2001: Odissea nello spazio

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2001: Odissea nello spazio
Heywood Floyd e gli altri scienziati scendono nello scavo del cratere Tycho dove è stato trovato il monolito
Titolo originale2001: A Space Odyssey
Lingua originaleinglese
Paese di produzioneStati Uniti d'America, Regno Unito
Anno1968
Durata139 min
160 min (première cut)
Rapporto2,20:1 · 2,35:1
Generefantascienza, avventura, thriller
RegiaStanley Kubrick
SoggettoArthur C. Clarke
SceneggiaturaStanley Kubrick, Arthur C. Clarke
ProduttoreStanley Kubrick
Casa di produzioneMetro-Goldwyn-Mayer, Stanley Kubrick Productions
Distribuzione in italianoCIC
FotografiaGeoffrey Unsworth
MontaggioRay Lovejoy
Effetti specialiStanley Kubrick, Douglas Trumbull, Wally Veevers, Tom Howard, Con Pederson
MusicheAA.VV.
ScenografiaAnthony Masters, Harry Lange, Ernest Archer
CostumiHardy Amies
TruccoStuart Freeborn
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali
Doppiatori italiani
Logo ufficiale del film

2001: Odissea nello spazio (2001: A Space Odyssey) è un film del 1968 prodotto e diretto da Stanley Kubrick, scritto assieme ad Arthur C. Clarke, che produsse il soggetto e, sulla medesima traccia, scrisse il romanzo omonimo pubblicato nello stesso anno.

Colossal di fantascienza ambientato in un futuro prossimo, tocca temi come l'identità e il destino della specie umana, e il ruolo della conoscenza. Ispiratosi al breve racconto del 1948 La sentinella di Clarke; lo stesso scrittore ha riconosciuto come le due opere stanno l'una all'altra "come una ghianda" sta "a una quercia adulta".[N 1]

Considerato uno dei massimi capolavori della storia del cinema, ne costituisce una svolta epocale, anche al di fuori del genere fantascientifico.[2][3] Nel 1991 la pellicola è stata giudicata di rilevante significato estetico, culturale e storico, e inserita nella lista di film preservati nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.[4] Nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserito al ventiduesimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi,[5] mentre dieci anni dopo, nella lista aggiornata, è salito al quindicesimo posto.[6] Lo stesso istituto lo ha inserito al primo posto nella categoria fantascienza. Il magazine Rolling Stone, inoltre, ha collocato la pellicola al 4º posto nella sua speciale classifica dei cento migliori film del XX secolo.[7]

Il film si compone di quattro parti, che coprono un arco temporale che va dalla preistoria al 2001 d.C.: L'alba dell'uomo, Clavius, Missione Giove, Giove e oltre l'infinito.[8]

Il primo e il quarto episodio sono totalmente privi di dialoghi e anche gli altri due non presentano molte parti parlate, lasciando lunghe sequenze dominate dalla musica e dagli effetti sonori.

L'alba dell'uomo

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Preistoria. Una tribù di ominidi sopravvive ai margini della savana africana, tra scarsità di cibo, aggressioni da fiere e la lotta con altri gruppi per una pozza d'acqua. Un giorno compare un misterioso monolito che darà stimolo ai personaggi per sviluppare rudimentali utensili per la caccia e per sopraffare violentemente i gruppi rivali. Il montaggio passa senza soluzione di continuità da un'arma rudimentale, un osso animale lanciato verso il cielo, a un'astronave.

Anno 2001. Il dottor Heywood Floyd prende parte a una missione in una base lunare nel cratere Clavius, il cui scopo è estremamente riservato. Prima ha un breve incontro con alcuni scienziati sovietici su una stazione spaziale, preoccupati per ciò che potrebbe essere accaduto presso Clavius, in quanto la base ha interrotto ogni comunicazione e si teme sia colpita da un'epidemia.

Floyd arriva poi sulla Luna e tiene una conferenza dove spiega che le voci sull'epidemia non sono reali e sono state diffuse allo scopo di non rivelare ciò che è accaduto davvero, che è anche il motivo della sua missione: nel cratere Tycho è stato scoperto, sepolto nel suolo lunare, un misterioso monolito nero, di chiara origine extraterrestre, che risulta risalire a circa quattro milioni di anni prima. Giunti allo scavo, gli scienziati posano davanti all'artefatto per delle fotografie; all'improvviso esso viene colpito dai primi raggi dell'alba lunare ed emette un forte segnale radio nel cosmo, percepito dagli scienziati come un forte fischio, che in seguito si scoprirà essere diretto verso il pianeta Giove.

Missione Giove

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L'astronave Discovery parte alla volta di Giove. A bordo ci sono cinque uomini, di cui tre ibernati, e un computer di nome HAL 9000, con funzioni di responsabilità operativa della missione. Il capitano David Bowman e l'astronauta Frank Poole si fidano del computer e ricorrono a lui in ogni circostanza. Accade però che HAL dia un'informazione a David circa un'avaria all'elemento AE35[N 2] dell'antenna dell'astronave. David esce nello spazio e porta a bordo l'elemento. I due astronauti lo esaminano, ma non trovano alcun guasto. Decidono quindi di riportarlo al suo posto per vedere se andrà in avaria: così, nel caso in cui ciò non accada, escluderanno HAL dal governo della nave spaziale. Il calcolatore, però, legge sulle loro labbra le loro intenzioni e fa morire Frank, uscito dall'astronave per riportare il pezzo al suo posto. David corre in soccorso del compagno con una capsula, mentre nell'astronave gli ibernati vengono uccisi da HAL 9000. Al rientro della capsula con David e il corpo di Frank, il computer blocca la porta d'accesso all'astronave. David riesce tuttavia ad aprire una delle porte d'emergenza e prende il sopravvento su HAL, cancellandogli gradualmente la memoria.[9]

Giove e oltre l'infinito

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Il viaggio prosegue nell'orbita di Giove: David si trova di fronte a un monolito gigante in orbita attorno al gigante gassoso ed entra in un tunnel spaziotemporale che lo porta in una stanza stile Luigi XVI, dove le varie fasi della sua vita si intersecano fra loro fino a portarlo, anziano, sul letto di morte. Per l'ultima volta a confronto con il monolito, ascende a una dimensione fetale e si vede, in trasparenza, nel ventre materno, da dove osserva il suo pianeta natale: l'odissea dell'umanità si è appena conclusa, ma sta per iniziarne una nuova.[10]

Pre-produzione

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Il titolo del film nel trailer statunitense

Kubrick aveva contattato Clarke perché necessitava di un buon soggetto di fantascienza per un film di genere. In questo modo il romanzo e il film nacquero e crebbero insieme, realizzando una collaborazione tra media differenti assolutamente unica e originale, almeno per l'epoca in cui fu attuata.

