6% del totale.

anno popolazione presbiteri diaconi religiosi parrocchie
battezzati totale % numero secolari regolari battezzati per presbitero uomini donne
1948 24.698 27.052 91,3 65 65 379 97 38 20
1971 ? ? ? 104 104 ? 146 19 ?
1990 22.540 26.180 86,1 35 35 644 47 118 16
1999 21.600 24.864 86,9 9 9 2.400 1 23 28 15
2000 21.597 24.859 86,9 9 9 2.399 1 22 28 15
2001 21.592 24.857 86,9 13 13 1.660 1 29 28 15
2002 21.532 24.823 86,7 14 14 1.538 1 30 28 15
2003 21.530 24.788 86,9 14 14 1.537 1 28 28 15
2004 21.516 24.780 86,8 14 14 1.536 1 32 15
2007 21.453 24.700 86,8 16 16 1.340 24 14
2013 21.300 24.700 86,2 66 66 322 2 78 2 15
2016 21.400 25.100 85,3 38 38 563 3 51 2 15
2019 21.924 28.700 76,4 36 1 35 609 3 52 2 15
2021 21.921 31.059 70,6 33 33 664 4 48 2 15
  1. ^ Vescovo titolare di Culusi.
  2. ^ (LA) Bolla Praescriptionum sacrosancti (PDF)., AAS 70 (1978), p. 273
  3. ^ (LA) Bolla Hungarorum gens (PDF)., AAS 85 (1993), p. 873.

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