Santra

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Santra (in latino Santra; I secolo a.C.I secolo a.C.) è stato un grammatico e tragediografo romano.

A giudicare dal nome, Santra non era di origine italica, ma forse africana[1].

Viene citato, tra gli altri, da Sesto Pompeo Festo, Nonio Marcello e San Gerolamo; proprio quest'ultimo ci aiuta a situarlo cronologicamente, visto che lo cita tra Varrone (nato nel 116 a.C.) e Cornelio Nepote (nato verso il 99 a.C.). Si sarebbe occupato principalmente di grammatica e letteratura, quindi situandosi come gramaticus, visto che è citato anche per questioni di storia letteraria[2] e come autore salebrosus ("pesante") viene citato da Marziale[3].

Conosciamo l'esistenza di almeno tre opere di Santra, tutte perdute. La prima, il trattato De antiquitate verborum, opera citata da Festo, Nonio e dagli scoli veronesi dell'Eneide[4], era suddivisa in tre libri e ne restano due frammenti lunghi e sei brevi (questi ultimi usati come esempi per le parole).

Un titolo incerto è Nuntii Bacchi (o forse Nuptiae bacchi[5]), una tragedia di cui rimane un frammento di quattro versi in Nonio.

Ancora, De viris illustribus, un'opera biografica citata da San Gerolamo che considerava Santra un precursore di Svetonio[6], il quale, in effetti, lo cita come autorità su Terenzio[7] e Lucilio[8].

  1. ^ L. Schwabe, Teuffels History of Roman Literature, rist. anast., Cyprus, TP Verone, 2007, Vol. I, p. 382.
  2. ^ Quintiliano, XII 10, 16.
  3. ^ XI 2, 6-7.
  4. ^ Ad V, 95.
  5. ^ https://latin.packhum.org/author/634.
  6. ^ De viris illustribus, Praefatio.
  7. ^ Vita Terentii 31,10 ss. Reifferscheid.
  8. ^ De grammaticis, 14, 4.

Voci correlate

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