Sotto questo e altri aspetti, 2001 è rimasto uno dei più celebri film di fantascienza che, grazie alla sceneggiatura, alla recitazione e alla tecnica di ripresa, riproduce con fedeltà l'ambiente spaziale: tutti gli avvenimenti in ambienti senz'aria si svolgono in silenzio o con un valzer di Strauss come puro riempimento sonoro, l'astronave ha una gravità artificiale per rotazione che è correttamente rappresentata, i movimenti in assenza di gravità sono lenti come dovrebbero essere. Anche la scena in cui un astronauta rientra nell'astronave passando alcuni secondi in un ambiente di vuoto è stata approvata dagli esperti come verosimile,[11] dimostrando che è possibile fare un film di fantascienza rispettando la realtà e senza introdurre elementi artificiosi.

Tale film intende suscitare nello spettatore un forte impatto emotivo; lo stesso Kubrick affermò: «Ognuno è libero di speculare a suo gusto sul significato filosofico e allegorico del film. Io ho cercato di rappresentare un'esperienza visiva, che aggiri la comprensione per penetrare con il suo contenuto emotivo direttamente nell'inconscio».[12]

Il film cerca di spiegare l'indissolubile legame che unisce l'uomo al tempo e allo spazio, l'intelligenza artificiale, l'utilizzo della scienza. A questo proposito è di notevole effetto il raccordo tra le due scene iniziali: l'utilizzo di un oggetto, un osso, come strumento di offesa e di dominio (e comunque di conquista) da parte di un ominide e le astronavi orbitanti attorno alla Terra. In questa maniera il regista compie un salto logico di millenni conservando la trama narrativa, con un'operazione mirabile che trova pochi riscontri nella storia del cinema. Le riprese iniziarono il 29 dicembre 1965 e si conclusero il 7 luglio 1966. Iniziò quindi una lunga post-produzione, durata due anni.

Kubrick rimase per due mesi chiuso nella sua villa nelle campagne inglesi a rivedere e tagliare il suo lavoro; questa operazione è considerata il momento più decisivo nella produzione del cinema kubrickiano.

Le inquadrature all'inizio del film non sono altro che diapositive ad alta risoluzione proiettate con il sistema, per l'epoca rivoluzionario, del front projection,[13] inventato dallo scrittore di fantascienza Murray Leinster.[14] Questa tecnica innovativa, dopo essere stata brevettata il 20 dicembre 1955 da Leinster, venne impiegata per la prima volta proprio in 2001: Odissea nello spazio.[14] Unico effetto collaterale degno di nota sono gli occhi del ghepardo, che brillano in maniera inquietante a causa della luce del proiettore, anche se a Kubrick l'effetto non dispiacque, tant'è vero che lo definì "un lieto incidente".[13]

Alla fine della prima scena in cui Guarda-la-Luna lancia un osso in aria, è presente una svista: l'ominide tiene in mano un femore, ma a roteare in aria è invece una tibia. In realtà l'errore non fu di Kubrick, ma di un operatore al quale il regista, al termine di una giornata di riprese, aveva chiesto di riprendere un osso lanciato in aria nel cortile dei teatri di posa. Non prevista dal copione, quest'inquadratura farà parte del brillante salto temporale, divenuto una delle scene più note del film, che collega due epoche estremamente distanti.

Gli ominidi nella parte iniziale sono dei mimi e dei ballerini, accompagnati da vere scimmie nel ruolo dei cuccioli. La specie in questione doveva essere glabra e priva di indumenti, cosa impensabile per la moralità dell'epoca, sicché si preferì optare per una forma anteriore di australopitecine, totalmente irsuta. Gli animali cacciati sono dei tapiri, specie sudamericana assente nel Pleistocene, scelti in alternativa ai selvaggi e aggressivi facoceri riportati nel romanzo.

I satelliti, le colonie orbitanti, la nave spaziale e la grande stazione spaziale rotante che appaiono all'inizio della seconda parte sono riproduzioni di progetti della NASA mai realizzati[le stazioni orbitanti recano contrassegni di nazionalità delle maggiori potenze militari]. L'elaborazione dei vari modelli di astronavi è stata affidata a ingegneri aerospaziali e non ad artisti.

Sceneggiatura

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Secondo il soggetto originale, l'astronave Discovery, superato Giove, doveva concludere il suo viaggio nel sistema di Saturno, più esattamente sul satellite Giapeto, già noto per la variazione sensibile dell'albedo all'osservazione telescopica.[N 3] La complessità della riproduzione degli anelli di Saturno, i forti ritardi nella lavorazione e la pressione dei produttori spinsero il regista ad abbreviare il viaggio presso il sistema di Giove.[N 4]

Nel romanzo di Clarke, il monolito ha dimensioni proporzionali a uno per quattro per nove, i quadrati dei primi tre numeri naturali. Il "Bambino delle Stelle", per mezzo di "sensi più sottili della vista", è in grado di percepire i valori successivi di questa sequenza nelle ulteriori dimensioni (16 per la quarta, 25 per la quinta e così via).[N 5]

Effetti speciali

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Un effetto speciale

Kubrick decise di utilizzare una proiezione frontale per produrre fondali nelle scene dei paesaggi africani degli ominidi, in quanto le tecniche tradizionali non producevano l'aspetto realistico che Kubrick desiderava. La tecnica consisteva nell'utilizzare un proiettore per impostare precisamente lo scenario ad angolo retto alla telecamera, e in uno specchio semi-riflettente posto a un angolo di fronte alla telecamera che rifletteva l'immagine proiettata in avanti, direttamente con l'obiettivo della telecamera, su un fondale appositamente progettato. Così lo schermo era in grado di riflettere in modo più efficiente la luce dell'immagine proiettata rispetto al soggetto realizzato in primo piano. La tecnica è stata utilizzata ampiamente nel settore cinematografico, nonostante nel 1990 venga in gran parte sostituita dal green screen. Per gli scatti all'interno della navicella, Kubrick usava un cilindro rotante da 27 t costruito dalla Vickers-Armstrong Engineering Group a un costo di 750000 $. Il diametro del set era di 12 metri circa ed era largo 3 metri.

Varie scene nella centrifuga del Discovery venivano girate con la telecamera fissa nella parte interna della ruota rotante per mostrare l'attore camminare completando il giro, oppure venivano montate in modo tale che la ruota ruotasse indipendentemente dalla telecamera fissa. La famosa sequenza finale dei fasci di luce (in inglese chiamata "Stargate") è stata realizzata con una tecnica chiamata slit-scan, che consiste nel posizionare una fessura di scorrimento tra cinepresa e piano.[16]

Colonna sonora

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Musica nella versione definitiva

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La colonna sonora, rimasta una delle più famose nella storia del cinema, è composta da celebri brani di musica classica di autori classici e contemporanei, tra cui:

Il tema principale, Così parlò Zarathustra, sottolinea i punti di svolta della storia, come il momento in cui Guarda-la-Luna inizia a mettere a frutto gli insegnamenti del monolito, impugnando un osso e comprendendo di avere tra le mani un'arma per procurarsi da mangiare e per sopraffare i nemici, oppure quando David Bowman, sempre per mezzo del monolito, si trasfigura in un essere nuovo, il Bambino delle Stelle. La scelta di questo brano probabilmente non è casuale, in quanto il poema sinfonico di Richard Strauss è ispirato all'omonima opera di Friedrich Nietzsche, nella quale si narra la discesa del profeta Zarathustra tra gli uomini per insegnare loro a divenire esseri liberi dai propri limiti (il concetto nietzschiano di Oltreuomo). È quindi probabile che Kubrick e Clarke abbiano voluto evocare un'analogia tra Zarathustra e il monolito, e tra l'Oltreuomo e il Bambino delle Stelle.

Ligeti fu entusiasta dell'impiego delle sue opere, come il Requiem e l'alieno Atmospheres, ma altrettanto duro verso il regista.

«Meraviglioso è il modo in cui la mia musica è utilizzata nel film, lo è meno che nessuno mi abbia mai consultato e che non sia stato pagato. Ammiro l'arte di Kubrick, ma non il suo egoismo e il suo disprezzo per la gente.[17]»

Partitura respinta di Alex North

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La colonna sonora avrebbe dovuto essere, in origine, completamente diversa. Per realizzare le musiche, la casa di produzione aveva preteso che fosse scritturato lo stimato compositore avanguardistico Alex North, con cui Kubrick aveva già lavorato per il suo precedente film Spartacus. Fin dai primi contatti con il musicista, Kubrick aveva però lasciato intendere di voler impiegare (anche) brani di musica classica. In particolare, aveva insistito per mantenere, nell'inizio della pellicola, il noto brano di Strauss, che aveva scelto come brano provvisorio, ma del quale si era definitivamente innamorato. Il compositore North provò, tuttavia, a proporre al regista un brano di produzione propria, scritto in modo da mantenere un'atmosfera musicale analoga a quella del brano di Strauss. North, inoltre, compose musica anche per alcune scene successive, ma sempre collocate nella prima parte del film: in particolare, scrisse brani relativi al volo della stazione orbitale e al viaggio verso la Luna dello Shuttle del dottor Floyd. In seguito, durante le fasi successive della lavorazione del film, North ebbe solo contatti sporadici con Kubrick. Dopo un po' di tempo a North venne chiesto di sospendere la produzione di ulteriori nuovi brani, per la seconda metà della pellicola. In seguito, gli fu detto che la seconda parte del film sarebbe stata realizzata senza usare alcun commento musicale. Fu solo durante la proiezione della prima del film a Londra che il musicista, invitato a presenziare e convinto di essere parte dello staff produttivo, scoprì invece che tutto il materiale da lui composto e registrato, era stato infine scartato da Kubrick, che aveva seguito il suo proposito iniziale e aveva quindi utilizzato, oltre a quello di Strauss, anche altri brani di musica sinfonica già esistenti.

La partitura originale scritta da North, per quanto incompleta, è rimasta per molti anni un lavoro leggendario e molto chiacchierato nell'ambiente dei critici e degli estimatori di musica per cinema. All'inizio degli anni novanta, dietro interessamento del compositore Jerry Goldsmith, allievo e amico personale di North, l'opera è stata recuperata dall'oblio e nuovamente incisa (tuttavia dopo la scomparsa dell'autore), a cura dell'etichetta specializzata americana Varèse Sarabande, sotto la direzione musicale dello stesso Goldsmith.[18]

Nella seconda metà degli anni 2000 è stata pubblicata su CD anche una seconda edizione della composizione inedita: in questo caso l'editrice Intrada ha prodotto, a tiratura limitata, i brani di North nella loro versione originale, così come erano stati registrati a Londra nel 1968, in ottimo stato di preservazione.

Distribuzione

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Il film fu presentato in anteprima mondiale il 2 aprile 1968 a Washington, USA, mentre in Italia uscì il 12 dicembre dello stesso anno. Fu riproposto nei cinema il 4 e il 5 giugno 2018, a cinquant'anni dall'anteprima.

Edizione italiana

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La versione italiana del film è stata curata da Roberto De Leonardis per la società Royfilm; il doppiaggio venne eseguito dalla C.D.C. sotto la direzione di Franco Schirato.[19]

A fronte di un costo di produzione di circa 12 milioni di dollari,[20] il film alla sua uscita nel 1968 incassò 15 milioni di dollari nei soli Stati Uniti[21][22] (oltre 60 milioni di dollari includendo le riedizioni negli anni successivi),[20] e oltre 190 milioni di dollari nel resto del mondo.[23] Divenne il maggiore incasso cinematografico nordamericano del 1968.

Nonostante avesse ricevuto inizialmente reazioni contrastanti da parte della critica e del pubblico, Odissea nello spazio ottenne un seguito da film di culto.

Secondo il parere pressoché unanime della critica, il film rappresenta una svolta epocale per il cinema di fantascienza e una pietra miliare per il cinema in generale.[2][3] Fantafilm scrive:

«Mai prima era stato tanto potentemente evocato l'ignoto che attende l'uomo oltre gli ormai più o meno disvelati "vicini" planetari del sistema interno [...]. Mai prima l'uomo era stato così esplicitamente riconosciuto vero protagonista, e posto con decisione al centro della scena, soggetto ed oggetto al tempo stesso di una filosofica e quasi metafisica ricerca del significato della vita, e del suo posto e del suo ruolo in un universo largamente incomprensibile nella sua infinità. [...] Kubrick realizza un'opera unica ed irripetibile, che si colloca subito e per sempre tra i capolavori immortali del cinema. [...] Originalissimo nella scelta delle musiche, il film è anzitutto geniale ed innovativo nelle tematiche, tra le quali già individua, con moderna visione anticipatoria, il problematico rapporto con l'intelligenza artificiale. Scientificamente corretto, minuzioso e plausibile sino al più piccolo particolare di vita quotidiana nello spazio, visivamente elegante in ogni momento e con alcune sequenze davvero indimenticabili, 2001 rimane uno spettacolo affascinante e suggestivo, ed uno dei più grandi film di tutti i tempi.»

Il film racconta una favola apocalittica sul destino dell'umanità e dello sviluppo della tecnologia, raccontato come se fosse un documentario.[2] Inclassificabile, una «scommessa folle», ma vinta, del regista,[24] un'avventura spaziale che «diventa scoperta di sé stessi»,[25] con una grande quantità di spunti e di possibili letture.

Il film ha avuto una riconosciuta influenza in tutta la cinematografia successiva. George Lucas, regista di Guerre stellari, ha dichiarato:

«Negli anni '50 la scienza ha prevalso sulla fantasia e il romanzesco è stato più o meno abbandonato, man mano che i viaggi nello spazio e la tecnica venivano in primo piano. In questo filone, il capolavoro è 2001: Odissea nello spazio, uno dei miei film preferiti, in cui tutto è scientificamente esatto e immaginato partendo dal possibile. È veramente l'apice della fantascienza.[26]»

Il Dizionario dei film Il Mereghetti assegna al film quattro stellette su quattro, cioè il massimo.

Su Rotten Tomatoes, sito aggregatore di recensioni, il film ottiene un indice di gradimento del 92% sulla base di 119 recensioni con un voto medio di 9.2/10; il consenso critico recita: «Uno dei film di fantascienza più influenti, e uno dei più controversi, 2001 di Stanley Kubrick è una delicata e poetica meditazione sull'ingegno – e sulla follia – dell'umanità».[27] Metacritic, che utilizza una media ponderata, ha assegnato un voto di 84/100 basato su 25 recensioni critiche.[28]

Riconoscimenti

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* 1969David di Donatello

Influenza culturale

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  • Le sequenze di Saturno, mai realizzate nel film, sono invece state effettuate per il film 2002: la seconda odissea (Silent running – 1972), diretto da Douglas Trumbull, supervisore agli effetti speciali del film di Kubrick. Il film non è un seguito di 2001, come invece potrebbe sembrare dal titolo italiano, che fu utilizzato in Italia come richiamo commerciale al film di Kubrick.
  • La scena delle scimmie e del monolito è stata ripresa in innumerevoli opere, spesso a scopo parodistico, per citare alcuni esempi:
    1. Ne La pazza storia del mondo (1981) di Mel Brooks, le scimmie traggono piacere dal toccare una determinata parte del proprio corpo;
    2. In Slok (1972), opera prima del regista comico John Landis, un antropoide (interpretato sotto una maschera dallo stesso regista) terrorizza la provincia americana. Segue un balletto che fa il verso al film di Kubrick, sulle note di Also sprach e con un lancio finale di banane;
    3. Nel film di Tim Burton, La fabbrica di cioccolato (2005), è presente il famoso Così parlò Zarathustra in una scena ambientata nella stanza detta del "Telecioccolato", la cui particolarità è la presenza di un macchinario che teletrasporta barrette di cioccolato all'interno di un televisore. Al momento del teletrasporto effettuato, la barretta è in piedi (chiarissimo riferimento al monolito di 2001: Odissea nello spazio) e in TV viene trasmesso un documentario sulle scimmie (un altro riferimento al capolavoro di Kubrick, ovvero la scena iniziale del film);
    4. Nel film Zoolander (2001), i protagonisti Ben Stiller e Owen Wilson tentano di estrarre alcuni file da un computer Macintosh comportandosi come le scimmie della scena iniziale;
    5. Nell'episodio de I Simpson della terza stagione Il pony di Lisa, Homer fa un sogno in cui è una delle scimmie, che si mette a dormire appoggiato al monolito, però poi, mentre le altre scimmie scoprono il modo di usare gli utensili, Homer invece soltanto l'ozio; Nel dodicesimo speciale di Halloween, ovvero il primo episodio della tredicesima stagione, inoltre, il secondo dei tre racconti, "Robot dolce casa", è interamente una parodia della parte relativa a HAL 9000 del film di Kubrick. Nell'episodio 15 della quinta stagione Homer nello spazio profondo sono presenti numerose citazioni del film: in una puntata di "Grattachecca e Fichetto" trasmessa in TV appare una navicella estremamente simile alle capsule per le EVA della Discovery; nello spazio, Homer apre un pacchetto di patatine e si allinea in rotazione con una di esse come fatto dallo spazioplano Orion III con la Stazione Spaziale V durante il secondo atto "Il ritorno del monolito"; alla fine dell'episodio Bart lancia in aria un pennarello al rallentatore che si trasforma in un satellite in orbita attorno alla Terra, analogamente all'osso della scimmia e l'astronave all'inizio del film; infine appare Homer in stadio fetale di fronte al pianeta Terra, scena identica a quella finale di 2001: Odissea nello spazio.
    6. Nel film Arrivano i gatti, i quattro protagonisti (Umberto Smaila, Jerry Calà, Franco Oppini, Nini Salerno) ricevono una lettera di invito a recarsi da Verona a Roma per partecipare al fantomatico concorso televisivo "2001: Odissea nello sfarzo" e Nini accoglie la notizia intonando il medesimo tema;
    7. Il tema del malfunzionamento del computer HAL venne ripreso nel film Dark Star, in un episodio della serie Futurama e nella serie La donna bionica, dove la cyborg protagonista sfida un'analoga macchina ribelle di nome Alex 7000;
    8. La vicenda della pazzia di HAL 9000 è stata ironicamente usata anche per una puntata della serie televisiva I Simpson, mescolata con quanto narrato da Dean Koontz in Generazione Proteus;
    9. Un cortometraggio di produzione italiana, dal titolo ironico Hallanima, vede il computer doppiato da brani di film con il caratterista Bombolo, il quale dissente e reagisce a suo modo al tentativo degli Umani di disinserimento;
    10. La scena in cui Bowman prova a disattivare HAL è stata ripresa nella serie animata South Park nell'episodio L'astuccio del cacciatore nella scena in cui Kyle cerca di disattivare Cartman quando lui viene inglobato dall'astuccio;
    11. Il comico Bill Hicks ha reso omaggio all'opera durante i suoi maggiori spettacoli con l'iconico monolito dal quale egli saliva sul palco;
    12. Nel film Good Bye, Lenin!, quando l'amico del protagonista deve realizzare una pubblicità di un matrimonio, la sposa lancia in alto il bouquet come la scimmia lancia l'osso;
    13. Nel film Everything Everywhere All at Once (2022), la scena è ripresa per introdurre l'universo in cui gli esseri umani hanno hot dog al posto delle dita (in questo universo, infatti, le scimmie con questa caratteristica hanno prevalso su quelle normali), accompagnata dalla sua classica colonna sonora storpiata;
    14. Nel film Il dormiglione, durante l'episodio in cui i personaggi interpretati da Woody Allen e Diane Keaton dovrebbero clonare il Grande Leader a partire dal suo naso, vengono assistiti da un computer chiaramente ispirato a HAL 9000, doppiato, nella versione originale, dallo stesso attore (Douglas Rain, non accreditato) che aveva doppiato HAL 9000 in 2001;
    15. Il film Barbie (2023) di Greta Gerwig si apre con la stessa sequenza ambientata in Africa con la tribù di ominidi, qui vengono però sostituiti gli uomini primitivi con delle bambine che giocano con i bambolotti a fare le mamme, finché appare dal nulla una Barbie (sostituita con il monolito), le bambine dopo averla toccata distruggono i bambolotti scagliandoli per terra e uno di loro viene lanciato nello spazio per poi apparire al suo posto immediatamente il logo del film; la sequenza è stata inserita nel teaser trailer del film;
  • Il regista John Landis ha preso la frase del padre di Frank Poole "A mercoledì prossimo!" tramutandolo in un film fittizio, See You Next Wednesday, che egli inserisce in varie pellicole dirette da lui come easter egg personale.
  • Il film Solaris del 1972, diretto da Andrej Tarkovskij, è considerato generalmente la risposta sovietica al film di Kubrick.[30]
  • Gli Stadio hanno dedicato nel loro 1º omonimo disco un pezzo dedicato a HAL intitolato Un fiore per Hal.
  • David Bowie dichiarò che per scrivere la canzone Space Oddity si ispirò al film, smentendo la credenza che la scrisse in onore del lancio dell'Apollo 11 nel 1969.
  • John Lennon si proclamava fan entusiasta della pellicola, al punto da visionarla almeno una volta alla settimana nella sua sala privata.[31][32]
  • Il video musicale di Wait degli M83 è fortemente ispirato al film, presentando alcune sequenze simili.
  • Sulla copertina di Who's Next (1971) degli Who campeggia un enorme monolito di granito su cui i componenti della band hanno appena urinato. Pare che questo gesto dissacrante sia stato in corrispondenza al rifiuto di Kubrick di dirigere la regia del film che sarebbe stato tratto dalla loro rock opera Tommy (1968).[senza fonte]
  • La serie Spazio: 1999, a cui ha lavorato il direttore degli effetti speciali di 2001: Odissea nello spazio Brian Johnson, è stata pesantemente influenzata dal look del film[senza fonte], con l'aspetto della base lunare Alfa che è molto simile a quello di Clavius, il design dei mezzi di trasporto e delle tute spaziali e l'uso della musica classica.
  • Il cantante Mal, ospite fisso del programma di varietà L'ultimo valzer trasmesso dalla RAI nel 1999, impersona in varie gag il computer MAL 9000, parodia di HAL 9000.
  • La puntata di Camera Café intitolata 2008: Odissea nell'ufficio è una vera e propria parodia del film, alla fine dell'episodio si può anche notare il famoso monolito che in realtà è solo la nuova macchinetta del caffè.
  • Nel doppio episodio Doomsday is tomorrow nella seconda stagione della serie La donna bionica, la protagonista si confronta con il super computer "Alex 7000" chiaramente ispirato a HAL.
  • Nel 1976 la Marvel Comics decise di adattare il film nel fumetto Marvel Treasury Special Edition dal titolo uguale a quello del film, affidando il lavoro a Jack Kirby. L'opera, capolavoro indiscusso del fumettista, riscosse un successo di pubblico tale da indurre la casa editrice a continuarne la pubblicazione con dieci episodi mensili che del film originale mantenevano solo una vaga ispirazione (la leggenda vuole che si ispirino a bozze scartate della sceneggiatura del film). Il fumetto adattamento fu pubblicato in Italia dall'Editoriale Corno nel 1977, uscito nelle edicole in volume unico,[33][34] mentre la serie a fumetti fu tradotta per le pagine de Gli Eterni #2-11.[34] Per quanto per il resto abbiano avuto un peso solo relativo, i fumetti Marvel sono notevoli per aver lanciato il personaggio di Mister Machine, poi passato alla Storia come Machine Man, che ricevette una serie tutta sua alla chiusura di 2001.
  • Nel fumetto di Rat-Man la storia La Sentinella, apparsa per la prima volta sul numero 22, è una parodia del film.
  • Il numero 2 (Il monolito nero) di Nathan Never è totalmente incentrato sul film.
  • Il manga 2001 Nights del 1984 è ispirato al film. A parte il chiaro riferimento al titolo, il manga inizia esattamente come il film, con i primissimi uomini che iniziano ad aggredirsi a vicenda servendosi di un osso.

La TSR pubblicò su licenza il modulo di gioco di ruolo 2001: A Space Odyssey (Frank Mentzer, 1984), basato sul suo regolamento Star Frontiers che permetteva di interpretare la storia del film.[35]

Tecnologia e diritto

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Una scena in cui gli astronauti utilizzano dei dispositivi hardware costituiti da uno schermo rettangolare circondato da una cornice è stata citata dalla Samsung nell'ambito della causa contro Apple, nel tentativo di invalidare un brevetto di quest'ultima sull'aspetto esteriore dell'iPad, sostenendo che tali caratteristiche erano già presenti in opere precedenti.[36]

Visione futuribile del film

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  • Secondo alcuni, le previsioni della pellicola sarebbero state attendibili qualora fosse rimasto costante lo sforzo di Stati Uniti e Unione Sovietica nella corsa allo spazio degli anni sessanta.[N 6]

Interpretazioni

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Lo stesso argomento in dettaglio: Interpretazioni di 2001: Odissea nello spazio.

Un’interpretazione filosofica la dà Girotti (A. Girotti, Hegel, Diogene Multimedia, Bologna 2015, pp. 112 segg.) rapportando il film alla filosofia di Hegel. Mentre le scimmie si contendono a brandelli il cibo, compare un monolito piramidale, alto, perfettamente liscio; fatto altamente straordinario in quanto nessuno lo avrebbe potuto costruire. Solo le scimmie che lo toccano saranno destinate a trasformarsi in uomini (le sequenze lasciano intendere questo passaggio: uno scimmione, utilizzando un osso di animale, comprende il rapporto di causa-effetto). Questo monolito accompagnerà l’evoluzione del genere umano con il progressivo miglioramento delle capacità tecnologiche, scientifiche e spirituali. Hegel nella Logica immagina che nella mente di Dio, prima della creazione, ci sia un programma (l'Idea in sé) che ha bisogno di estraniarsi nella Natura (Idea fuori di sé) per poter diventare reale; ecco il monolito che unisce la razionalità astratta, già prevista nella mente di Dio, con la realtà che ha bisogno di una progettazione (il monolito) per potersi realizzare.

Sin dalla sua prima edizione, 2001: Odissea nello spazio è stata analizzata e interpretata da critici e teorici professionisti, scrittori dilettanti e fan della fantascienza. Peter Krämer, nella sua monografia che analizza il film, ha riassunto le diverse interpretazioni che vanno da coloro che lo hanno visto in tono oscuro e apocalittico a quelli che lo hanno visto come una rivalutazione ottimistica delle speranze dell'umanità.[37] Le domande sul 2001 vanno dall'incertezza sulle sue implicazioni per le origini e il destino dell'umanità nell'universo[38] all'interpretazione di elementi delle scene più enigmatiche del film, come il significato del monolito o il destino dell'astronauta David Bowman. Ci sono anche domande più semplici e più banali sulla trama, in particolare le cause della rottura di Hal (spiegate in precedenti bozze, ma mantenute misteriose nel film).[39][40][41][42]

Il computer HAL 9000

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Lo stesso argomento in dettaglio: HAL 9000.
L'"occhio" di HAL 9000

Taluni hanno ipotizzato che l'acronimo "HAL" (in inglese "Hal" è un diminutivo del nome Henry) derivasse dal marchio "IBM" prendendo le lettere precedenti (nell'ordine alfabetico) di quest'ultimo: I → H, B → A, M → L. Arthur C. Clarke, coautore della sceneggiatura, ha seccamente smentito anni dopo tale idea, ribadendo quanto spiegato nel libro, ossia che "HAL" sarebbe l'abbreviazione di Heuristically ALgoritmic (programmed computer).

La voce italiana di HAL è dell'attore palermitano Gianfranco Bellini, la cui interpretazione fredda e asettica fu particolarmente apprezzata dal regista; negli anni seguenti la voce di Bellini sarà usata altre volte per dei computer, ad esempio in una pubblicità dell'Olivetti.[43]

Il tema dell'intelligenza artificiale

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«A me piace lavorare con la gente. Ho rapporti diretti e interessanti con il dottor Poole e con il dottor Bowman. Le mie responsabilità coprono tutte le operazioni dell'astronave, quindi sono perennemente occupato. Utilizzo le mie capacità nel modo più completo; il che, io credo, è il massimo che qualsiasi entità cosciente possa mai sperare di fare.»

Uno dei temi fantascientifici che maggiormente colpirono pubblico e critica è quello del supercomputer HAL 9000 e della sua ribellione.

Nel film HAL appare dotato di una vera e propria intelligenza artificiale: ha degli occhi che gli permettono di vedere come un umano e addirittura di leggere il labiale degli umani, parla con una voce del tutto naturale ed è, per sua stessa ammissione, in grado di provare sentimenti umani. Naturalmente sa giocare benissimo a scacchi e sconfiggere gli esseri umani in questo gioco, come dimostrato nella partita contro Frank Poole, e sa anche fare del male e uccidere, quando si rende conto della possibilità di essere "disattivato".

Su questo tema Clarke e Kubrick erano stati troppo ottimisti: oggi sappiamo che i computer del 2001 erano ben lontani dal traguardo dell'intelligenza artificiale. L'unica previsione realizzatasi alla lettera è quella che i computer sono capaci di battere gli uomini nel gioco degli scacchi, anche quando si trovano a giocare contro dei campioni del mondo, come nel caso di Deep Blue. È curioso tuttavia considerare che nel film non era stata prevista l'evoluzione dei sistemi di salvataggio dei dati: HAL, infatti, dietro richiesta degli astronauti, salva il resoconto di alcune operazioni su scheda perforata. Se però si intende la "supremazia" del computer come una oscura prevalenza della tecnologia ovunque diffusa (imprevedibile nelle sue conseguenze e nei suoi condizionamenti sulla cultura umana), è indubitabile l'attualità della visione del regista. Su ciò Kubrick avrebbe degli illustri e molto dibattuti antesignani: il filosofo Martin Heidegger, con la sua "questione della tecnica",[44] e il sociologo Günther Anders, con la sua definizione di "uomo antiquato"[45] (ovvero: l'uomo che, dopo la bomba atomica, produce tecnologia ben oltre le sue capacità di valutarne appieno le conseguenze; per millenni abbiamo immaginato più di quanto non potessimo realizzare, mentre oggi realizziamo più di quanto non siamo poi in grado di controllare, nemmeno con l'immaginazione). Andando ancora a ritroso, lo possiamo trovare negli antichi testi sacri ebraici, dove si parla di un gigante costruito per la difesa del popolo ebraico, chiamato Golem,[46] fatto di argilla, incapace di sentimenti, ma che poi sfugge al controllo del suo creatore, distruggendo ogni cosa sul suo cammino, proprio quando gli viene scritto "morte" sulla testa per renderlo inoperativo.

Nei decenni seguenti Kubrick concepì l'idea di un altro film sull'intelligenza artificiale, ma la morte lo colse prima di aver completato questo progetto. Il film fu realizzato nel 2001 con il titolo di A.I. - Intelligenza artificiale da Steven Spielberg, che sostiene di aver seguito in buona parte le indicazioni di Kubrick.[47]

Lo stesso argomento in dettaglio: 2010 - L'anno del contatto.

Nel 1984 è stato prodotto un seguito del film. Diretto, sceneggiato e prodotto da Peter Hyams, 2010 - L'anno del contatto, tratto dal secondo libro della serie di libri di odissea nello spazio di Arthur C. Clarke, che però non vede la collaborazione di Kubrick.

Il film Silent Running del 1972, diretto da Douglas Trumbull (responsabile degli effetti speciali di 2001: Odissea nello spazio), fu distribuito in Italia come se fosse un vero e proprio sequel della pellicola di Kubrick, con il titolo di 2002: la seconda odissea, senza però esserlo in quanto trama e personaggi originali non hanno collegamento fra loro; per rendere comunque credibile il fatto che fosse un sequel, alcuni dialoghi del doppiaggio italiano furono adattati per fare riferimento ad alcuni personaggi del film di Kubrick.

Annotazioni
  1. ^ In una nota introduttiva al racconto stesso pubblicato nell'antologia La sentinella (Edd. Visual Publications).
  2. ^ Questo elemento serve a mantenere l'antenna orientata verso la Terra. Un suo guasto renderebbe impossibili le comunicazioni (dal libro di A.C. Clarke).
  3. ^ Confermato quindici anni più tardi con la missione della sonda automatica Voyager 2 con tanto di apprezzamento all'autore Arthur C. Clarke dal Controllo Missione del JPL.[15]
  4. ^ La sequenza del sorvolo degli anelli di Saturno fu utilizzata dal direttore degli effetti speciali Douglas Trumbull, per 2002: la seconda odissea (1972), spacciato per la distribuzione italiana quale il seguito del film di Kubrick.
  5. ^ Dal libro di Clarke, tra i pensieri del Bambino delle Stelle: "Quale ingenuità aver immaginato che la sequenza finisse lì, con appena tre dimensioni!" (traduzione di Bruno Oddera)
  6. ^ Contenuti speciali dell'edizione DVD. In essi è incluso un filmato illustrativo del direttore della rivista d'attualità Look - dove Kubrick esordì come fotografo - indirizzato a dei potenziali clienti, dove si indica l'allora corsa allo spazio quale ottima opportunità per un investimento pubblicitario.
Fonti
  1. ^ La pagina di GIANFRANCO BELLINI, su antoniogenna.net. URL consultato il 7 novembre 2019.
  2. ^ a b c Morando Morandini, Laura Morandini e Mauro Tassi, Il Morandini 2010, Zanichelli, 2010, p. 458, ISBN 978-88-08-30176-5.
  3. ^ a b c Bruno Lattanzi e Fabio De Angelis (a cura di), 2001: Odissea nello spazio, in Fantafilm. URL consultato il 21 maggio 2015.
  4. ^ (EN) National Film Registry, su National Film Preservation Board. URL consultato il 3 ottobre 2024 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2011).
  5. ^ (EN) AFI's 100 Years... 100 Movies, su American Film Institute. URL consultato il 3 ottobre 2024 (archiviato dall'url originale il 5 giugno 2010).
  6. ^ (EN) AFI's 100 Years... 100 Movies - 10th Anniversary Edition, su American Film Institute. URL consultato il 3 ottobre 2024 (archiviato dall'url originale il 2 giugno 2010).
  7. ^ (EN) Peter Travers, 100 Greatest Movies of the 20th Century, su Rolling Stone, 30 dicembre 1999. URL consultato il 3 ottobre 2024.
  8. ^ Alfonso Moscato, B. Giacomelli, 2001: Odissea nello spazio, Racconto, Scheda filmografica spf, Edizioni Paoline, 1987 p.9
  9. ^ Alfonso Moscato, B. Giacomelli, 2001: Odissea nello spazio, Racconto, Scheda filmografica spf, Edizioni Paoline, 1987 p.10
  10. ^ B. Giacomelli, 2001: Odissea nello spazio, Scheda filmografica spf, Ed. Paoline, 1987 pp.9-10
  11. ^ Luca Boschini, Cosa succede ad un corpo umano che resti nello spazio esterno all'atmosfera privo della protezione della tuta?, su Vialattea, 16 novembre 2001. URL consultato il 3 ottobre 2024.
  12. ^ Paolo Mereghetti, Il Mereghetti: dizionario dei film 2004, Baldini Castoldi Dalai, 2003, pp. 749-750, ISBN 88-8490-419-6.
  13. ^ a b (EN) Herb A. Lightman, Front Projection for "2001: A Space Odyssey", su American Cinematographer. URL consultato il 3 ottobre 2024.
  14. ^ a b (EN) Murray Leinster, WILL F> JENKINS DAY, su sfsite.com, 27 giugno 2009. URL consultato il 3 ottobre 2024 (archiviato dall'url originale il 31 gennaio 2010).
  15. ^ Filippo Bonaventura, 350 anni di Giapeto, l'altra luna di "2001", su Today, 25 ottobre 2021. URL consultato il 3 aprile 2024.
  16. ^ (EN) Slit Scan: Recreating the Star Gate from Stanley Kubrick’s “2001″ Using LEGOs, su Filmaker IQ. URL consultato il 3 ottobre 2024 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2014).
  17. ^ Paolo D'Agostini, Stanley, carissimo dittatore, su Repubblica, 2 marzo 2001. URL consultato il 3 ottobre 2024..
  18. ^ La partitura di Alex North, su Archivio Kubrick. URL consultato il 3 ottobre 2024. cfr. CD 2001: the Lost Original Score, Varèse Sarabande, 1993 - libretto di Robert Townsend, con intervista ad Alex North, alla moglie Anna North, e dichiarazioni dei compositori Jerry Goldsmith, Henry Mancini, Elmer Bernstein e John Williams.
  19. ^ 2001: Odissea nello spazio, su Il mondo dei doppiatori, AntonioGenna.net. Modifica su Wikidata
  20. ^ a b (EN) 2001: Odissea nello spazio, su Box Office Mojo, IMDb.com. Modifica su Wikidata
  21. ^ Sheldon Hall, Introduction to 2001: A Space Odyssey, su In70mm.com, 9 aprile 2011. URL consultato il 20 marzo 2012 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2011).
  22. ^ "Big Rental Films of 1968", Variety, January 8, 1969 p 15. This figure is a rental accruing to distributors.
  23. ^ (EN) Frank Miller, The Critics' Corner on 2001: A Space Odyssey, su Turner Classic Movies, 22 settembre 2015. URL consultato il 3 ottobre 2024 (archiviato dall'url originale il 5 settembre 2015).
  24. ^ Roberto Nepoti, la Repubblica, 7 marzo 2001.
  25. ^ Lietta Tornabuoni, La Stampa, 9 marzo 2001.
  26. ^ Sergio Arecco, George Lucas, Castoro 1995, p. 11.
  27. ^ (EN) 2001: Odissea nello spazio, su Rotten Tomatoes, Fandango Media, LLC. Modifica su Wikidata
  28. ^ (EN) 2001: Odissea nello spazio, su Metacritic, Fandom, Inc. Modifica su Wikidata
  29. ^ (EN) AFI's 100 YEARS...100 MOVIE QUOTES, su American Film Institute. URL consultato il 3 ottobre 2024.
  30. ^ Solaris, su Lugano Eventi. URL consultato il 3 ottobre 2024 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2020).
  31. ^ (EN) Sheldon Hall, Introduction to 2001: A Space Odyssey, su In70mm. URL consultato il 3 ottobre 2024 (archiviato dall'url originale il 26 maggio 2011)..
  32. ^ (EN) The Quote Page, su The Kubrick Corner. URL consultato il 3 ottobre 2024 (archiviato dall'url originale il 26 gennaio 2012)..
  33. ^ AA.VV., Enciclopedia mondiale del fumetto, a cura di Maurice Horn e Luciano Secchi, Editoriale Corno, 1978, p. 306, 307.
  34. ^ a b 2001: A Space Odyssey Treasury Edition, su ComicsBox. URL consultato il 3 ottobre 2024.
  35. ^ (EN) Lawrence Schick, Heroic Worlds: A History and Guide to Role-Playing Games, New York, Prometheus Books, 1991, p. 316, ISBN 978-0-87975-653-6.
  36. ^ Riccardo Robecchi, Samsung vs Apple: Samsung cita una scena di "2001: Odissea nello spazio", su Tuttoandroid, 24 agosto 2011. URL consultato il 3 ottobre 2024.
  37. ^ Krämer, Peter (2010). 2001: A Space Odyssey. BFI Film Classics. London: British Film Institute, p.8
  38. ^ James Gilbert, Auteur with a Capital A, in Kolker, Robert, ed. (2006). Stanley Kubrick's 2001: A Space Odyssey: New Essays. New York: Oxford University Press. ISBN 0-19-517453-4..
  39. ^ Stephanie Schwam (a cura di), The Making of 2001: A Space Odyssey, Introduzione di Jay Cocks, New York City, Random House, 2010 [2000], p.  86., ISBN 978-0-307-75760-9.
  40. ^ (EN) Ben Pearson, Stanley Kubrick Explains The '2001: A Space Odyssey' Ending in Rediscovered Interview, su Slash Film, 6 luglio 2018. URL consultato il 3 ottobre 2024 (archiviato il 6 luglio 2018).
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  42. ^ (EN) Bruce Handy, Sometimes a Broken Glass Is Just a Broken Glass, in The New York Times, 5 aprile 2018. URL consultato il 3 ottobre 2024 (archiviato il 7 aprile 2018).
  43. ^ Mario Pintagro, La voce palermitana di ‘Odissea nello spazio’, in La Repubblica, 9 maggio 2009. URL consultato il 3 ottobre 2024.
  44. ^ Paolo D'Alessandro, Andrea Potestio, Filosofia della tecnica, LED Edizioni Universitarie, 2006 p.112.
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  • Michel Ciment, Entre raison et passion, Positif, n. 186, 1976.
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  • Giuseppe Lippi, 2001 Odissea nello spazio. Dizionario ragionato, Recco, Le mani, 2008, ISBN 978-88-8012-447-4.
  • Giulio Angioni, Un film del cuore, in Il dito alzato, Palermo, Sellerio, 2012, 223-2030, ISBN 88-389-2653-0.
  • Roberto Chiavini, Gian Filippo Pizzo, Michele Tetro, Il grande cinema di fantascienza: da "2001" al 2001, Gremese, 2001.
  • Roberto Lasagna, 2001: Odissea nello spazio di Stanley Kubrick, Gremese, 2018.

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